Maraschi lasciò ai carabinieri la sua foto prima del sequestro

Maraschi lasciò ai carabinieri la sua foto prima del sequestro Le grossolane ingenuità del giovane brigatista arrestato Maraschi lasciò ai carabinieri la sua foto prima del sequestro (Segue dalla 1a pagina) protagonista dell'incidente. Invece offre una transazione di 70.000 lire, così, sui due piedi. Il comportamento è talmente fuori norma da insospettire prima il giovane investito e poi lo zio di questi, che è il proprietario dell'auto. Infatti, alle 14,30 (lo scontro è avvenuto alle 13,30) proprio 10 zio va dai carabinieri a manifestare i suoi dubbi. La « 124 » non ristilta rubata. Invece la Simca. della quale l'investito ha rilevato il numero di targa per un'eventuale testimonianza, risulta rubata. Ma andiamo avanti. Il giovane che guidava l'utilitaria, Cesarina Tarditi, va da un amico carrozziere di Cassinasco per un preventivo dei danni. E sulla piazza del paese, che è sulla strada della villa di Vittorino Gancio, incontra di nuovo il suo investitore, sempre seguito dalla Simca, sulla quale viaggiano 2 persone. Avverte i carabinieri. All'arrivo della « radiomobile» la Simca si è già eclissata. Trovano soltanto la « 124 ». Il Maraschi viene invitato ad esibire i documenti. Presenta una patente intestata a Pietro Dalmasso. I carabinieri lo pregano di seguirli in auto. Si tengono il documento che è falso ma con la foto del Maraschi. Il quale fugge non appena giunto nell'abitato di Canelli. Sono le 14,50. Fa in tempo a raggiungere i complici e a svolgere il suo compito: impedire il passaggio di auto mentre i compagni rapiscono Gancia. L'azione è condotta con tre auto e un camioncino rosso rubato. Un'auto non identificata è vicino al passaggio a livello per favorire la fuga; 11 camioncino blocca la sti'ada, vicino c'è un uomo in tuta, con la bandiera rossa, che si finge stradino; la Simca, dalla quale balzano le tre persone per il sequestro; la « 124 » verde del Maraschi dietro, ad impedire il transito di altre vetture. Il piano è però lacunoso. Si pensi solo a questo: tutta la scena è seguita da due camionisti, un rappresentante di coloniali e la signora della villa davanti alla quale si compie il rapimento. Testimoni importanti perché sono stati i primi a precisare che all'operazione aveva partecipato anche la « 124 ». Non si sa se Maraschi ha avuto il tempo (o il coraggio) di avvertire i complici dell'incontro coi carabinieri e della foto lasciata nelle loro mani. Si può pensare che se l'avesse fatto probabilmente gli altri avrebbero abbandonato il progetto di sequestro. Comunque Maraschi non li ha seguiti nella fuga. Per allontanarsi ha dovuto necessariamente attraversare l'abitato di Canelli. Intanto il tenente Aragno, che comanda appunto la compagnia di Canelli, messo in allarme dal curioso incìdente, aveva fatto uscire due «radiomobili» alla ricerca del fuggitivo. Lì per lì c'era il sospetto che si trattasse addirittura di Tuti. Il fischio delle sirene mette in allarme Maraschi. Evidentemente pensa che si tratti delle ricerche per il se- questro. Decide di abbandonare la «124» in una stradina vicino alla circonvallazione per Asti. Fugge attraverso i campi. Mal per lui. Il proprietario di una segheria lo vede e segnala il fatto ai carabinieri. I quali non sono ancora informati del rapimento di Gancia (la pri- ma segnalazione giunge da ?!%Jef?retaria solt.a!lto ?"e 17.30), Vanno a snidare Ma- " raschi in un fossato con mitragliatore. E qui ancora una volta il giovane sbaglia, facendosi prendere con la pistola in mano. Gli sarebbe bastato buttarla via. In caserma non vuole svelare la sua identità. Confer- ma il nome falso dei documenti. Continua a ripetere questo nome dalle 16,30 alle 19. Alla fine, dice come si chiama veramente fornendo così il primo orientamento agli investigatori che intanto sono accorsi da Asti, Tori- n0 ecf Alessandria Maraschi era ricercato da un a essere interr0. gato dal giudice Caselli in merit0 alla sua appartenen. za alle Brigate rosse. Si era reso irreperìbile. Domani il procuratore della Repubblica Da Tovo, che dirige l'inchiesta, probabilmente lo interrogherà. Alessandro Rigaldo Acqui. Maraschi in carcere (Foto Franco)

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Canelli, Cassinasco