"L'utile della "Olivetti,, supera i quattro miliardi

"L'utile della "Olivetti,, supera i quattro miliardi Ieri ad Ivrea l'assemblea degli azionisti "L'utile della "Olivetti,, supera i quattro miliardi Il fatturato del Gruppo è aumentato del 24,8 % - Dividendo di 70 e 60 lire (azioni privilegiate e ordinarie) - Buone prospettive per il '75 (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 28 giugno. In un periodo, come l'attuale, in cui si comincia a parlare dell'informatica in termini di sopravvivenza tecnologica, seguire da vicino le vicende della Olivetti significa anche esaminare la risposta italiana alla cosiddetta sfida americana, diventata più minacciosa dopo l'accordo tra la Compagnie Internationale pour l'Informatique (dietro ad essa c'è lo Stato francese) e la Honeywell Bull franco-statunitense. Oggi a Ivrea Silvio Borri ha presieduto l'assemblea degli azionisti della Olivetti, di cui è presidente del consiglio d'amministrazione dal 30 maggio scorso (è succeduto all'attuale ministro delle Finanze Bruno Visentini), ed ha colto l'occasione, nella relazione di bilancio, per accennare alla situazione italiana in questo settore. «Nel corso del 1974» ha dichiarato Borri, «si è assistito ad una ulteriore accentuazione degli interventi di promozione pubblica a sostegno dei settori nazionali dell'informatica nei più importanti Paesi industriali: sembra tempo quindi che non si frappongano ulteriori indugi nell'affrontare anche nel nostro Paese una politica di plano settoriale, in specie se si tiene conto che l'informatica rappresenterà nei prossimi anni uno del car¬ dini della crescita economica e sociale». Con termini pacati Borri ha ricordato, in un certo senso, quanto Le Monde scrisse qualche mese fa, e cioè: «I Paesi privi di industrie di calcolatori, un giorno, non avranno che industrie di montaggio o di forniture». Il pericolo è quello di diventare una «colonia tecnologica», abdicando all'indipendenza economica, culturale e sociale. La Olivetti, sia pure risentendo della crisi economica mondiale e delle «carenze strutturali» dell'Italia in particolare, ha «risposto» bene alle varie sfide. Il bilancio dell'esercizio 1974 si è chiuso con un utile di 4,2 miliardi (4,1 nel '73) ohe consente la distribuzione di un dividendo di 70 lire per le azioni privilegiate e di 60 lire per quelle ordinarie. Gli ammortamenti raggiungono, secondo le aliquote massime ordinarie consentite, i 15,5 miliardi contro i 14,2 dell'esercizio precedente. Il fatturato consolidato del Gruppo Olivetti è stato nel '74 di 795,9 miliardi, con un aumento del 24,8 per cento rispetto al '73. Questo incremento, a cambi costanti, sarebbe però del 18,1 per cento. Un azionista ha tuttavia contestato la dizione «cambi costanti» («i cambi», ha detto, «non sono ?nai costanti») e di conseguenza la svalutazione del 6 per cento soltanto. L'elemento più significativo di questo bilancio è nella diversa composizione del fatturato a vantaggio dei prodotti a tecnologia elettronica, la cui incidenza sul totale è quasi raddoppiata nell'arco di quattro anni, passando dal 23,9 per cento nel '71, al 54 per cento nel '74 (37,8 per cento nel '73). Nella società capogruppo (il fatturato è stato di 343,8 miliardi) tale incidenza è ancora maggiore: dal 55,9 per cento nel '73 al 62,5 per cento nel '74. «A fianco dell'aumento della produzione del sistemi di elaborazione dati, sistemi gestionali contabili, terminali e apparecchiature per la raccolta dei dati» ha dichiarato Silvio Borri, «c'è staio la diminuzione, dal 66 al 35 per cento tra II 1965 e il '74, della produzione delle macchine per scrivere e da calcolo». A questi saldi attivi si contrappone un crescente deficit nell'interscambio di elaboratori: per questi prodotti, nonostante il forte sviluppo delle esportazioni italiane (più 60 per cento dal 1973 al '74), l'aumento delle importazioni (più 62 per cento nello stesso periodo) ha contribuito a creare una situazione preoccupante anche se non allarmante. La bilancia commerciale del settore — e qui si annida il pericolo di diventare un giorno «colonia tecnologica» se non ci saranno provvedimenti programmatici — ha registrato nel 1974 un peggioramento del deficit (—31 miliardi) già iniziatosi, peraltro, nel '73. A questo proposito Borri (ex presidente dell'Imi e ancora consigliere della Finsider, Bastogi e Stet) ha insistito che «deve essere sottolineata l'importanza del settore in termini di bilancia con l'estero e la conseguente necessità di rafforzare l'industria nazionale dell'informatica». Per quanto riguarda infine la situazione delle Consociate della | Olivetti all'estero, l'andamento più favorevole, in termini di fatturato, è stato nell'area latino americana (+44,1 per cento ri. spetto al '73). Seguono l'area i afroasiatica (+26,3 per cento) e della Cee ( + 19,5 per cento). Rispondendo agli azionisti Borri ha dichiarato che la situazione della Olivetti nei primi cinque mesi di quest'anno «è ancora sostanzialmente positiva»: da gennaio a maggio il fatturato consolidato del Gruppo è stato di 278,1 miliardi con un aumento del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del '74, quello della Capogruppo è stato di 122,5 i miliardi ( + 13,1 per cento) e comprende 61,5 miliardi sul mercato italiano (+3,4 per cento) e 61 miliardi di esportazioni (+25 per cento). Gli ordini acquisiti dal Gruppo segnano una diminuzione del 7,7 per cento, mentre sono maggiori rispetto agli ultimi cinque mesi del '74. Pier Mario Fasanotti

Persone citate: Bruno Visentini, Pier Mario Fasanotti, Silvio Borri

Luoghi citati: Italia, Ivrea