Le scomode sordomute di Novara

Le scomode sordomute di Novara Le scomode sordomute di Novara Quattordici allieve dell'Istituto "Donnino" di Vigna accusano il preside di una scuola di non averle accettate per dare gli esami come privatiste - L'insegnante nega: "Le abbiamo sempre accolte, quest'anno c'è stato un equivoco" - Inchiesta del provveditorato (Dal nostro inviato speciale) Novara, 21 giugno. Quattordici sordomute dell'Istituto « Donnino » di Vignole e la loro direttrice « accusano » un preside di averle respinte dagli esami « perché sono esaminande scomode ». Sette devono dare l'idoneità, le altre la licenza di scuola media. Ai primi di maggio la direttrice fece telefonare alla scuola « Morandi » dove da quattro anni presentava le sue allieve. « Il preside, spiega la direttrice Gianna Rubino, ci dichiarò che non sapeva se i suoi insegnanti sarebbero stati ancora disposti, dopo quattro anni, ad accogliere le nostre ragazze. Sono la prima a riconoscere che con i sordi si fa più fatica; ma non mi aspettavo che facesse chiaramente intendere che era meglio che ci rivolgessimo altrove ». Perché non ha insistito, telefonato? Ci scruta indignata. E' anche lei sorda e, in un primo tempo si fa un po' fatica a capirla, ma dopo poco le sue parole sono chiare, dure. « Se io vengo a casa tua a pregarti e tu mi fai dif¬ ficoltà, stai pure sicuro che non vengo un'altra volta. Io e le " mie " ragazze siamo orgogliose: abbiamo bisogno di comprensione, non di compassione ». Il professor Giuseppe Puleo, da due anni preside della « Morandi », è un educatore aperto, cordiale, respinge con veemenza il sospetto di avere agito con discriminazione. Ma deve avere il consenso del corpo insegnante. Qualche tempo fa il collegio dei professori non gli permise un dibattito sul gior- j nalismo nell'interno della scuola. Sono forse i professori che non hanno voglia di affrontare l'incognita di un colloquio faticoso? « Niente affatto — assicura — l'avevano fatto gli anni prima. Questa gente (usa proprio questo termine) l'avevamo sempre favorita in ogni modo. L'anno scorso le avevamo promosse tutte ». Il preside è sicuro di sé: « Si tratta evidentemente di un equivoco. Io con la direttrice non ho mai parlato ». Ripete la smentita anche davanti al dottor Rizzuti, un provveditore che non ama insabbiare le grane e che sta¬ mane, non appena è venuto a sapere del caso, ha subito convocato le parti per un chiarimento. Effettivamente la telefonata preliminare era stata fatta, dalla professoressa Giovanna Del Savio, insegnante d'italiano alla «Donnino», ma questo non cambia le cose: la professoressa che è anche una sindacalista non può aver scambiato il bidello per il preside. Il fatto è che alla « Morandi » nessuno si è più preoccupato di quel piccolo gruppo di privatiste che aveva timidamente bussato alla porta ritenuta amica. Anzi quando sono stati richiesti i documenti per l'iscrizione a un'altra scuola, nessuno si è meravigliato: l'istituto è privato, può iscriversi dove vuole. A questo punto nella vicenda si è inserito un terzo personaggio, la professoressa Concetta Torri, preside della scuola media del rione Sant'Andrea a cui la direttrice dell'istituto sordomuti si è rivolta. « La direttrice e la sua segretaria interprete — spiega la Torri — sono venute da me. Erano amareggiate, delu¬ se, come chi è vittima di una ingiustizia e vorrebbe reagire, ma non sa come fare ». Ha consigliato loro di indirizzare un esposto al provveditore ma la direttrice ha preferito rimandare la « denuncia » a dopo gli esami. Le ragazze durante questo periodo sono tese, confuse. Hanno bisogno di serenità e di calore. E' quello che hanno trovato nella nuova scuola dove stanno svolgendo gli scritti e dove si preparano ad affrontare gli orali. Tutto risolto dunque? Niente affatto. La vicenda potrebbe essere schedata fra i molti problemi organizzativi legati ai mesi degli esami, quando nel mondo della scuola c'è il piccolo terremoto delle commissioni da insediare, dei trasferimenti dei presidi, delle ammissioni e iscrizioni dei privatisti. E' invece una storia drammatica perché le protagoniste di questo sballottamento da una scuola all'altra sono delle giovani afflitte dalla terribile limitazione della incomunicabilità. Antonietta, Margherita, Rosa, Giuseppina, Gabriella, Bruna, Giovanna, Ninfa e Vicentina, le gemelle di Invorio a cui la provincia ha dato un solo apparecchio acustico in due, tutte dai 15 ai 20 anni, non sentono, parlano a stento aiutandosi con le mani, le labbra, gli occhi in cui di rado si accende un sorriso. Ogni atto, ogni gesto che ricordi loro la condizione di escluse è una cocente umiliazione. Quando la direttrice ai primi di maggio le ha chiamate per informarle che questa volta non sarebbero tornate nelle aule già note molte hanno pianto. « Ma poi abbiamo stretto i denti — ricorda Gabriella — ed abbiamo promesso a noi stesse che ce l'avremmo fatta in ogni modo anche se ci eravamo preparate sui programmi della "Morandi" ed ora siamo in difficoltà specie per il francese ». Per queste ragazze uscire, mescolarsi con le altre che studiano senza differenze, unite nell'impegno di fare capire che la loro preparazione è accurata, non è soltanto una prova scolastica ma è un esame di vita, un primo traguardo nel cammino che le condurrà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Vittoria Sincero

Persone citate: Bruna, Concetta Torri, Giuseppe Puleo, Ninfa, Rizzuti, Vigna, Vittoria Sincero

Luoghi citati: Invorio, Novara