Caccia ai banditi: bloccata piazza Statuto due arresti, scoperto un arsenale di armi

Caccia ai banditi: bloccata piazza Statuto due arresti, scoperto un arsenale di armi Drammatica sequenza di episodi nel convulso traffico della città Caccia ai banditi: bloccata piazza Statuto due arresti, scoperto un arsenale di armi La polizia raggiunge con le autoscale una soffitta : ma il ricercato è fuggito - Trovato poco dopo in via Fréjus mentre fugge in moto con un complice - Sparatoria, arrestati - In via Cavalli il covo della banda: pistole, fucili, dinamite Movimentata caccia a un bandito, nel tardo pomeriggio di ieri: piazza Statuto è rimasta bloccata per quasi un'ora, la polizia è entrata in una mansarda del quinto piano con una scala dei pompieri. Il ricercato è stato poi preso in via Fréjus mentre fuggiva con un complice su una Kawasaki. E' Ugo Benazzi, 36 anni, definito nei rapporti all'autorità giudiziaria «delinquente abituale». L'amico è Enzo Poltronieri, 28 anni, fuggito due anni fa dall'ospedale psichiatrico di Collegno dove era stato ricoverato. Entrambi sono senza fissa dimora. Su di loro In questura ci sono spessi fascicoli per furti e rapine; sono sospettati di aver organizzato ed eseguito molti assalti a uffici postali e banche negli ultimi due mesi. Anche le loro caratteristiche somatiche corrispondono alla descrizione fatta dalle vittime. Benazzi era ricercato per una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per furti, contro Poltronieri c'era un mandato di cattura dell'aprile scorso. La vicenda è incominciata verso le 19, quando il capo della Mobile, dottor Fersini, ha saputo che In una mansarda al quinto piano di piazza Statuto 13 — uno stabile recentemente rimodernato — si nascondeva Benazzi. Fersini, accompagnato dal dottor Sassi, è salito sino alla mansarda. Gli appostamenti, in corso sin dal primo pomeriggio, confermavano che il pregiudicato era in casa. I funzionari hanno bussato; silenzio. Hanno provato "ad'abbattere la massiccia porta, che però ha resistito alle spallate. Allora si è deciso di tentare dall'esterno. Sono stati chiamati 1 vigili del fuoco, pistola In pugno Fersini e Sassi sono saliti sino alla finestra del quinto piano con una scala. In casa non c'era nessuno. C'erano invece un ventilatore ancora acceso, segno di una presenza recente; due radio sintonizzate sulla lunghezza d'onda della polizia e del carabinieri; franchi svizzeri e francesi, fiorini olandesi e sterline per circa 20 milioni di lire; un'attrezzatura completa per falsificare i documenti d'identità. Tra le centinaia di persone che si erano ammassate nella piazza qualcuno ha detto di aver visto un'ombra fuggire sui tetti. Poco dopo si è saputo che Benazzi era proprietario di un box in piazza Adriano. Sirena spiegata, le volanti si sono dirette verso la zona. In piazza Adriano hanno incrociato una Kawasaki 900 con sopra due uomini, uno dei quali era Benazzi. Il compagno ha portato la mano alla cintura, come per prendere una pistola; a questo punto gli agenti hanno esploso alcuni colpi in aria. Una «volante» con il maresciallo mare e i brigadieri Sivie- ro eTitone hanno urtato legger mente la moto, che è caduta. I due sono stati catturati In questura hanno presentato patenti false, provenienti da uno stock rubato recentemente a Messina, ma sono stati identificati per Benazzi e Poltronieri. Il covo della banda è stato sco perto verso le 21: è il box di Benazzi, al piano interrato di via Cavalli 22. All'indirizzo esatto si è giunti atraverso una ricevuta d'affitto trovata nella mansarda durante la perquisizione. Dai vicini si è saputo che l'uomo andava e veniva spesso dal garage con una Ferrari o con una «A112». Dentro non c'erano auto, ma un vero e proprio arsenale: un fucile a canna mozza; quat tro pistole, una delle quali con silenziatore; una cassetta di dinamite, un'altra di gelatina esplosiva; detonatori, micce, caricatori per armi; alcuni passamontagna. Il corredo per una serie di rapine. Inoltre, sono state trovate sei carte d'identità falsificate, tutte con la foto di Benazzi e nomi diversi. E' chiaro che la polizia è sulle tracce di una grossa organizzazione; le indagini dei prossimi giorni potrebbero avere importanti sviluppi. In libertà provvisoria nipote dì un ex gerarca Il giudice istruttore dott. Maddalena ha concesso la libertà provvisoria a Giovan Battista Polverelli, 33 anni, nipote dell'ex gerarca che fu a capo del Minculpop durante la Repubblica di Salò. Il giovane, difeso dagli avvocati Aitara e Fuschini, di Roma, è stato protagonista, nel giugno '71, di due vicende giudiziarie. La più clamorosa riguarda un furto di quadri — Lippi, Copperman e altri autori — scomparsi dal museo di Chiasso. La polizia elvetica accertò che la galleria era stata frequentata da un certo principe Giovannelli, che era in realtà il nipote dell'ex ministro fascista. Trasferitosi in Italia, il Polverelli cominciò a vendere quadri ad antiquari, sostenendo che intendeva restituirli «alla Patria, depredata da Gòring e da mio nonno». Poco tempo dopo finì in carcere per una storia scabrosa: fingendosi commissario di polizia, si presentò in casta di un ingegnere a Valsalice, «sequestrando» alcune a e pellicole che ritraevano la sua amica in atteggiamenti affettuosi con il professionista. Uscito in libertà provvisoria, cambiò aria e si stabili a Montecarlo, dove fu raggiunto da un ordine di cattura dei giudici elvetici per il furto di quadri. Estradato in Italia, a disposizione della nostra magistratura che nel fratempo aveva spiccato contro di lui un nuovo mandato di cattura, ha ottenuto la libertà provvisoria. Il commissario Sassi e i poliziotti s'inerpicano sulla scala Porta - I due arrestati Ugo Benazzi ed Ezio Poltronieri

Luoghi citati: Collegno, Italia, Messina, Montecarlo, Roma, Salò