Anche la chirurgia cura l'ipertensione arteriosa di Nando Pavia
Anche la chirurgia cura l'ipertensione arteriosa Una malattia che colpisce il 10% della popolazione Anche la chirurgia cura l'ipertensione arteriosa E' fondamentale soprattutto una terapia precoce - Oggi relazioni alle "Giornate mediche" di scienziati italiani e stranieri - Nuovi farmaci contro il male e le complicazioni L'ipertensione arteriosa è, nel mondo, una delle principali cause di inabilità e di morte. Nel nostro Paese, secondo le ultime statistiche, risulta che colpisce il dieci per cento della popolazione e che diminuisce la durata della vita media nella misura di 20 anni. Quindi anche questo male, per la sua alta frequenza e per le sue conseguenze, ha carattere sociale. Soprattutto per questo motivo è stata fondata una lega italiana per la lotta contro l'ipertensione (così come ne esistono per altre diffuse malattie) che ha indetto per oggi, in occasione delle «Giornate medico-chirurgiche internazionali», un convegno di studi su alcuni suoi aspetti fisiopatologici e medici. Il convegno è presieduto da C. Bartorelli, presidente della «Lega»; vicepresidente P. F. Angelino, segretario G. C. Lavezzano. : Molti sono i fattori della ipertensione arteriosa: auj mento della gittata cardiaca; I diminuzione dell'elasticità dei | vasi; aumento della resistenza i vasale; aumento della viscosi' tà del sangue. E diverse sono ì le condizioni che possono provocarla, fra le quali anche disfunzioni nervose e malat■ tie renali. Vi è anche una ipertensione «essenziale», j spesso familiare e costituzionale, le cui cause non sono | ancora sicuramente definite. L'ipotesi più interessante fche pare trovare conferma ; nei risultati delle cure/ è ; quella della produzione in eccesso di una sostanza iperten' siva da parte del rene (l'aldosleronel. Una ipertensione sì , manifesta anche nella tossiemia gravidica. Sulla diffusione dell'ipertensione ieri ed oggi, sulla sua fisiopatologia ed epidemiologia riferiscono C. Barto¬ relli, B. Magnani. A. Mallìani. Le loro relazioni costituiscono la base per gli ulteriori interventi: diagnosi precoce e cure mediche e chirurgiche. E' interessante rilevare che la malattia si diffonde soprattutto nel mondo occidentale, in quelle nazioni dove progresso e tecnologia hanno il maggiore incremento. Non è quindi ipotesi azzardata che l'industrializzazione, il ritmo di vita, l'inquinamento ne siano cause concomitanti con quelle fisiopatologiche. La lotta, che consiste in primo luogo nella prevenzione, non e facile perché la malattia è asintomatica negli stadi precoci e tale rimane anche per parecchi anni. I sintomi cominciano a manifestarsi soltanto quando è già in stadio avanzato, quando ha già provocato conseguenze. E' frequente, ad esempio, il caso di gravi disturbi della vista che gli oculisti scoprono essere dovuti ad ipertensione non curata, dell'accertamento di ipertensioni in occasione del| la visita militare, per assicuì razione o assunzione al lavo j ro. Le moderne cure, anche se [alcuni aspetti della malattia \ sono ancora misteriosi, han 1 no efficacia, dimostrano che ì se attuate in tempo possono | bloccare, o comunque con trottare, contenere bene la malattia e consentire una vita normale; l'adozione di lievi sacrifici dietetici e nel modo di vivere è un necessario complemento delle cure. Quanto alla terapia, di cui riferiscono J. S. Robertson. Angelino e Lavezzano, E. Zeims. risulta che, purtroppo, è tendenza non solo di molti pazienti ma anche di molti medici di sospenderla non appena la pressione è tornata a livelli normali. Ciò è sbagliato e pericoloso: la malattia non definitivamente debellata si manifesterà di nuovo, spesso in forme più gravi. Molti sono i farmaci ipotensivi oggi a disposizione; ma vanno scelti ed impiegati a seconda dell'origine del male. Quando sì accerta che è prodotto da un'eccessiva produzione di aldosterone (il più potente ormone minerale-attivo che esplica la sua funzione soprattutto nel ricambio del sodio e del potassio) si somministravano al paziente steroidi inibitori periferici quale lo spironalattone. Nei casi di origine nervosa si impiegano alcaloidi come la reserpina che, oltre ad ave 1 re azione neuro e psicoseda- : Uva, ne possiede anche una ipotensiva. j Talvolta si impiegano vari farmaci in associazione oppu, re, in certi casi, si deve ri- i , i o o correre alla terapia chirurgica. Su questa riferisce in particolare U. Ruberti. Si tratta di vari tipi di interventi: asportazione di un eventuale tumore alle surrenali, resezione di nervi splancnici, del plesso celiaco, della catena simpatica lombare. I risultati, come appare dalle ormai numerose casistiche, appaio| no soddisfacenti. Nando Pavia
Persone citate: Barto, Bartorelli, J. S. Robertson, Magnani, Ruberti
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