La folata di Brambilla, poi sempre Lauda di Gianni Rogliatti

La folata di Brambilla, poi sempre Lauda Quasi monotona la corsa belga, salvo la rimonta di Regazzoni La folata di Brambilla, poi sempre Lauda Il "leader" della classifica mondiale è passato al comando al sesto giro - Alle sue spalle si sono piazzati Scheckter, Reutemann e Depailler - Una lotta aspra e selettiva che ha messo a dura prova la resistenza meccanica delle vetture (soltanto 12 i classificati su 24 partenti) (Dal nostro inviato speciale) Zolder. 25 maggio. Niki Lauda e la sua nuova Ferrari 312-T si sono imposti oggi nel Gran Premio del Belgio, sesto episodio del Campionato del mondo di Formula Uno, superando Scheckter (Tyrrell), Reutemann (Brabham), Depailler (Tyrrell) e Regazzoni (Ferrari). E' stata una corsa dura e molto selettiva, tanto che su ventiquattro partenti solo dodici si sono classificati. Il particolare mette ancor maggiormente in evidenza che la Ferrari ha lavorato bene per mettere a punto due vetture di prim'ordine. Se non avesse dovuto fermarsi per cambiare una gomma, Regazzoni avrebbe potuto tranquillamente conquistare il secondo posto. Al via è stato il brasiliano Pace a scattare meglio di tutti, seguito da Lauda e da Brambilla, che già aveva ottenuto negli allenamenti di ieri e di venerdì buoni risultati. Mentre Pace cominciava ad avere difficoltà con il cambio della sua Brabham (gli si era bloccata la terza » e non poteva più adoperare questa marcia), Brambilla passava al comando con un'azione scatenata, che Lauda prudentemente non si azzardava a contrastare, desiderando prima « rodare » le gomme. Forse l'austriaco ricordava che l'anno scorso, a Nuerburgring, per aver trascurato questo accorgimento, era venuto a collisione con Ccheckter commettendo l'unico errore della sua stagione. La fuga di Brambilla durava poco, perché dopo cinque giri Lauda decideva di passare in testa. L'austriaco non avrebbe più lasciato la prima posizione sino alla fi¬ ne della gara, dimostrando, oltre alla sua classe, l'assoluta efficienza e superiorità della 312-T. Alle spalle di Niki la lotta era aspra: si sapeva fin dagli allenamenti che il Gran Premio del Belgio si sarebbe giocato sulla resislenza meccanica delle vetture. Nell'ordine, gli organi più impegnati sarebbero stati i freni, le trasmissioni e i motori. Infatti, a parte un unico lieve incidente (Mass, tamponato da Watson, usciva di pista danneggiando la sua McLaren), gli altri ritiri sono stati causati da cedimenti meccanici. Merzario, con la Williams, bruciava la frizione al primo giro, Lei¬ la Lombardi al diciassettesimo passaggio accusava la rottura del motore, mentre — sempre al diciassettesimo passaggio — la galoppata vittoriosa delle Ferrari subiva un momento di pausa: Regazzoni si doveva fermare al box per sostituire il pneumatico anteriore sinistro, deterioratosi. Il cambio richiedeva circa 28 secondi, assai più dei tempi minimi di cui sono capaci i bravi meccanici della Ferrari. Purtroppo, per colmo di sfortuna, non funzionava bene il riduttore di pressione della « pistola » ad aria compressa che si usa per svitare i bulloni delle ruote Regazzoni ripartiva quindi in dodicesima posizione e la sua meravigliosa rimonta è chiaramente illustrata dal fatto che lo svizzero arrivava al traguardo in quinta posizione. Clay stabiliva anche il record sul giro con 1'26" 76/100. Intanto, alle spalle di Lauda la battaglia si sviluppava tra le vetture di varie squadre e precisamente le due Tyrrell di Scheckter e Depailler, la Braham di Reutemann, la McLaren di Fittipaldi, la Lotus di Peterson. Le altre macchine erano via via più attardate. L'affaticamento dei freni non tardava a produrre deleterie con- seguenze: Brambilla, che già ave- va dovuto sostare al box con la sua March per sostituire un pneumatico, si doveva ritirare per mancanza di freni. Lo stesso motivo metteva fuori combattimento Peterson, che usciva di pista con la sua Lotus alla prima «chicane». Un po' di spavento, ma nessun danno. La seconda Lotus, quella del belga Jacky Ickx, arrivava al box con l'alberino del freno anteriore destro tranciato: ricordiamo che la Lotus 72, a differenza di quasi tutte le altre monoposto, ha i freni anteriori interni e che gli alberi che collegano gli stessi alle ruote si sono rotti più volte. In particolare, per questo motivo Rindt uscì di pista a Monza nel 1970 uccidendosi. Pare che proprio Ickx, in prova a Nivelles, lo scorso anno, abbia lamentato un incidente del genere, mentre qui a Zolder, in piena gara, è quasi incredibile che se la sia cavata ed abbia potuto riportare la sua nera vettura al box, dove è stata immediatamente nascosta da un telone. Anche la Shadow di Jarier rimaneva senza freni. Il pilota usciva di strada senza conseguenze, ma non riusciva più a riaccendere il motore che si era spento. La Hesketh di Hunt e la Williams di Lafflte avevano noie al cambio. Fittipaldi, con i freni della sua McLaren in crisi, navigava tra il quinto e il sesto posto. Il brasiliano, alla fine della gara, restava completamente senza l'impianto frenante, e non poteva che accontentarsi della settima posizione. Le emozioni non sono mancate sino all'ultimo momento. Per un attimo il suono « opaco » del motore di Lauda, a dodici giri dal termine, ha fatto temere il peggio, ma si trattava soltanto di un tubo di scarico incrinato. Sulla linea di arrivo, poi, le due Tyrrell restavano senza benzina e arrivavano a motore spento, riuscendo però a conservare il piazzamento. Nel complesso i pronostici sono stati rispettati. Buona la prova delle gomme, visto che soltanto due pneumatici hanno ceduto; interessanti le prestazioni dei piloti: Lauda perfetto per tempismo e regolarità, Regazzoni eccezionale nella sua sfortunata prova. Scheckter e Depailler sono due ottimi piloti che il talent scout Tyrrell ha saputo valutare appieno. Gianni Rogliatti

Luoghi citati: Belgio, Monza