I cuori malati si curano meglio innestando le valvole artificiali di Nando Pavia

I cuori malati si curano meglio innestando le valvole artificiali Torino: le "Riunioni medico-chirurgiche internazionali,, I cuori malati si curano meglio innestando le valvole artificiali Dopo 25 anni di operazioni è possibile tirare le somme: mortalità del 6 per cento, limitate al 10 per cento le -sostituzioni con tessuti biologici - Partecipano ai lavori scienziati di tutto il mondo fra i quali Barnard che oggi illustrerà una sua nuova tecnica Giornata densa di lavoro, quella dì ieri, alle «Riunioni medico ■ chirurgiche internazionali». Nella sede della Unione Industriale è proseguito il congresso su «L'uomo ed il rumore»; nel salone di Minerva Medica sono state esaminate e discusse nuove tecniche chirurgiche in pediatria; nell'aula magna del Centro traumatologico si è conclusa la tavola rotonda sui problemi connessi con la riforma sanitaria; nell'aula «A. M. Dogliotti» delle Molinette si è aperto il congresso di cardiochirurgia sul tema «Terapia chirurgica delle valvulopatie acquisite », cioè delle disfunzioni valvolari cardiache provocate da alcune malattie, in particolare dal reumatismo. Tutti argomenti dì attualità e di enorme interesse poiché riguardano, purtroppo, gran parte dell'umanità. Degli effetti deleteri del rumore sono afflitte le popolazioni di tutti i Paesi industrializzati; il mimerò dei malanni, spesso congeniti, nei bambini va aumentando in rapporto all'incremento demografico: una più razionale ed efficiente assistenza sanitaria è richiesta da tutti gli italiani; le malattie di cuore continuano a detenere, con il 32,5 per cento, il primato fra le cause di mortalità. Un primato che fa paura, che per abbassarlo sono impegnati in tutto il mondo migliaia di scienziati: medici, chirurghi, biologi, bioìngegneri. Il tema della terapia chirurgica delle valvulopatie acquisite è stato proposto in questa prima giornata di cardiochirurgia perché da ormai 25 anni si fanno operazioni sulle valvole del cuore ed è quindi possibile, avendo a disposizione una casistica imponente, fare un bilancio molto serio sulla validità dei vari tipi di inter¬ vento e di indicare prospettive future. La discussione si è incentrata soprattutto sulla terapia della mitralica e dell'aortica perché rappresenta il 98 per cento delle operazioni sulle valvole. Le relazioni e le discussioni (moderatori i professori L. Provenzale, S. Dalla Volta e P.G. Cevese) sono state svolte da cardiochirurghi di fama mondiale. Mentre per j la valvola mitralica, che sopI porta una pressione del flusI so sanguigno pari a 10 mm I di mercurio, sono possibili ' terapie conservative, per j l'aortica che sopporta presi sioni di 120 mm è sempre ' necessaria la sostituzione. Si j sono messi a confronto, quindi, i risultati dì diverse tecniche operatorie e di diversi tipi di sostituzione (valvole artificiali e valvole biologiche, cioè tratte dal cuore del maiale). Dubost, di Parigi, ha trattato delle tecniche conservative della mitralica nettamente prevalenti sulla sua sostituzione. Basti pensare che a Torino su 10 mila interventi eseguiti dal 1948 ad oggi le sostituzioni della valvola sono state solo 300. Le tecniche conservative sono legate all'invenzione di due strumenti: il divulsore di Dubost ed il commissotomo ad anello di Dogliotti. Quanto alle sostituzioni di valvole è apparso evidente che i risultati migliori sono stati ottenuti con protesi artificiali: soltanto il 10 per cento degli interventi è stato effettuato con tessuti biologici. Una operazione di questo tipo è stata effettuata per la prima volta in Italia da Francesco Morino, nel febbraio del '69. Ma, nonostante i vantaggi che l'eteroinnesto biologico rappresenta, sono preferibili le valvole artificiali poiché è difficile il reperimento di valvole umane ed esistono ancora dubbi sulle resistenza, a distanza, di quelle del maiale. Il professor Morino, direttore della clinica di cardiochirurgia dell'Università di Torino, ha illustrato i risultati di 250 interventi sull'aortica: a distanza di 6 anni la mortalità e stata del 5 per cento. Un risultato molto positivo che, però, potrebbe essere notevolmente migliorato, ha detto il relatore, se il malato fosse sottoposto dopo l'intervento ad un ciclo di rieducazione cardiaca. Occorrono quindi, ha proposto, centri specializzati ed altri, come quello di Novhra diretto dal professor Rossi (unico in Piemonte), nei quali mediante l'ecocardiografia sia possibile diagnosticare in tempo l'alterata funzionalità delle valvole. Lo svedese O. Ejork ha illustrato (anche con un film) i vantaggi dì una sua valvola che è la più usata in Italia. Ha presentato una statistica dalla quale risulta una notevole diminuzione delle embolie. D.A. Cooley di Houston, clinica che ha la più imponente esperienza nel mondo in questo campo, ha messo a confronto Iti sua valvola con quella di Bjork. Quali le conclusioni, certo non definitive, di questo dibattito? Fino ad oggi gli innesti di valvole artificiali sono stati circa 40 mila con il 6 per cento di mortalità, quelli con tessuto biologico circa duemila con pochi risultati negativi. Ma, considerati i gravi problemi, soprattutto di ordine morale, che comporta il reperimento di valvole biologiche, è apparsa evidente in questo congresso la necessità di migliorare le protesi artificiali. Su vari tipi dì terapia chirurgica del cuore si discuterà anche oggi. E' in programma, fra altri di illustri chirurghi, un intervento di Christian Barnard su una nuova tecnica per il morbo blu, una malformazione congenita che, se non corretta, porta alla morte. Nando Pavia Il prof. Barnard con il prof. Morino a Torino

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