Il Varese in Serie B, per la Samp salvezza quasi certa

Il Varese in Serie B, per la Samp salvezza quasi certa Il Varese in Serie B, per la Samp salvezza quasi certa : ce ' -i ■ i _ ir* n ■ i ivera "presidenzialeSamp e Roma coi remi in barca : ce ' -i ■ i _ Rivera "presidenziale,, fa poco e non s'espone r* n ■ i Samp e Roma coi remi in barca per non danneggiarsi a vicenda Vittoria del Milan nero - Come ha gio Varese. Gianni Rivera in campo a Varese - Pubblico docato? "Abbastanza b ubbidiente, rispetta in pieno la consegna. Finché, a dieci minuti dalla fine, Gianni non ne può più e ha un gesto di stizza: batte forte un pugno a terra più volte, grida qualcosa, fa un po' di « show ». insomma. E allora, giù fischi, come da copione. » Attenti. Il presidente si innervosisce ». di ce qualcuno. Il pubblico è diviso, lo si vede subito: non in tifosi del Varese e sostenitori del Milan, ma in amici e nemici di Rivera. E, naturalmente, qua e là si accendono focolai di rissa: qualche spintone, qualche pugno, poi tu'.- dà disposizioni ai compagni di sq iviso in amici e nemici ene", dice Giagnoni - to torna alla normalità, ma soltanto fino al momento in cui la palla capita di nuovo fra i piedi (non sempre d'oro) di Gianni. E' lui il protagonista, nel bene e nel male. E lo sa. Il guaio è che palloni da giocare ne vede pochi. Dato che non è tipo da andarseli a cercare (non lo faceva quando era solo un giocatore, non lo fa neppure adesso che si sente mezzo presidente), Ma nel Milan di oggi i palloni gli passano vicino, non si fermano quasi mai nella sua zona. E allora qualche maligno dice che l'ostilità della mag- Varese 0 •• Fabris •• Dal Fiume •• Zignoli • Borghi • • Chinellato ••• Marini •• Maggiora • Tresoldi • Sperotto •• Bonafe • Libera • Trevisanello (dal 46') •• Maroso Milan 1 •• Albertosi •• Sabadini •• Zecchini •• Turone • Bet •• Benetti •• Gorin 81' Maldera •• Bigon • Calloni •• Rivera •• Chiarugi Giagnoni Arbitro: • Terpin Gol: 36' Chiarugi uadra del capitano rosso Rete di Chiarugi gioranza dei compagni nei confronti di Rivera si vede proprio da questo particolare. Buticchi naturalmente non c'è: secondo alcuni è ancora a bagnomaria al largo di Lerici, secondo altri è rintanato da qualche parte, pronto a ricomparire sulla scena — forse con in mano la carta vincente — quando le acque saranno più calme. Pare che sia stato proprio Buticchi a convincere Giagnoni (la cui sorte, come sappiamo, è legata a quella dell'attuale presidente) a togliere Rivera dal banco dei » cattivi » e a rimandarlo in campo. Una mossa astuta: perché se Gianni avesse giocato male, Buticchi avrebbe vinto una piccola battaglia senza neppure comparire; e se invece avesse giocato bene Rivera avrebbe dato una mano proprio al Milan di Buticchi, cioè a quel Milan che Gianni vuole cancellare per poi ricostruirlo pezzo su pezzo su nuove basi. Ma come ha giocato Rivera? Un giudizio è difficile: perché quel poco che ha fatto, lo ha fatto bene: ma avrà avuto cinque o sei palloni «utili» in tutta la partita (un po' per colpa di Dal Fiume, un po' a causa del campo, adatto ai gladiatori come Benetti. non certo a lui). Comunque il Milan ha vinto, grazie ad un gol di Chiarugi al 36', e questo a Giagnoni basta: « Delle altre faccende — spiega il trainer — io non posso interessarmi: aspetto e stc a vedere. Rivera? E' andato abbastanza bene: per adesso è ancora un giocatore, io lo considero tale e basta». Già: cos'altro dovrebbe fare? Dunque: Rivera che cammina, a passo — come dire? — «presidenziale", con la palla che arriva nelle sue vicinanze soltanto raramente: attorno a lui giocatori che si esibiscono in scivoloni di cinque o sei metri, con l'arbitro Terpin — debuttante in serie A — deciso a disturbare il meno possibile, anche quando un suo intervento deciso sarebbe indispensabile. Il gol, come si è detto, arriva al 36' e anche Rivera ci mette lo zampino, ma molto da distante: è Gianni, infatti, che su punizione tocca la palla a Saba dini, il quale effettua un cross verso Chiarugi, che di testa insacca. Ci sarebbe tempo e modo di rimediare, perché questo Milan in difesa non fa certo faville: Bet, ad esempio, colleziona errori su errori, Giagnoni grida e mostra i pugni ma pare che nessuno lo senta. Sperotto e Libera, però, dall'altra parte, sembrano rassegnati, sonnecchiano, ogni tanto si svegliano all'improvviso, si dan! no un'occhiata intorno, poi riprendono il loro sonno. Marini, che I è già dell'Inter, si batte invece i come un leone, ma gli altri si : limitano a guardarlo e forse si i chiedono dove prenda tutta queli la voglia. Cosi, per lunghi tratti, i