Ancora rinviato il processo squillo l'imputata principale sviene in aula

Ancora rinviato il processo squillo l'imputata principale sviene in aula Ancora rinviato il processo squillo l'imputata principale sviene in aula Il presidente: "Ho tentato tutti i modi legali per avviare il dibattimento" - Il "giro" rendeva un milione al giorno, le "ragazze" percepivano 40 mila lire Il processo contro 1 presunti responsabili di una delle più grosse organizzazioni per lo sfruttamento della prostituzione a Torino, forse non si farà mai. I principali imputati, Lucia Ozella, 47 anni e il marito Leo D'Incà, 52 anni, per la quarta volta consecutiva si sono sentiti male proprio nel giorno in cui si celebrava il processo. Lui ha fatto sapere dal carcere che aveva la bronchite. Il presidente della quarta sezione, Pettenati, ha disposto una visita fiscale. Il malato aveva trentotto di febbre ma non risultava in condizioni tali da non potersi trasferire al palazzo di giustizia. Quando però il D'Incà ha fatto il suo ingresso nell'aula del tribunale, Lucia Ozella ha avuto uno dei suoi attacchi d'asma di cui soffre da tempo. E' stata soccorsa da alcune amiche e trasportata alla guardia medica dell'Ufficio d'igiene nei pressi del tribunale. Il presidente Pettenati non si è dato per vinto ed ha inviato il professor Baimà Bullone come medico fiscale all'Ufficio d'igiene per accertare la gravità della malattia dell'Imputata. Pochi minuti più tardi il professor Baima ha fatto il suo ingresso nell'aula, da solo. « L'imputata si è fatta ricoverare all'ospedale », ha detto. A questo punto, nel congedarsi dagli avvocati, rinviando il processo a nuovo ruolo, il presidente Pettenati ha ammesso di « atier tentato tutti i modi legali per iniziare questo processo ma non c'è stato nulla da fare ». La coppia Ozella-D'Incà che è difesa dall'avvocato Dalpiaz deve rispondere di parecchi capi di imputazione: induzione e sfruttamento della prostituzione, anche di ragazze minori di 21 anni, direzione di diverse case squillo, in via Gorizia, in via Sassari, in via Principessa Clotilde, attrezzate come « stilili di estetica o per massaggi ». Quando non le dirigevano personalmente, avevano qualcuno che lo faceva per loro, come Maria Condipodero, 27 anni, coimputata al processo. La quota di compartecipazione dello « studio » affiliato alla « casa madre » era di 40.000 lire al giorno per ragazza. Il giro che secondo il pubblico ministero poteva contare su numerose prostitute, più di una decina, doveva rendere oltre un milione al giorno, netto dalle tasse. Lucia Ozella, colta da malore, sorretta da un'amica

Persone citate: Baima, Dalpiaz, Leo D'incà, Lucia Ozella, Pettenati

Luoghi citati: Torino