Tre punti di Israele per aprire trattative

Tre punti di Israele per aprire trattative Mentre Ford incontra Sadat Tre punti di Israele per aprire trattative Tel Aviv, 1 giugno, (g. r.) Mentre sono cominciati i colloqui Ford-Sadat, i commentatori israeliani ritengono che l'Egitto avanzerà qualche nuova proposta per la pace in Medio Oriente, malgrado abbia fatto sapere di essere giunto «all'estremo delle concessioni». In base alle dichiarazioni di Sadat e Fahnti, sembra che gli egiziani vogliano indurre gli Usa a prendere posizione su tutto il problema medio-orientale e sapere se Israele avrà l'appoggio da Washington soltanto entro le frontiere del 1967 od oltre; Il Cairo vorrebbe an- che indurre l'America a dichiarare se appoggia la costi- tuzione d'uno Stato palestinese e la convocazione della conferenza di Ginevra con la rappresentanza dei palestinesi. Il primo ministro israeliano Rabin, in un'intervista all'«Observer», precisa che l'Egitto dovrà mostrarsi «elastico» su tre punti per fare progredire eventuali trattative: 1) la durata d'un accordo parziale fra Egitto e Israele e del mandato delle forze dell'Onu nel Sinai per qualche anno; 2) la modificazione dello stato di guerra; 3) il compimento di qualche gesto simbolico che sia indice d'un cambiamento verso la pace. Rabin ha poi affermato che per la pace Israele è pronto all'evacuazione del Sinai, mantenendo la propria presenza (non la sovranità) su Sharm el Sheikh, e che non è disposto ad abbandonare le alture del Golan o a trattare con Yasser Arai'at. Su lVExpress», il ministro della Difesa israeliano Peres afferma che gli arabi della Giudea e Samaria e della fascia di Gaza possono continuare a vivere in Israele pur essendo cittadini giordani: se chiederanno la cittadinanza israeliana «si potrà discuterne», ma lo Stato d'Israele «non intende imporre loro una qualsiasi dominazione».

Persone citate: Golan, Peres, Rabin, Sadat, Yasser Arai'at