Il giudice vuole sentire Carli sul caso della Banca Privata di Renato Cantoni

Il giudice vuole sentire Carli sul caso della Banca Privata Nuovo clamoroso capitolo dello scandalo Sindona Il giudice vuole sentire Carli sul caso della Banca Privata Oltreché al Governatore sono state inviate comunicazioni giudiziarie ai tre amministratori delegati del Banco di Roma: Giovanni Guidi, Mario Barone e Ferdinando Ventriglia - La denuncia è partita da un gruppo di piccoli azionisti della Banca Privata Milano, 26 giugno. (Ansa) Nell'ambito dell'inchiesta sull'attività degli organismi finanziari facenti capo a Michele Sindona, il giudice istruttore dott. Olivio Urbisci, su conforme parere del pubblico ministero dott. Guido Viola, avrebbe emesso oggi quattro comunicazioni giudiziarie nei riguardi del governatore della Banca d'Italia dott. Guido Carli e degli amministratori delegati del Banco di Roma Giovanni Guidi, Mario Barone e Ferdinando Ventriglia. Quest'ultimo è anche vicepresidente del Banco di Roma. Il provvedimento del magistrato sarebbe stato preso in relazione alle denunce presentate, per conto di un gruppo di piccoli azionisti della Banca Privata Italiana dagli avv. Sordillo e Mariani. Tali azionisti si erano ritenuti danneggiati dal comportamento tenuto dal dott. Giovanni Battista Fignon, quando quesi fu inviato dal Banco di Roma per controllare la situazione della banca facente capo a Sindona e salvarla dal fallimento. Il Fignon avrebbe evitato di esporre ai suoi l'effettiva situazione finanziaria dell'istituto di credito, inducendo così in errore i soci stessi i quali anziché vendere le azioni di cui erano in possesso, ne acquistarono altre, trovandosi poi con effetti di scarso valore. I denuncianti avevano esposto alla magistratura uno stato di cose, dal quale potrebbero emergere nei riguardi dei tre amministratori del Banco di Roma episodi di concorso nei reati di falso in comunicazioni sociali, aggiotaggio, truffa e violazione della legge fallimentare. Tutto questo sarebbe avvenuto senza che la Banca d'Italia, ente preposto al controllo delle altre banche, intervenisse per impedirlo. Da qui l'ipotizzazione di una omissione di atti d'ufficio nei riguardi del governatore della Banca d'Italia, unica accusa che sarebbe contenuta nella comunicazione giudiziaria indirizzata al dottor Carli. Milano, 26 giugno. Lo scandalo Sindona si arricchisce di capitoli sempre più clamorosi. Dopo l'emissione dei mandati di cattura per Sindona e per il suo luogotenente Bordoni e l'incriminazione di altri personaggi, salgono ora alla ribalta i tre amministratori delegati del Banco di Roma, Ventriglia. Barone e Guidi, e niente di meno che il Governatore della Banca d'Italia, Guido Carli. La comunicazione di reato inviata dal giudice Urbisci fa parte dell'azione che egli conduce a Milano, cercando di comporre pazientemente un mosaico di quanto è capitalo allo spregiudicato banchiere messinese e a tutti quei personaggi che hanno volteggiato attorno a lui. Di cosa si tratta realmente? Già da tempo un discreto numero di piccoli azionisti della Banca Unione di Milano, che verso la metà del 1974 venne fusa nella Banca Privata Finanziaria dando vita alla Banca Privata Italiana (istituto di credito con- trollato da Michele Sindona), si ritengono danneggiali dagli avvenimenti che hanno fatto seguilo nel maggio del '74. allo scoppio dello scandalo in cui fu protaginistn Michele Sindona. In un pi imo momento, la Banca d'Italia cercò, attraverso il Banco di Roma, di impedire il fallimento della Banca Privata ! Italiana. A questo scopo vennero inseriti alcuni alti funzionari del Banco di Roma nella Banca Privala Italiana, che assunsero le più importanti mansioni direttive ed esecutive, A capo di questi vi era il dottor Fignon direttore centrale del Banco di Roma. Effettivamente furono date verbalmente assicurazioni sia ai depositanti, sia agli azionisti della Banca Privata Italiana che si sarebbe trovala una soluzione per impedire che essi fossero danneggiati. Purtroppo i «buchi» della Banca Privala Italiana assunsero una dimensione tale che non vi fu la possibilità d'arrivare al salvataggio della banca e venne dichiarata la liquidazione coatta amministrativa che equivale al fallimento. Fu precisato però dalle autorità centrali che i depositanti della Banca Privala Italiana non avrebbero perso una lira in quanto le tre banche di interesse nazionale. Banco di Roma, Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano, all'uopo incaricate dalla Banca d'Italia, avrebbero rimborsato tutti i depositi della Banca Privata Italiana. Vi era poi la questione degli azionisti di minoranza della Banca Privata Italiana. Questi, praticamente, videro azzeralo il valore dei titoli in loro possesso in quanto il capitale di una società fallita perde qualsiasi valore: mentre se la Banca Privata Italiana fosse stala trasformata in una ipolizzata «Banca Ilalian d'Oltremare», essi avrebbero avuto il diritto di sottoscrivere le azioni della nuova banca a condizioni favorevoli ed a questo modo avrebbero potuto evitate la perdita totale dei loro investimenti. Vennero instaurate diverse azioni giudiziarie ed il giudice Urbisci, con la sua decisione di ieri, ha evidentemente trovato qualche fondamento nelle istanze dei danneggiati. Non è detto che i reali ipotizzali per Carli. Ventriglia, Guidi e Baroni, trovino fondamento in un prosieguo delle indagini, ma effettivamente nell'affrontare lo scandalo Sindona e nell'impostare un'opportuna azione di salvataggio, le nostre autorilà centrali hanno fatto una certa confusione e soprattutto hanno operato senza pensare che la Banca Privata Italiana avrebbe poiulo essere messa in liquidazione coatla per la gravità dei fatti emersi spulciando la contabilità c la documentazione della banca stessa. Renato Cantoni

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