Sarebbe vendetta di criminali disturbati da indagini dei giudice dott. Maddalena

Sarebbe vendetta di criminali disturbati da indagini dei giudice dott. Maddalena Sembra la pista più sicura per far luce sull'attentato di venerdì notte Sarebbe vendetta di criminali disturbati da indagini dei giudice dott. Maddalena Sempre meno consistente l'ipotesi di un gesto politico - La polizia, giorni fa, aveva "congelato" il conto in banca di parecchie persone legate alla malavita di cui si occupa il magistrato - Tra queste si nascondono i "killer" che hanno dato fuoco all'alloggio? Vendetta di criminali disturbati e ostacolati nella loro attività al margine della legge. E' la pista che polizia e carabinieri battono con insistenza per giungere ad identificare gli autori dell'attentato alla famiglia del giudice istruttore dott. Marcello Maddalena, che la notte tra giovedì e venerdì ha rischiato di morire bruciato nel rogo del suo alloggio, con la moglie dott. Marina Ponzetto e i figli Emanuela e Giovannino. Tra le decine di fascicoli e di istiuttorie che da anni occupano l'intera giornata del magistrato, c'è sicuramente il nome di chi ha ispirato o commissionato il tragico ag- guato notturno in corso Rosselli 105/7. Il dott. Maddale- na, nonostante i suoi 34 anni, è uno dei giudici più anziani dell'Ufficio Istruzione. Per questo motivo, e per le sue capacità, gli vengono assegnati dal consigliere Carassi quasi tutti i processi più difficili (esclusi quelli politici) che richiedono un'indagine minuziosa, una ricerca capillare di j complicità, connivenze, lega; mi con la malavita organizzaj ta. Quella, tanto per intenderci, che non perdona. Quella che uccide. Droga, omicidi, sequestri di persona a scopo di estorsione, rapine. Soprattutto gli assalti a mano armata di banche, uffici postali, supermarket, botteghini del Lotto, rappresentano, da alcuni mesi, il terreno di lavoro per il dott. Maddalena Il giudice istruttore avrebbe individuato e messo | le mani sull'ambigua rete di I protezione che lega una banda all'altra; avrebbe identificato le persone, in apparenza «pulite», che stanno dietro ai rapinatori; le loro amicizie equivoche; i personaggi che tengono i contatti tra i «boss» (quasi sempre in libertà) e la manovalanza ( quasi sempre in carcere). Infaticabile nella ricerca di indizi e di prove (non è magistrato che dà la caccia alle ombre), Maddalena non risparmia i mezzi che sono in suo possesso, per mandare a giudizio gli imputati. Perizie, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, interrogatori minuziosi, che scavano in profondità, sono all'ordine del giorno. La criminalità — o almeno, quella parte di cui si occupa Maddalena — non ha la vita facile, i suoi movimenti sono controllati, le sue protezioni vacillano. Ultimamente, la polizia avrebbe «congelato» i conti in banca di parecchie persone che non sono imputate o indiziate, ma che proteggono, con i soldi, alcuni esponenti della malavita. Il provvedimento avrebbe esasperato sia gli uni sia gli altri, trovatisi all'improvviso nell'impossibilità di agire, muoversi, nascondersi, fuggire. Tra questi potrebbero nascondersi i killer che hanno versato i 20 litri di benzina sotto la porta di casa del giudice istruttore, per vendicarsi di lui o per avvertirlo che non è conveniente «toccare» certi criminali. Dicevamo: è gente che non perdona, che uccide. Ricordiamo gli omicidi D'Aguanno, Pinto e Maugeri: tre regolamenti di conti rimasti impuniti, compiuti da qualcuno che aveva ricevuto l'incarico di punire uno «sgarro». Ricordiamo le parole di quella donna, interrogata da un sostituto procuratore: «Se Maddalena non la smette, gli bruceranno la casa». Ma il giudice non ha avuto paura, è andato avanti per la sua strada, che è quella della ricerca della verità, di individuare i responsabili di un reato. Polizia e carabinieri sanno molto più di quello che non vogliono e non possono dire. Avrebbero dei sospetti precisi su alcune persone che il dottor Maddalena conosce molto bene, perché sono imputati di suoi processi. Ma le prove? Difficile trovarle. L'ipotesi dell'attentato a sfondo politico sta perdendo consistenza, anche se non è affatto trascurata. Le condizioni della dottoressa Ponzetto migliorano di giorno in giorno. I medici ì sperano di poterla dimettere I al più presto. Ma non potrà tornare a casa, perché il suo alloggio è quasi completamente distrutto. I danni superano i 10 milioni. Pare che il ministero di Grazia e Giustizia stia esaminando la possibilità di contribuire al risarcimento dei danni subiti dal dottor Maddalena, colpito nell'esercizio delle sue funzioni di magistrato. « Contro l'aborto di elasse »: è il libro di Maria Adele Teodori che verrà presentato questa sera alle 21 alla Libreria Hellas di via Bertela 6. Interverranno Liliana Ponsero e Angelo Pezzana. Durante la manifestazione sarà presente un notaio per la raccolta delle firme per 11 referendum sull'aborto. Il giudice Maddalena

Persone citate: Angelo Pezzana, Carassi, D'aguanno, Liliana Ponsero, Marcello Maddalena, Maria Adele Teodori, Marina Ponzetto, Maugeri, Ponzetto