È considerato vicino alla "Junta democratica

È considerato vicino alla "Junta democratica È considerato vicino alla "Junta democratica Don Juan (padre di Juan Carlos) non potrà più entrare in Spagna pMadrid, 19 giugno. Il conte di Barcellona, Don Juan di Borbone, capo della famiglia reale spagnola, non potrà entrare in Spagna né sostare con il suo yacht «Giraldo 2» in acque territoriali spagnole: questa, la decisione del governo di Madrid, comunicata oggi a Don Juan, nella sua residenza di Estoril, dall'ambasciatore di Spagna in Portogallo, Antonio Poch. Nel pomeriggio di ieri era giunto a Madrid il governatore delle Baleari, Carlos de Meer, che si era incontrato con il principe di Spagna. Juan Carlos di Borbone, e con almeno un membro del governo spagnolo. La visita a Madrid del governatore ve-niva subito messa in rapporto con la notizia che il conte di Barcellona sarebbe ritornato domenica a Palma de Majorca, dove si trova alla fonda il « Giraldo 2 ». Juan di Borbone aveva trascorso recentemente un lungo periodo di « vacanza e di lavoro » nelle Baleari, a bordo del suo yacht. In quel periodo, Juan di Borbone ebbe parecchi incontri con il figlio e con alcuni esponenti della opposizione spagnola, nonché con alcuni aderenti alla « Giunta democratica» che, in Spagna, è «illegale» e dura mente combattuta. Allorquan do quindici giorni or sono il capo della casa Borbone lasciò Palma in aereo, diretto a Lisbona, venne salutato all'aeroporto con gli onori militari. Non succedeva dai tempi della guerra civile spagnola. Sabato scorso, nella villa di Estoril si svolse una cena, al termine della quale il conte di Barcellona pronunciò un discorso. Egli ricordò tra l'altro di non aver mai rinunciato ai legittimi diritti di successione: « Da quando ho accettato la successione di mio padre e l'irrinunciabile direzione della dinastia — affermò — sono titolare di doveri e diritti imprescrittibili che, come ho già detto in precedenti occasioni, non posso in coscienza abbandonare, in quanto nascono da molti se coli di storia e sono diretta mente legati alle sorti pre senti e future della Spagna ». Il discorso scatenava una I delle più dure campagne della stampa spagnola contro il conte di Barcellona. A Ma-drid si affermava apertamente che, essendo egli contrario alla successione ordinata da Franco nel 1968 (investitura di Juan Carlos come futuro re di Spagna), veniva a trovarsi implicitamente «contro Franco». Posizione che, del resto, gli era già stata attribuita in precedenti occasioni. Alla cena di Estoril erano presenti molte rilevanti personalità dell'opposizione, tra le quali Marcelino Lobato (partito socialista popolare), Fernando Chueca (unione socialdemocratica spagnola), Antonio Fontan (destra democratica), Jesus Prados Arrarte (unione sociale democratica). Jaime Cortezo ^si- nistra democristiana). Molti ci loro si sono dichiarati « repubblicani » ma disposti a raggiungere un accordo « che garantisca la vera pacificazione del paese » o « coscienti della necessità di un vero dialogo e di vere isti- tuzioni in cui non vi siano né vincitori né vinti ». Dopo le misure adottate dal governo nei confronti del conte di Barcellona, si afferma in alcuni circoli politici spagnoli che anche coloro che hanno partecipato alla cena di Estoril potrebbero essere oggetto di sanzioni. Ed in primo luogo del ritiro del passaporto, come già è avvenuto per altri esponenti dell'opposizione che hanno partecipato all'estero a riunioni definite « sovversive ». (Ansa)