Per l'Italia c'è Celentano
Per l'Italia c'è Celentano PRIMI PASSI DELLA RASSEGNA DEL CINEMA A CANNES Per l'Italia c'è Celentano "Yuppi Du" con il suo tono lunatico e curioso è piaciuto al pubblico - Ma molti si chiedono: non si poteva mandare a quella ribalta un film più sodo, più impegnato? - L'altra pellicola della domenica viene dall'Olanda: è la storia di una donna, ritenuta strega, durante un'epidemia di peste - Giochi medioevali e simbologie oniriche che rimandano al primo Bergman ( Dal nostro inviato speciale ) Cannes, 11 maggio. 77 tempo non vuol mettere giudizio, a differenza della rassegna di Cannes che con circospezione e complessivamente benino ha mosso i primi passi. In situazione di privilegio, davanti alla lolla domenicale, è uscito il primo dei due film italiani in concorso: Yuppi Du scritto, diretto e interpretato da Adriano Celentano, con le belle Charlotte Rampling e Claudia Mori nel « cast », Lino Toffolo, Sonia Viviani e altri. Non serve dilungarci: già distribuito nelle nostre sale, il film è ben noto al pubblico di casa, con quella stia singolare avventura del gondoliere felice, che credendosi vedovo, si risposa, trovandosi poi ad avere due mogli, più una figliolina, sullebraccia e con la congiunta morale circa il mito del denaro intrecciato con quello della donna. Piuttosto: si poteva mandare all. maggior ribalta cinematografica del mondo, un film più sodo, più « impegnato » di questo (poniamo, tanto per citare un esempio, « Il sospetto » di Maselli)? Si poteva. Ma d'altra parte Cannes, come ogni rassegna internazionale degna del nome, è in cerca di talenti nuovi, e Yuppi Du, opera prima di un autore che non importa sia notissimo anche qui negli altri suoi aspetti, aveva il diritto di correr l'alea, come ha fatto e con esito positivo. Il pubblico ha sentito il curioso, il lunatico, il « celmtanesco » insomma, che è nel tono e nel ritmo, più ancora che nei | casi, di questa commedia, j Peste e dannazione nell'ai- \ tro film della domenica, che ! ila segnato l'esordio a Can- \ nes. nel lungometraggio, del cinema dei Paesi Bassi. L'opera, diretta e sceneggiata dall'olandese Jos Stelling, ha un titolo croccante, « Man ken di Nimega », come croc cante è il contesto che ri manda, per la sua pasta spes sa, al primo Bergman. quello dei giochi medievali e delle simbologìe oniriche. Anche l'erotismo di alcune scene orgiastiche e d'uno stupro meticolosamente descritto, vi è «spinto», come soli lo sanno spingere i registi nordici che lavorano soprattutto di testa. Né poteva mancare, insieme con molte confraternite religiose, la carretta dei coynici, con relativi nani dipìnti e un personaggio cieco d'un occhio che poi si chiarisce (si fa per dire) essere lo spirito del male o addirittura il Diavolo in petto e persona. Insomma per la detta Mariken di Nimega non è vita facile quella che le offre un'Anversa tardo-medievale funestata in una volta da feroci superstizioni, non meno feroci lussurie e, che è peggio, dal senso incombente e quasi palpabile della Morte, essendovi in quel torno scoppiata un'epidemia di peste. Il film narra a ritroso, movendo dall'eroina che per suo seXimpo si nasconde dentro una fila di cadaveri, com'ella fosse caduta in concetto di strega, e ciò per essere divenuta amante e discepola di Moenen, il bornio della carretta, e le tribolazioni che gliene seguirono in mezzo a una società mescolata di bigotti, sensuali e fanatici. Ora, così mimetizzata tra i morti dì peste, non le resta, paradossalmente, che una disperata volontà di vivere, ma bisognerà sentire che cosa ne pensa il suo tenebroso niaestro Moenen, proiezione del regista stesso che ha scatenato questo delirio figurativo senza troppa consideratezza (versandovi insieme gotico e barocco), e per lo meno senza sapere poi come placarlo in una qualche parvenza di ordine significante. Lo spettatore, magari preso qua e là da singole sequenze, in definitiva resta sospeso, non potendo nemmeno registrare sul carnet delle attrici affascinanti il nome dell'inespressiva protagonista. Leo Pestelli Marcello Mastroianni e Mimsy Farmer sono a Cannes per la presentazione di " Allonsanfan " di Paolo e Vittorio Taviani
Luoghi citati: Cannes, Italia, Olanda, Paesi Bassi
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