I "giganti,, sono più piccoli

I "giganti,, sono più piccoli La Nazionale di basket cerca una medaglia I "giganti,, sono più piccoli Nella squadra azzurra manca Serafini (due metri e 10), cala la statura media - Sabato inizio dei campionati europei in Jugoslavia Nel basket i giocatori alti meno di un metro e novanta sono definiti « piccoli ». Cose che capitano in uno sport frequentato da maxiatleti che abbondano in chili e centimetri denunciando a volte una produzione addirittura esagerata di ghiandole pineali infaticabili o soltanto distratte. Gli altri, i giganti, sono in netta maggioranza e da alcuni anni i cestisti da due metri e passa sono diventati « normali » persino in Italia al punto che due anni fa, per i campionati europei di Barcellona, la Nazionale azzurra ne schierava addirittura otto su dodici: e il solo Marzorati, « piccoletto » da un metro e 88, restava sotto la quota dei centonovanta centimetri così che la statura media della formazione risultava esattamente di 198 centimetri e mezzo. Adesso qualcosa sta cambiando, un po' per situazioni contingenti (infortuni di alcuni giganti) e molto per scelte tecniche (tentativo di velocizzare il gioco) molte squadre in Italia e in Europa mandano in campo sempre più spesso un buon numero di cestisti — come dire? — medi: e la nostra Nazionale conferma questa tendenza nell'elenco dei giocatori che parteciperanno da sabato prossimo ai campionati europei. Nel gruppo degli azzurri ci sono tre nomi nuovi Villalta al posto di Serafini, Carraro al posto di Cenoni, Recalcati al posto di Brumatti. Soltanto il primo è un colosso (2 metri e 3), Carraro e Recalcati (1,88 e 1,85) fanno invece salire a tre — con il confermassimo Marzorati — il numero degli •< under 190 centimetri »: in complesso i tre cambiamenti di formazione fanno perdere diciannove centimetri di statura «totale» alla squadra, in particolare l'assenza di Serafini (2 metri e 10) toglie alla Nazionale un elemento importante sul piano tecnico e pure statistico (era il più alto del "din", ora ha una caviglia malandata). In questa edizione « rimpicciolita » e velocizzata la Nazionale cerca una medaglia, cioè un piazzamento fra le prime tre, agli europei in Jugoslavia. Un obiettivo che se raggiunto riporterà l'Italia del basket nella posizione raggiunta nel 71 ad Essen, dove gli azzurri conquistarono il bronzo, superati solo da Urss e Jugoslavia: nell'ultima edizione della rassegna continentale, due anni fa a Barcellona, si sono fatti due passi indietro ottenendo il 5" posto. OBIETTIVO — Il primo obiettivo da raggiungere è comunque la qualificazione alle finali di Belgrado: l'Italia deve piazzarsi prima o seconda nel girone elimi natorio di Spalato che la vede af fiancata alla Jugoslavia (molto ambiziosa e parecchio quotata anche per il titolo), alla Turchia e all'Olanda, due nazionali queste ultime decisamente battibili dagli azzurri. Non è da escludere comunque una certa « sofferenza » del nostri cestisti nell'ottenere questo primo passo avanti soprattutto per le condizioni tutt'altro che ideali di forma e di convinzione che la squadra presenta a causa di alcune assenze (Serafini, Bru matti e anche Vendemini), di un certo « invecchiamento » di spirito oltre che di anagrafe, di una notevole stanchezza accumulata in un lungo campionato e appena smaltita in un breve periodo di preparazione (meno di un mese), non si può proprio dire che la Nazionale sia in gran forma. Tra l'altro Meneghin gioca ancora con la mano destra protetta da una fasciatura dopo la duplice frattura e teme i colpi: c'è da sperare su Villalta, gigante esordiente, per rimpiazzarlo o affiancarlo, così come si può contare di sicuro sui benefici effetti del recupero di Recalcati tornato in azzurro a furor di stampa dopo un assurdo " ostracismo » durato tre anni. LE RIVALI — Alla fase finale potremmo presentarci come primi del girone eliminatorio (e allora avremo già battuto la Jugoslavia) 0 come secondi (ipotesi più probabile) cioè sempre in grado di ' puntare ad una medaglia d'argento o di bronzo con buone « chances ». Nei pronostici ci stanno davanti sicuramente Jugoslavia ed Urss, probabilmente anche la Spagna che da alcuni anni ci rifila sconfitte frequenti ed amare. Gli jugoslavi sono ben noti, con campioni affermati (Cosic, Kapicic, Plecas), altri in crescendo (Dalipagic, Kicanovic), altri in maturazione (Delibasic); i russi sono un po' misteriosi, in assenza di notizie fresche sulle loro condizioni e sui loro rinnovamenti ora che pare abbiano rinunciato ad Alexander Belov, Paulauskas e Zarmukamedov, colonne delle ultime stagioni, gli spagnoli sono 1 più « americanizzati ». con due statunitensi In squadra (Brabender e Luyk) grazie al passaporto spagnolo. L'Italia può battere tutti e tre come nessuno: e finire quinta o prima. Ma più probabilmente terza o quarta. Antonio Tavarozzi i .II