Il Torino sbaglia e l'arbitro pure

Il Torino sbaglia e l'arbitro pure Contro V Inter la prima sconfitta interna dei granata Il Torino sbaglia e l'arbitro pure Sull'I a 0 negato un evidente rigore a Graziani - Replica l'Inter e vince con merito, segnando tre volte - All'ultimo minuto penalty "di consolazione" trasformato dal capocannoniere Pulici I giocatori del Torino, i tecnici del Torino, i dirigenti del Torino, i tifosi del Torino hanno due modi precisi per interpretare la partita con l'Inter? arrabbiarsi con l'arbitro o arrabbiarsi con la squadra. Due strade diverse, ma uno stato d'animo comune: sempre rabbia è, di quelle solenni, in dosi enormi, proprio l'opposto di quanto pi sperava di raccogliere nell'ultima partita in casa. Doveva essere la festa dei saluti, è stato un festival dell'ira e del magone, durante e dopo la gara; persa la partita, persa l'imbattibilità interna proprio in extremis, perse le speranze per il terzo posto finale. Un bel guaio, un maxi-guaio. Da analizzare su due piani, come si diceva: 1) L'ARBITRO — In linea con una tradizione di famiglia, il signor Lattanzi ha cominciato subito ad accendere micce in una partita che pareva avviata a essere una girandola di stelle filanti. Ha messo la sua impronta sulla partita soprattutto al quindicesimo minuto, con un episodio che ha cambiato totalmente i connotati all'incontro, facendo da zavorra psicologica per il Torino e da vento in poppa per l'Inter. Al quindicesimo minuto è successo con II Torino in vantaggio per 1 a 0 che Graziani ha ricevuto un pallone in area su centro di Zaccarelli da destra: lo ha controllato di petto per girarlo a rete e si è trovato per terra: alle sue spalle Guida — difensore ammirevole, ma In questo caso punibile — aveva fatto in modo che si spostasse, con sistemi (spinta di braccio e «appoggio» del ginocchio sulla schiena) che non solo Monsignor della Casa, ma anche un arbitro di calcio dovrebbe condannare. Vicino a Graziani c'era Catellani, e il granata si è trovato sballottato fra i due più o meno come una pallina del «flipper». Il signor Lattanzi è stato zitto, pur essendo lì vicino: cecità o malafede? Al Torino stanno meditando sulle due ipotesi. Tanto è bastato per mettere k.o. i granata sul piano psicologico. Una debolezza, certo. Ma comprensibile. Intanto perché ostacoli del genere non sono nuovi, poi perché una certa prevenzione nei confronti di Lattanzi c'era sin dalla vigilia: così la squadra ha rallentato il ritmo — sino ad allora più che buono — per poi rassegnarsi definitivamente quando al trentunesimo ancora Graziani veniva «agganciato» e messo a terra da Catellani più dentro che fuori l'area di rigore (e anche qui nessun fischio). 2) LA SOUADRA — Da quel fatale 15" minuto il Torino è diventato un'altra formazione. Tralasciando l'attenuante, va detto che ha sbagliato molto, quasi tutto. Intanto ha concesso all'Inter di riprendere coraggio e convinzione, una volta svanita la minaccia di un 2 a 0 che avrebbe presumibilmente indotto questa Interbaby (priva di cinque titolari) ad offrire il collo per l'esecuzione a suon di gol. Poi ha trascurato un minimo di prudenza difensiva, subendo il pareggio — appena quattro minuti dopo il « fattaccio » — con una super-sbandata difensiva che ha aperto a Moro un corridoio comodo come un « tapis-roulant » verso la porta di Castellini. E ancora ha portato avanti un calcetto — come dire? — ruminato, senza convinzione e senza lucidità, spingendo sin troppo avanti l'equilibrio tattico: Salvadori e Mascetti e Santin andavano all'attacco con lodevoli intenti ma tutta la squadra si dimenticava di Sala e di Pulici e Graziani, cioè toglieva ai tre elementi fondamentali del suo gioco offensivo lo spazio per agire sprecando palloni in serie con esecuzioni affrettate. Il pallone veniva portato in pellegrinaggio sino ai limiti dell'area, così l'azione cercava sbocchi pericolosi partendo da posizioni troppo avanzate. E Guida. Bini e Bordon facevano gran bella figura. Se si seglie di arrabbiarsi con la squadra bisogna anche dire che alle difficoltà — di ogni genere — occorre reagire con si¬ stemi del tutto diversi dalla rassegnazione e dal nervosismo, se non si vogliono ripetere litanie monotone come nenie che da lustri si ripetono nel « clan » granata. Una o/ande squadra — come il Torino vuole e può essere — deve ave.-e sempre (o quasi) vigore atletico e carica morale per imporsi. Ieri non ha avuto né l'uno né l'altra. L'Inter resta elegantemente al di fuori di questi discorsi. Perché ha vinto senza rubare nulla, anzi, conquistando grossi meriti, una partita, che deve essere apparsa ai nerazzurri come una lotteria fortunata: venuti a Torino in condizioni dimesse di spirito, così tanto per puntare una « fiche » su un tavolo dove nessuno aveva mai vinto, se ne sono andati con un « en plein ». Quando è « uscito » il numero buono offerto da Lattanzi, l'Inter ha saputo sfruttarlo, amministrando bene l'occasione: e nella ripresa ha segnato ancora due volte, con ! Mariani e Boninsegna, meritandosi applausi e onorando il foot¬ ball con una esecuzione più che positiva, sul piano individualo e collettivo. Ouasi per magia la