Il pretore delle "buste"

Il pretore delle "buste"In tribunale a Torino Il pretore delle "buste" L'imputato Ettore Ianni avrebbe accettato denaro e doni sia dagli imputati sia da persone che avevano bisogno di aiuto E' tornato ieri in tribunale, a Torino, il dott. Ettore Ianni, di 42 anni, detto il « pretore tutto d'oro », per la singolare facilità con la quale avrebbe accettato denaro e doni sia per favorire imputati sottoposti al suo giudizio, sia per raccomandare persone che avevano bisogno del suo influente appoggio. I fatti che formano oggetto del capo di imputazione accaddero a Saranno dal 1971 al 1973. Vi sono coinvolti, oltre al dott. Ianni, l'avv. Sebastiano Lo Giudice, l'industriale edile Gianfrancesco Borroni, l'impresario Gianluigi Lattuada, il mercante d'arte Pasqualino Malagnini e il geometra capo del comune di Saronno, Aurelio Ghiringhelli. Il collegio di difesa è composto da Conso, Zaccone, Chiusane Squassone, Gino Obert, Gillo, Cifarelli e Summa; le parti civili, tra le quali figurano Mario e Luigi Lazzaroni, titolari dell'omonimo biscottificio, sono rappresentate da Tortonese e Moro Visconti. Nella prima udienza, svoltasi lunedì, il dott. Ianni ha tentato di giustificarsi insistendo sulla sua natura particolarmente generosa, che lo porterebbe ad aiutare il prossimo in ogni circostanza. « Riconosco di aver sbagliato — ha detto in sostanza — riell'accettare denari e doni, ma non avevo il coraggio di rifiutarli, per non apparire scortese ». In altre parole, e questo sembra il tema dominante della difesa, il dott. Ianni non sarebbe mai venuto meno ai suoi doveri di giudice e di cittadino e, soprattutto, non si sarebbe mai adoperato, direttamente o indirettamente, per trattare i suoi favori. Si sarebbe invece limitato ad accettare « espressioni di riconoscenza » quando ormai le sue decisioni erano irrevocabilmente adottate. L'accusa, sorretta da numerosi testimoni, non è disposta ad accettare questa tesi; il punto dolente rimane nella constatazione che i favori del dott. Ianni costavano, e non poco. E non ha molta impor¬ tanza che fossero pagati prima o dopo. Ieri, ad esempio, sull'episodio riguardante la ditta Lazzaroni, ai danni della quale il comune di Saronno aveva emesso ordinanza di sospensione dei lavori di un autogrill, l'arch. Enrico Lazzaroni, responsabile della costruzione, ha detto: « La prassi era questa: per ottenere la revoca dell'ordinanza di sospensione era necessario avere il decreto penale. Per sollecitarlo mi rivolsi al pretore ». Il professionista ha ripetuto di aver consegnato al dott. Ianni un suo libro, « Teoria delle torme ». con dentro una busta con 2 milioni in biglietti da 100 mila. Il pretore afferma che, quando ricevette il dono, aveva già emesso il decreto. Comunque non restituì i soldi. Il sindaco di Saronno, dott. Augusto Rezzonico, conferma che, anche nel caso specifico, il decreto del pretore condizionava la revoca dell'ordinanza comunale. L'arch. Garbagnati, rivolgendosi all'assessore all'edilizia, gli confidò di aver telefonato al pretore, un venerdì, per combinare un incontro il lunedì successivo. In tale occasione gli consegnò la « bustarella ». Ciro Ceci ricorse ai buoni uffici del pretore per ottenere un posto al comune di Saronno. Fu effettivamente assunto, rna Malagnini gli disse: « Devi sdebitarti ». Il poI veraccio era senza una lira e I non sapeva come comportarsi. « Devi fargli avere un qual dro », gli suggerì Malagnini. La tela costava 400 mila lire e Ceci firmò una cambiale per tale somma. « II quadro — ha detto Ceci — non l'ho nemmeno visto ». Il dott. Ianni precisa che il teste, in occasione d'un Natale, gli portò un « piccolo piatto d'argento », sempre in segno di gratitudine. Ceci nega recisamente la circostanza. « Non importa — commenI ta il p.m. dott. Silvestro —, si tratterebbe di un quadro su un piatto d'argento ». Il presidente dott. Jannibellì rinvia quindi il processo. Gino Apostolo

Luoghi citati: Saronno, Torino