SHOW DI AGOSTINI. FOLLA ANCHE IN PISTA di Giorgio Viglino

SHOW DI AGOSTINI. FOLLA ANCHE IN PISTA Ad Imola gare magnifiche, ma rischi gravissimi per il pubblico SHOW DI AGOSTINI. FOLLA ANCHE IN PISTA Mino 2° nella classe 350 (vinta da Cecotto) dopo uno spettacoloso inseguimento e 1° nella 500 con un "volo" solitario - Troppa gente ammessa nel circuito: gli spettatori hanno invaso il percorso ponendosi persino sui "guard-rails" - Insufficiente il servizio d'ordine e inadeguati gli organizzatori - E la sicurezza? Se fosse caduto un pilota, sarebbe avvenuta una tragedia - Sospesa l'ultima gara, quella dei sidecars (Dal nostro inviato speciale) Imola. 18 maggio. Per fortuna il campionato del mondo giunge una volta soltanto in Italia perché per due volte non la si passerebbe liscia. Una for- ' luna gigantesca ha colmato le la- | cune di un'organizzazione artigia- 1 naie, alle prese oramai con dimenslonl che vanno oltre i suoi j mezzi. A Imola sono arrivati da tutta Italia e da mezza Europa almeno 200 mila persone e, regolarmente, sono state fatte entrare tutte, pigiandole per benino, pure sapendo che non ci sono le attrezzature perché tutti possano vedere. Il servizio d'ordine privato si limitava a ostacolare concorrenti, meccanici, giornalisti e fotografi e a forare biglietti a pagamento senza curarsi poi dove la gente andasse. Riempi, riempi, gli argini sono stati travolti non appena il programma è stato rispettato — unica volta nella giornata — ed è stata fatta la sosta di due ore tra la seconda e la terza gara. Prima dieci, poi venti, poi centinaia di persone si sono spinte oltre le reti di recinzione e. visto che il vaso comunicante funzionava, a riempirsi è stata l'intercapedine fra le reti stesse e il guard-rail. Negli ultimi giri della 250. penultima fra le prove disputate, al cuni spettatori hanno avuto la : brillante idea di sedersi sulle bai- I le di paglia che proteggono i guard-rail e nell'intervallo la siepe umana è diventata unica. A questo punto c'era soltanto da sospendere la manifestazione, ma la folla fa paura e chi sa mai co- sa avrebbe potuto fare se le si i fosse tolto lo spettacolo princi pale. Così, con assoluta incoscienza, si è dato il via ad una gara dove si è tenuta una media di 150 chilometri all'ora con la gente a far da protezione all'uscita dei piloti, sospendendo soltanto dopo, per i sidecar. Se fosse caduto un solo corridore sarebbe stato un macello. Non è successo, ma sarebbe colpevole ora non denunciare una situazione che mai si è verificata in una corsa Vorrei sapere con quale giustificazione il funzionario di polizia preposto a un ordine pubblico che nessuno faceva osservare ha dato il proprio benestare a una gara tanto pericolosa. Può soltanto invocare la giustificazione che la brillante idea di concentrare sul servizio per il Giro d'Italia quasi tutti i poliziotti e i carabinieri disponibili lo ha messo nell'impossibilità di agire Quindi colpe più a monte, in chi non ha ancora capito che le due ruote interessano ancora sol tanto se hanno un motore, cos come le colpe vanno a monte de gli organizzatori locali per investi re la Federazione italiana che de- lega a un motoclub, per bravo che esso sia, l'allestimento della prova, chiedendo soltanto una tangente in milioni. Le gare in un caso come questo debbono passare in secondo pia no, perché se ci si limita a paria- re in astratto di sicurezza e poi si aspetta il morto, allora vuol dire che non c'è alcuna intenzione di far qualcosa di concreto. Le peno se giustificazioni del presidente federale Colucci diventano odiose quando tendono a negare la realtà dei fatti e a scaricare su una presunta immaturità del pubblico colpe proprie ed esclusive. Il gran «bailamme» finale, con la pista invasa anche nella zona d'arrivo dai sidecaristi in rivolta, dai tifosi svizzeri delle tre ruote più imbufaliti ancora, le discussioni sul perché l'alt è stato dato I dopo la gare delle 500 e non pri- | la pedana destra in una balla di ma. hanno appannato le sensazioni più vive, che in altre occasioni permangono assai più a lungo e permettono di rendere un resoconto vivo e interessante. Del resto, non c'è stata che una gare incerta ed appassionante, quella della 350, dove Agostini, partito per ultimo — lui e Villa sono rimasti soli al centro della pista deserta a spingere le loro moto — ha cominciato una rincorsa prima poco convinta, poi sempre più serrata. Cecotto, che dopo qualche tornata aveva preso la testa, se lo sentiva sul collo, un paio di secondi più vicino ad ogni giro. A due dalla fine, il margine era intorno ai tre secondi, giusto tale da dar vita ad un arrivo in volata, ma a quel punto Mino aveva il colpo di sfortuna, urtava con paglia e piegava la leva del cambio. La rincorsa era finita e rimaneva un secondo posto pieno d'applausi. Nell'ordine dell'interesse viene, subito dopo la vittoria di Cecotto, la sua sconfitta ad opera di Walter Villa, sempre più bravo e soprattutto convinto di se stesso. Con una moto che non è superiore a quella dell'avversario. Villa ha fatto cosa ha voluto, ha giocato di tattica facendo passare il rivale al comando per un paio di giri, poi, d'astuzia, falsandogli le traiettorie, quando l'altro era alle spalle. Alla fine ha forzato decisamente e Cecotto è rimasto nettamente distanziato. Dietro, Buscherini che forzava oltre i limiti una Yamaha spompata datagli dalla Diemme, finiva fuori alla variante dell'arrivo, batteva in una balla di paglia e schizzava per aria fino a sei metri di altezza, ripiombava a terra con un'involontaria capriola alla paracadutista che lo salvava. E subito si rialzava in piedi, quasi a voler dimostrare a se stesso di essere ancora ben vivo. Rifiutava poi il ricovero malgrado le lastre avessero diagnosticato la frattura delle prime vertebre cervicali. Senza storia tutto il resto, a cominciare dalle 500, dove un Ago j stini piu attent0 „ fortunato par. tiva talmente bene da portarsi subito al comando al primo giro. Dietro Read, che doveva superare Toracca e Kanaya, non riusciva più nemmeno a tentare II ricongiungimento e finiva staccato Nella 125, pronti, via e i due Morbidelli non li vedeva più nessuno. Pileri, che ragiona con un po' di cervello, girava su tempi bassi ma non folli, mentre Bianchi picchiava dentro come se dovesse raggiungere la luna. A un giro dalla fine Bianchi si faceva regolarmente riprendere e Pileri arrivava primo per la quarta volta nella stagione. Per il micropilota su mini-moto, Lazzarini su Piovaticci, non c'è stata proprio fortuna. Fermo al palo mentre tutti gli altri filavano via, ha dovuto fare poi una rimonta coraggiosa, ma è giunto solo fino al secondo posto. I sidecaristi la loro gara la stanno facendo adesso, a parole, con i dirigenti del circuito che non vogliono dar loro nemmeno i quattrini per il disturbo. Giorgio Viglino Imola. Agostini ha dimostrato ancora una volta di essere il «campionissimo» (Tel.)

Persone citate: Agostini, Buscherini, Colucci, Lazzarini, Pileri, Read, Walter Villa

Luoghi citati: Europa, Imola, Italia