squadra ha trovato, dal momento del pareggio, una vena efficace, esaltata dalle colpe del Torino: Moro si avvantaggiava degli spazi offertigli dallo sbalestrato centrocampo granata (Salvadori, che doveva marcarlo, era spesso su altre piste, dove per altro si distingueva per vivacità e tocco: Agroppi e Mascetti non erano proprio in giornata felice, malgrado l'impegno), che ormai 6 un motivo scontato di discussione in questi chiaroscuri del Torino: dietro Moro, Berlini e Scala tenevano bene: in avanti Mariani stupiva per brio e continuità, mentre Boninsegna metteva nella partita tante parole ma pochi fatti, eppure offriva a Moro il lancio del pareggio e fiondava in porta la palla del 3 a t. A Suarez mancavano nientepopodimeno che cinque titolari: Mazzola, Facchetti, Vieri, Giubertoni e Oriali. In molti avevano sentito odor di disfatta. Invece i » ragazzini » si sono fatti valere, dimostrando anche una spie cata grinta come nel caso di Viviano Guida, ria Casorate Primo, in provincia di Pavia, un ventenne di quelli tosti, che già avevamo visto fermare Altafini a San Siro e che contro Pulici si e battuto alla grande, aiutando spesso il suo quasi coetaneo Sauro Catellani da Pegugnaga. provincia di Mantova, quando Graziani cercava piste pericolose in area. Se l'arbitro non ha punito né Guida né Catellani nel primo tempo il fatto non c'entra: e. quando, è arrivato il rigore vero, a venti secondi dalia fine, il fallo su Calliopi è stato commesso da Scala, non da loro. Unica, piccolissima consolazione per il Torino in tanta rabbia, i gol di Graziani e Pulici: il primo molto bello, con un preciso tocco di piatto destro al volo su crosj « al bacio » di Sala, il secondo molto amaro, con un tiretto nell'angolo (dopo finta) sul penalty-beffa concesso da Lattanzi al 90'. I due « gemelli del gol » hanno dimostrato, a sprazzi, la loro ottima condizione: Bordon ha parato bene qualche loro tentativo, l'opposizione di Guida e Catellani è stata solidissima, ma soprattutto i loro compagni hanno fatto quasi tutto a rovescio per fornire munizioni adeguate a simili bocche da fuoco. Sala ci ha provato, Soprattutto all'inizio, per quanto glielo consentivano le rudezze di Fedele, marcatore — come dire? — adesivo, di quelli dinamici e ruggenti al tempo stesso e per quanto gli permetteva il gioco dei granata, molto disordinato e poco lucido al punto che tra terzini e centrocampisti vari tutti facevano a gara per affollarsi attorno e addosso a Claudio, agevolando così il compito dell'Inter che aspettava davanti alla propria area per poi ripartire in contropiede. La storia di questo 2 a 3 tanto imprevedibile era cominciata benissimo per il Torino: Santin bloccava Boninsegna, Lombardo seguiva un Mariani ancora da ri¬ velarsi. Sala trovava spazio e al 9' pitturava » da maestro un pallone allungatogli da Cereser, sfuggiva a Fedele e rientrava per il cross di destro dalla fascia sinistra. In mezzo all'area Graziani si avventava sulla traiettoria e in corsa firmava l'uno a zero. Al 15' il » colpo basso » di Lattanzi, al 19' quello di Moro: la difesa del Torino era sbilanciata. Cereser scendeva sulla destra fallendo un appoggio, subito Boninsegna raccoglieva il rilancio e « pescava » sulla destra un Moro liberissimo che puntava a rete superando anche l'opposizione in scivolata di Agroppi e chiudeva con un perfetto tiro d'esterno destro nell'angolo vicino. Prodezza che conferma quanto « buoni » siano i piedi di questo giocatore che stavolta non è proprio apparso di ridotta autonomia come spesso si sostiene. Due minuti dopo Mariani di testa mandava alto di poco, al 40' Graziani « sparava » fuori un destro pregevole da 25 metri, al 42' Boninsegna finiva clamorosamente in terra, da solo, per un « liscio » con quel suo sinistro che una volta era infallibile. La ripresa aumentava i dolori granata. Ancora Moro in evidenza: al 9' controllava bene un pallone sul limite, fintava su Agroppi e serviva a Mariani, sulla destra, un pallone che subito di destro l'ala mandava in porta. Di qui la pressione, confusa, di un Torino poco convinto: tiri di Graziani, Pulici. ancora Pulici, Mascetti. Usciva Agroppi ed entrava Callioni al 32'. poi Muraro rimpiazzava Bertini. E al 38' terzo gol dell'Inter: punizione (discutibile) per fallo di Santin su Boninsegna. tocco di Nicoli e « bomba » di sinistro del centravanti che Castellini deviava appena. Torino in ginocchio, che al 90' raccoglieva l'omaggio di Lattanzi per un fallo da tergo di Scala su Callioni. Pulici segnava dal dischetto. Almeno la classifica cannonieri dice qualcosa di buono per il Torino, oggi. Antonio Tavarozzi Torino 2 Inter 3 •• Castellini • Bordon •• Lombardo ••• Guida •• Santin •• Fedele •• Salvadori •• Bertini •• Cereser 80' Muraro • Agroppi •• Catellani •• 73'Callioni ••• Bini •• Graziani | ••• Mariani • Mascetti •• Scala •• Sala •• Boninsegna • Zaccarelti ••• Moro •• Pulici Nicoli •• Fabbri ••• Suarez Arbitro: • Lattanzi Gol: 9' Graziani, 19' Moro, 54' Mariani, 83' Boninsegna, 90' Pulici su rigore La fase più discussa Graziani a terra fra Guida e Catellani, per l'arbitro non è rigore

Luoghi citati: Casorate Primo, Mantova, Pavia, Torino