Panatta va sotto processo

Panatta va sotto processo Dall'ennesima crisi cerca una volta ancora di risalire Panatta va sotto processo "Non so più giocare" dice Adriano - "E' questione di tono muscolare" sostiene Belardinelli - "Per me è solo una questione di morale" aggiunge il compagno di doppio Bertolucci - E intanto l'incontro di Davis con la Francia appare sempre più difficile (Dal nostro inviato speciale) Roma, 25 maggio. Adriano Panatta va a Canossa. La «sua» Canossa è Mario Belardinelli, padre putativo di tutti quattro i moschettieri azzurri. Il tecnico seduto in tribuna a fianco del fratello, padre della giovane tennista Silvana, assisteva alla sconfitta del giovane Signorini contro l'inglese Paish, quando è giunto il campione d'Italia. Tecnico e giocatore non si vedevano dal torneo di Firenze. «Vado male, malissimo, peggio di così non si può» ammette Adriano che fisicamente appare ben tirato e più magro del solito («ottanta chili netti» ammette). «Allora sei proprio una chiavica» replica Belardinelli a mo' di sfottò e poi «Ma sono i colpi che non entrano o ti manca il tono muscolare?». «Non so più giocare. Quando tiro un colpo sbaglio di due o tre metri. Non so proprio quello che mi è successo. Mi alleno, mi impegno, ma non ne becco una» risponde il giocatore sconsolato. «Guarda che allenarsi non basta se non si fa una vita più che regolare e seria». «Ci risiamo — replica pronto Panatta — con la vita seria. E' il solito ritornello eppure posso affermare che la mia vita ora che sono sposato, è perfetta». Mentre è in corso il dialogo fra il campione d'Italia ed il tecnico arriva Paolo Bertolucci, reduce dal torneo di Amburgo. Sono elogi a mai finire. «Ho giocato proprio bene, come due anni fa qui agli Internazionali. Mi riusciva tutto. Nel quarto set contro Kodes, sul suo servizio mi sono trovato in vantaggio per 5-3, 30-0. Ed invece con due palle sfortunate mi sono giocato due milioni e mezzo. Ognuna di quelle due palle valeva un milione e 250 mila lire. Roba da non credere». Bertolucci ad Amburgo ha incassato due milioni e mezzo, se avesse vinto il match avrebbe incas¬ sato cinque milioni. Poi c'era la possibilità di raddoppiarli in caso di vittoria nella finale contro Orantes che nell'altra semifinale aveva superato Nastase per aggiudicarsi poi il successo contro il cecoslovacco. Panatta si allontana, raggiunge la moglie Rosaria sulla gradinata opposta dopo avere dato appuntamento al compagno di doppio per una seduta di allenamento da sostenere nel pomeriggio sui campi del Fleming. Domani mattina poi alle 9,30 allo Sta¬ dio Olimpico i quattro moschettieri si troveranno per una seduta atletica con il professor Mìlone della Federazione di atletica leggera che insieme a Martin Mullingan cercherà di far raggiungere a tutti la migliore condizione. Belardinelli chiede notizie più precìse di Panatta a Bertolucci. Paolone risponde deciso: «Ha giocato male come a Firenze. E' in ritardo nei colpi, li gioca male, ha paura, non ha più la sicurezza che lo contraddistingueva almeno nei suoi punti di forza. Ora sbaglia pure gli smash. E' incredibile». «Ma dopo gli incontri Adriano si allenava? ». « Si giocava sempre più di due ore al giorno, ma senza risultati. Ogni canto mi diceva che voleva smettere di giocare. E' arrivato perfino a dirmi che io, Barazzutti e Zugarelli avremmo dovuto tassarci di una certa cifra per i nostri maggiori guadagni e lui avrebbe appeso la racchetta al chiodo. Quando come risposta lo mandavo al diavolo cambiava subito registro. Gli tornava la voglia di giocare, e mi diceva che d'ora in avanti avrebbe disputato tutti i tornei del mondo, che avrebbe rinunciato alle vacanze al mare per giocare a Forest Hills e negli altri tornei americani, che era stufo di perdere contro giocatori modesti che due anni fa nemmeno vedeva. Per me i problemi di Adriano sono anche di morale». «Per me è questione di tono ì muscolare. Tu quando non sei allenato fisicamente vali otto, e per arrivare a dieci, impieghi pochissimo tempo. Adriano parte da cinque e per arrivare al massimo fa una fatica! Pensare che con il gioco che ha può essere forte solo se è al massimo della condizione atletica». Il dialogo è tutto in chiave di Coppa Davis. Della Francia i che ha superato la Jugoslavia non si parla apertamente, ma l'impegnativa trasferta a Parigi è come un incubo per giocatori, tecnici e dirigenti nazionali. La gara valevole quale semifinale di gruppo della zona Europa è in programma per la seconda quindicina dì luglio, ma il commissario tecnico Nistri ha proposto di anticipare la data alla seconda quindicina di giugno subito dopo gli internazionali di Francia. Conclude Belardinelli: «Ora come ora bisognerebbe chiedere alla Francia di giocare l'incontro fra due mesi per cercare di rimettere in sesto Panatta. E' un incontro molto difficile e per vincerlo bisognerà conquistare due punti in singolare e sperare di realizzare il terzo nel doppio. E per fare due punti in singolare è necessario che Panatta ne conquisti almeno uno. Al I momento attuale è un'ipotesi j assurda. Ma sono convinto ; che Panatta possa ancora una I volta riprendersi, anche se orI mai ha 25 anni e ci si aspette| rebbe da lui un rendimento | più continuo e regolare». Rino Cacioppo