Grigi al cardiopalmo a Foggia Pari 3-3 a tempo quasi scaduto

Grigi al cardiopalmo a Foggia Pari 3-3 a tempo quasi scaduto Grigi al cardiopalmo a Foggia Pari 3-3 a tempo quasi scaduto (Dal nostro invialo speciale) Foggia, 15 giugno. Vietato perdere. Chi oggi non avesse rispettato la norma, tra le squadre di coda, si sarebbe irrimediabilmente trovato in serie C. Nella giornata dei pareggi però l'Alessandria ed il Foggia hanno scelto il modo più arduo, per una saggia divisione dei punti, ed an che il più pericoloso, considerato che due minuti oltre il tempo regolamentare l'Alessandria si trovava in svantaggio per tre a due e solo al 93' i piemontesi sono riu sciti a riequilibrare le sorti della partita. Un tre a tre assai poco credibile, accettato filosoficamente persi no dalle migliaia di tifosi che sul tre a due, ad un fischio dell'arbitro Mascali, avevano invaso pacificamente il campo per festeggiare l'ultima partita interna dei propri beniamini. Bene, il signor Mascali ha fatto segno di no, con le dita, che la partita non era ancora finita: il pubblico si è ritirato in buon ordine al bordo del campo, ha assistito al pareggio degli ospiti senza battere ciglio e senza neppure tentare di... linciare il direttore di gara. Al vero fischio finale nuova invasione e festeggiamenti per tutti, anche per Mascali che è uscito indisturbato con il pallone dimostrando inutile la precauzione di farlo circondare immediatamente da quattro tutori dell'ordine, istruttori di karaté (cinture nere del corpo di ps). Una lode dunque al pubblico foggiano, tanto civile da accettare la strana partita sottolineando soltanto con bordate di fischi le fasi più evidenti di non gioco e non rinunciando poi alla tradizionale festa finale con la caccia alle maglie. In fondo la squadra di Maldini aveva dimostrato in altre occasioni il proprio valore e non era il caso di reagire al buon cuore dei rossoneri verso una squadra disperata. Una buona azione che magari i grigi sapranno « pagare », alla prossima occasione, restituendo il favore. Se tutto ciò meriti un'inchiesta non sta agli spettatori deciderlo, ma ai responsabili del gran circo del calcio. Visto l'andamento delle altre partite, comunque, non saranno certamente l'Avellino, la Reggiana o l'Arezzo a scagliare la prima pietra, col rischio magari che il sasso torni indietro e ferisca chi lo ha tirato. Fochi tifosi, del resto, avrebbero potuto lamentarsi per essere stati ingannati dopo aver pagato il biglietto. Al colpo d'occhio infatti gli spalti del campo erano occupati da più di diecimila spettatori. Al conteggio finale invece i paganti sono risultati 836, più 7245 abbonati (considerandoli tutti presenti), in totale ottomila persone. Per gli altri due o tremila le maschere evidentemente hanno chiuso un occhio. E illustriamo come Foggia e Alessandria siano riuscite a pareggiare per tre a tre una partita che nelle intenzioni tutti probabil mente erano disposti a chiudere con un risultato in bianco o al massimo con un uno a uno. Il primo «imprevisto» capita al 21' quando Reja Volpato e Baisi riescono a triangolare perfettamente ed il centravanti insacca da due passi. Abbracci festosi, ma neppure tanto. Scriviamo sul taccuino che ora i grigi hanno un grande vantaggio psicologico e non dovrebbero faticare a conte¬ nere la partita. Macché, l'Alessandria sembra quasi cercare il raddoppio concedendo larghi spazi alle manovre d'attacco degli avversari. Al 31' sembra giusto che il Foggia pareggi ed il terzino Cimenti, dopo aver dribblato mezza difesa piemontese, batte Pozzani in uscita. Si va al riposo con Stefanelli che sciupa in ultima battuta una felice triangolazione con Colla e Bresciani. Al 55' secondo imprevisto: Lorenzetti non dimentica di essere un ex alessandrino e cerca lo spunto personale; dotato di classe com'è lo trova facilmente liberandosi in acrobazia di Reja al limite dell'area e superando Pozzani, fuori dai pali di un paio di metri, con un tiro ben calibrato. Il portiere, in giornata nera, alza appena le mani, ma rimane incollato sul terreno. Si tratta ora di riagguantare il pareggio. Cinque minuti dopo Trentini non vuole essere più abile del collega e si fa passare in mezzo alle gam¬ be un tiro da corta distanza di Dalle Vedove, ma Mascali aveva fischiato in precedenza il fuorigioco dello stesso Dalle Vedove. Ancora la mezz'ala al 63' può tirare indisturbato dal limite dell'area: un rasoterra che Trentini, coperto probabilmente da un compagno di squadra, non vede neppure partire. Per non perdere i conti siamo due a due. Dieci minuti al termine ed un cross di Sali coglie Bresciani smarcato ad un metro dalla porta avversaria. L'attaccante appoggia di testa verso Pozzani che si vede passare la sfera in mezzo alle braccia protese. Gli ultimi minuti si giocano alla disperata: il Foggia non riesce a superare una volta la metà campo senza che i grigi rubino la palla dei tiri degli avversari per riportarla in avanti. Nel frattempo il pubblico si va assiepando ai bordi del campo: scade il novantesimo e l'Alessan¬ dria sembra proprio irreparabilmente in serie C. Un minuto oltre: altri errori della difesa. Due minuti: invasione pacifica respinta dall'arbitro. Tre minuti Colombo di testa, su cross di Manuel!, mentre Pirazzini gli salta a fianco, manda la sfera alle spalle di Trentini. Salvatore Rotondo Foggia: Trentini; Cimenti, Colla; Pirazzini, Sali, Fumagalli; Pavone, Lodetti, Bresciani, Lorenzetti, Stefanelli (dal 69' Borgo). 12. Burnelli, 14. Piemontese. Alessandria: Pozzani; Vanara, Di Brino; Reja, Barbiere Colombo; Manueli, Volpato, Baisi, Dalle Vedove, Mazzia (dal 69' Unere). 12. Croci, 14. Dolso. Arbitro: Mascali di Desenzano. Reti: al 21* Baisi (A), al 31' Cimenti (F), al 55' Lorenzetti (F), al 63' Dalle Vedove (A), all'80' Bresciani (F), al 93' Colombo (A).