Nessuna speranza per l'appuntate di Franco Marchiaro
Nessuna speranza per l'appuntate Ferito nella sparatoria Nessuna speranza per l'appuntato Oggi la madre di Vallarino Gancia è andata a trovarlo al centro di rianima ione dell'ospedale (Dal nostro inviato speciale) Acqui Terme, 8 giugno. L'appuntato Giovanni D'Alfonso aveva chiesto il trasferimento da un paesino dell'Abruzzo alla Compagnia carabinieri di Acqui Terme per poter mandare il figlio alla scuola media. Ora è moribondo al centro di rianimazione dell'ospedale alessandrino, il corpo crivellato da raffiche di mitra esplose da Margherita Cagol — la moglie di Renato Curcio poi uccisa dall'appuntato Barberis — e dall'altro brigatista rosso riuscito a fuggire, forse ferito, e ora ricercato in tutta la zona. D'Alfonso, nato quarantaquattro anni fa a Penne in i provincia di Pescara ha prestato servizio quasi sempre in Abruzzo. Era stato trasferito due mesi fa, dopo le elezioni sarebbe stato raggiunto dalla moglie Rachele Colalonga e dai figli — Cinzia, 13 anni, Bruno di 11 e Sonia di 2 — che aveva lasciato a Masciano Sant'Angelo (Teramo) dove aveva prestato servizio prima del trasferimento ad Acqui. Quella di giovedì mattina era la prima missione impegnativa nella zona, raggiunto da diversi proiettili all'addome, alle braccia, agli arti inferiori, alla testa, è considerato dai medici «clinicamente morto ». Vive, aggiungono, grazie alle apparecchiature del centro di rianimazione, ma non vi sono più illusioni: non supererà la grave crisi di ieri. Inoltre se per un miracolo dovesse salvarsi rimarrebbe un corpo inerte, avrebbe una vita soltanto vegetativa a seguito delle gravissime lesioni al cervlelo. Lo assiste la moglie giunta poche ore dopo il ferimento da Masciano Sant'Angelo. E' ben conscia della situazione e sa cho il marito non si salverà e parlando di lui tra le lacrime si esprime già al passato. Stringe tra le mani alcuni ritagli di quotidiani, con le foto del marito, le fa vedere a quanti si avvicinano per portarle conforto. Per farla riposare qualche ora la notte scorsa gli altri congiunti hanno dovuto usare la forza, non voleva lasciare l'ospedale. La mamma dell'appuntato I D'Alfonso, Lucia Di Liberato, | vive a Piediscano, è da tempo ammalata e nessuno ha avuto il coraggio di dirle che il figlio sta morendo, d'altra parte i medici hanno sconsigliato di darle la notizia, l'emozione potrebbe esserle fatale. Oggi pomeriggio la signora Donata Massucco Vallarino Gancia, mamma del dottor Vittorio Vallarino Gancia, l'industriale di Canelli sequestrato dalle Brigate rosse e poi liberato dono il conflitto a fuoco a Cascina Spiotta, è venuta all'ospedale per visitare l'appuntato moribondo e per porgere la sua solidarietà alla moglie. L'incontro tra la signora Gancia e Rachele Colalongo è stato commovente, le due donne si sono abbracciate e sono scoppiate in lacrime. Mentre al centro di rianimazione il quarantatreenne appuntato sta lentamente spegnendosi, vanno migliorando le condizioni degli altri due carabinieri feriti a Cascina Spiotta di Arzello d'Acqui, il tenente Umberto Rocca, 35 anni, e il maresciallo Rosario Cattati, di 50 anni. Ricoverato al reparto oculistico del San Martino di Genova, dove hanno dovuto asportargli l'occhio sinistro — ad Acqui gli avevano amputato il braccio sinistro dilaniato dalla bomba a mano — l'ufficiale sta mostrando una forza morale e fisica eccezionali. Si è già alzaI to e le sue condizioni genera; li sono buone. Pure buone le condizioni ì del maresciallo Cattati, rico! verato ad Acqui: le ferite agli I arti inferiori provocate da j un'altra bomba a mano, guaI riranno in una sessantina di • giorni. Per i tre feriti e per ! l'appuntato Pietro Barberis, I unico illeso del gruppo e che ! a colpi di rivoltella durante il conflitto a fuoco con i brigaI tisti rossi ha abbattuto MarI gherita Cagol Curcio, sono state avanzate le proposte per riconoscimenti al valor miliI tare, si parla di medaglie d'oro e d'argento. Un riconoscimento meritato per degli uomini che non hanno esitato a sacrificarsi. Franco Marchiaro
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