Albertosi esce addirittura dalla | propria area e corre in tondo per I scaldarsi. Se andasse al bar a prendersi un tè caldo, forse nessuno se ne accorgerebbe. Così il Varese scende in serie B tra l'indifferenza quasi generale (ormai la retrocessione era scontata, mancava solo la certezza matematica), mentre il Milan spera ancora di qualificarsi per la Coppa Uefa: » Dobbiamo vincere le due partite che restano », pro clama Giagnoni. E poi? Poi si ve | drà: il destino di Giagnoni è più che mai legato a quello di Rivera. | In pratica i due hanno già divor- : ziato, anche se per un paio di set j timane saranno ancora obbligati l — a denti stretti — a stare l'uno J a fianco dell'altro. Maurizio Caravella Tutti i 22 in ficava la quas Sam Cacciatori Arnuzzo Rossinelli Lippi Bedin Prini Nicolini Valente Maraschi Salvi Fotia CArbitro campo i mate pdoria 0 orsini : sembra abbiano rispetmatica salvezza per i b Roma 0 • Conti • Negrisolo • 43' Liguori • Rocca • Cordova • Santarini • Peccenini • Penzo • Morini • Prati De Sisti Spadoni * Liedholm Panzino tato un tacito accordo di non belligeranza: il pareggio signilucerchiati e per i giallorossi di Liedholm la conferma del 3° posto (Dal nostro inviato speciale) Genova, 4 maggio. Questa partita doveva risolversi in uno zero a zero o meglio ancora in un pareggio: così è stato anche se i protagonisti avrebbero potuto recitare la loro parte con maggiore dignità o quanto meno con più malizia invece di prendere in giro gli spettatori con il loro non gioco esasperato a oltranza, soprattutto dalla tre quarti di campo in avanti. Ogni qualvolta qualcuno si avventurava nella zona pericolosa, sia da una parte che dall'altra, la conclusione era sempre la stessa: tiracci altissimi diretti verso le gradinate oppure passaggi sbagliati nei piedi dei difensori. E se qualcuno ogni tanto trasgrediva, preso dalla foga dell'azione, ci pensavano Cacciatori o Conti con l'apporto di Lippi e Santarini a rimediare. Da che si dovrebbe intuire che 7d"ól "è '"f'ìó li licito accordo di non belligeranzn fra Sampdoria e Roma è stato rispettato con il massimo impegno: il pareggio significava la quasi matematica salvezza per i blucerchiati, al nono risultato utile consecutivo, e per gli ospiti la conferma del terzo posto. Ovvio che arbitro permettendo le due squadre ritirassero i remi in barca, cosa che hanno fatto con estrema sollecitudine: anche I vari De Sisti, Cordova, Salvi. Bedin, cioè quelli solitamente più Impegnati, hanno rispettato le consegne tocchettando nei margini del lecito, senza fare un passo o un passaggio in più. Bedin in verità ha cercato di salvare la faccia correndo molto ma concretizzando poco, mentre Maraschi ha avuto in Peccenini un irriducibile avversario, al contrario di Prati sul cui piede, in una maniera o nell'altra, sono spiovuti molti palloni — almeno nel primo tempo — ma II centravanti li ha tutti malamente sprecati, smistandoli con noncuranza a lato. Dall'altra parte, Fotia ha fatto il terzino su Rocca, quasi sempre con discreti risultati, mentre l'oriundo Valente cincischiava spesso e volentieri con Morini. Il più stonato di tutti, indubbiamente, era ancora una volta il mancato Netzer della Sampdoria, quel Nicolini al quale forza e gioventù non sembrano bastare per rimediare alle sue notevoli insufficienze tecniche. Il traguardo della Sampdoria e di Corsini era la salvezza e questa è stata raggiunta ancora una volta, infilando una serie notevole di risultati positivi che hanno portato nelle tasche dei giocatori blucerchiati fior di quattrini: Il bilancio della squadra si chiude dunque in attivo perché difficilmente il Vicenza colmerà il divario di tre punti mentre quello finanziario della società sarà fallimentare, qualcosa come settecento milioni di passivo, di cui quasi trecento finiti nelle tasche di Salvi e compagni. L'ultimo loro «sciopero bianco», quello di giovedi scorso, quando si sono rifiutati di andare in ritiro, ha fatto allentare ulteriormente i cordoni della borsa di Lotti Ghetti junior, De Franceschi™ e Montefiori che sono stati costretti a sborsare quei soldi che pensavano di avere risparmiato nella campagna acquisti, dopo avere indebolito la Sampdoria cedendo Santin e Badiani. Tutto è bene, ovviamente, quando si finisce bene ma ora, in attesa della parola fine, la Sampdoria deve già pensare al futuro. Non ha senso avere un presidente miliardario e doversi adeguare ogni stagione ad un campionato con l'acqua perennemente alla gola. La Genova calcistica è in grado di dire qualcosa di più valido nel In tribuna a Marassi

Luoghi citati: Genova, Roma, Varese