Tv tedesca indulgente ''Kappler ha obbedito" di Tito Sansa

Tv tedesca indulgente ''Kappler ha obbedito" II responsabile delle Fosse Ardeatine Tv tedesca indulgente ''Kappler ha obbedito" Campagna per la liberazione dell'ufficiale detenuto a Gaeta I Dal nostro corrispondentej Bonn, 21 giugno. La liberazione dell'ex colonnello delle SS Herbert Kappler, l'autore della strage delle Fosse Ardeatine condannato all'ergastolo e detenuto nel carcere militare di Gaeta, viene chiesta dai tedeschi. Non fedlosilVtoliaPiu — come in passato — da j suomini politici e da associa¬ zioni di ex combattenti, ma attraverso la televisione, la quale si è appellata all'opinione pubblica con un lungo do¬ cumentario (45 minuti) dal titolo « Quando è pagata la colpa ? », andato in onda ier l'altro. La tesi dell'autore del servizio, Lutz Lehmann, enun ciata nel titolo, è quella di coloro che già prima hanno chiesto il rilascio o la grazia per l'ex capo della polizia di sicurezza di Roma, che ora ha 68 anni: l'uomo è cambia to durante i lunghi anni di detenzione, si è pentito, vor rebbe rendere omaggio alle sue vittime, ha già scontato la pena, aspetta un segno di riconciliazione e di umanità da parte di coloro che lo tengono prigioniero. E' una tesi discutibile, ma non inaccettabile a priori, tant'è vero che la domanda se una sanatoria per i crimini di guerra sia ammissibile dopo trent'anni di pena se la sono posta i governi dei Paesi che hanno ancora pri gionieri tedeschi condannati per crimini di guerra: quello olandese, quello polacco, quello sovietico e anche quello italiano (a Gaeta, insieme con Kappler, vi è anche l'ex maggiore austriaco Reder, il massacratore di Marzabotto). Ma il documentario televisivo tedesco non si limita a riproporre alle coscienze il tema umanitario. Ad un certo punto, nella ricostruzione degli avvenimenti, Lehmann cerca addirittura di minimizzare la responsabilità di Kappler, di mettere in una luce equivoca i partigiani italiani autori dell'attentato di via Rasslla, di giustificare completamente la rappresaglia te- j desca. di dimostrare che gli assassini delle Fosse Ardeatine agirono « umanamente ». j « Non è vero — dice uno de-i gli ufficiali di Kappler. il ma-1 gistrato Domizlaff (che vive in libertà, pur avendo partecipato di persona all'eccidio) I — che i morituri dovessero scavalcare i morti. Li abbiamo fatti allineare, in pinocchio dietro a loro, a cinque per volta, con le mani legate dietro la schiena, e abbiamo sparato alla nuca, dal bar-so t in alto ». Aggiunge: « Non vo-, levamo che provassero dolore ». L'intervento televisivo a favore di Kappler non si ac-1 contenta di questi particolari di « pietà nazista ». A un cer-1 to punto il documentario traborda, e il suo autore fa alzare a un paio di persone il dito ammonitore. Un sacerdote evangelico, padre Wilm, | — per esempio — rimprove- i ra « cattiva coscienza » a chi j non concede la grazia (non | si tratta comunque del governo italiano, ma di quello olandese, il quale non libera i tre criminali di guerra nazisti che tiene prigionieri a Breda) e fa sapere al pubblico tedesco che Kappler non ha fatto altro che obbedire a ordini datigli dai suoi superiori Kesselring, Von Mackensen, Wolff e altri, che furono rimessi in libertà dopo pochi anni di carcere. Accenti nazionalistici e prò-1 fessorali trapelano più avanti. E la coscienza di chi — fino a questo momento — ! poteva essere disposta a esaminare il problema dell'ergastolano di Gaeta, di colpo si rifiuta. Quando Lehmann passa all'attacco contro le autorità italiane « ipersensibili » che hanno rifiutato alla tv tedesca di filmare il prigio niero, quando fa intendere che il caso Kappler grava sulI le relazioni tra la Germania lernl'ssccnillerct^tnqtpsnv federale e soprattutto quando — per difendere l'ex colonnello delle « SS » — ci mostra in tutta la sua brutalità il massacro di My Lai, nel Vietnam (347 morti) compiuto nel 1968 dal tenente William Calley. La tirata antiamericana è così violenta, co- sì gratuita e fuori luogo, che le buone intenzioni umanitarie del documentario vengono messe in serio dubbio. Herbert Kappler — si ha l'impressione, vedendo uno spezzone girato dalla televisione italiana — sembra sinceramente pentito. Ma coloro che chiedono la sua liberazione con questo documentario il quale dovrebbe smuovere le masse tedesche e mostra- j re loro (per la prima volta) che i « cattivi » e gli « impie- | tosi» non sono soltanto a ^^^^^STrtE 1 te, flemme ano invece che non hanno imparato nulla in ! questi trent'anni. e si permettono di impartire lezioni. Al prigioniero di Gaeta (che forse ha scontato a sufficienza) non hanno certo reso un servizio. Tito Sansa Sull'inglese condannato Amin cambia parere? Nairobi, 21 giugno, presidente dell'Uganda, II Idi Amin, ha accettato di rie saminare il caso di Denis Hills, lo scrittore britannico condannato a morte in Uganda, dopo aver ricevuto un messaggio personale della regina Elisabetta. Lo ha annunciato questa sera per telefono da Rampala alla « Reuter » di Nairobi il maggiore Irain Grahamc, che insieme al generale Chandos Blair si era recato oggi pomeriggio in elicottero ad Arua dal presidente Amin. Il maggiore Grahame ha art cne detto che u presidente Amin ha accettat0 di conti. domani le discussioni sulla sorte di Hills. Sia Gra h Blair hanno fatto visita a Hills, il quale ha detto loro di essere trattato estremamente bene. Grahame e il generale Blair sono tornati questa sera a Rampala insieme ad Amin. ( Ansa-Reutcr l

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