l miliardi della maglia

l miliardi della maglia Il salone della maglieria a Milano l miliardi della maglia Uno dei settori più vivi della nostra esportazione - Una mostra a Monaco nel '76 - Modelli semplici, per le patite dei ferri (Nostro servizio particolare) Milano, 19 giugno. Parlare della nuova linea di maglieria che, scartati finalmente i revival, si orienta verso una semplicità di netta ispirazione orientale, di gusto povero, per la primavera-estate del prossimo anno? O avanzare spiragli sulle strane lotte intestine che attanagliano le manifestazioni italiane? Considerato che il settore maglieria resta o ritorna ad essere uno dei comparti più vivi della nostra esportazione, se nei primi dieci mesi dello scorso anno abbiamo sfiorato i 610 miliardi con un ottimo incremento sul 1973, ma non sufficiente a compensare le contrazioni dei consumi interni, sarà meglio parlare subito della nuova iniziativa del Comis Tricot, inaugurato martedì a Milano. Il filo di lana, lo stame d'una delle fibre sintetiche che qui al Comis Tricot esprimono il meglio di se stesse, collegherà, dal marzo 1976, Milano con Monaco di Baviera, in occasione della Mode Woche, il più prestigioso mercato europeo. La nuova manifestazione che porterà a Monaco una troupe di circa 150 espositori italiani, si chiamerà Italtricot e dopo le presentazioni in anteprima dell'Eurotricot milanese, si incaricherà di raccogliere contrattazioni per i post-campionari italiani. Lodevole iniziativa a saggiare di che forza sia il nostro export in maglieria al di là del cambio favorevole per l'estero e del sacrificio in margini di guadagno a cui si sottopongono gli operatori economici di casa nostra, se dietro questa decisione — a specchio d'un Comis Tricot quasi in panne — non ci fossero lotte silenzione e delicatissimi confronti fra il Salone modamaglia di Bologna e l'Associazione maglia calze. Quest'ultima con il suo mancato apporto al Comis, appare più propensa, con l'Ente italiano della moda, a vedere ristretta ad un unico salone stagionale la presenza della maglieria a Milano in alternativa con la rassegna bolognese. Il Comis si è difeso con quest'iniziativa che tuttavia non fa che ribadire l'incapacità dell'apparato fieristico del nostro paese e proietta, seppure sotto l'egida di un accordo Milano-Monaco, gli espositori italiani sul luogo della concorrenza straniera. L'incertezza è d'altronde palese anche negli stands di questa 24a edizione dell'Eurotricot, a parte quelli che offrono filati nelle più varie combinazioni tra lino e orlon, lana e dralon: la ricerca di linee, di colori è piuttosto statica. Non tutto il male viene per nuocere; e poiché la stagione delle vacanze e il nuovo gusto del far da sé si combinano utilmente, le patite dei ferri da calza possono essere tranquille sull'esito del golf da lavorare per l'inverno come per la primavera 1976. Usano modelli squadrati, senza diminuzioni, senza bordi di rifinitura, con colli spogli e quadri o a barchetta, senza maniche o formate dalla spalla al solito molto scesa. Molti pulì sono proprio due rettangoli cuciti insieme, casacche diritte con manica ampia, a chimono, cardigan, tuniche lunghe o invece golfini corti, appena appoggiati in vita, a maglia traforata, bucherellata che simula la rete, hanno comunque nel filato lustreggiante, ma più spesso a mano vellutata, l'unico accento di novità. Voluminose le ampiezze, rustiche le lane, mischiati i colori delle argentine, dei blouson da uomo di Egon von Furstenberg, con arancio, bianco e blu polveroso; spugnosi gli effetti di rigature nei completi di gonna diritta arricciata in vita e pulì da eurogolf; il viola e il vinaccia spezzano il color crudo nelle rigatissime tuniche della Fibretex. La moda in orlon alterna a quella spoglia una linea ricca di piacevoli contrasti, tutti armoniosi: golfetti segnati alla vita dalla cintura, presentano colli sciallati, drappeggiati, sempre rotondi per equilibrare il rigore della silhouette diritta; con una tasca sbieca, uno sportivo bottone in legno, giocano sulla diversa lavorazione della maglia. Grana di riso, jacquard fra ispirazione sudamericana e Africa mediterranea e gusto naif, ajour e lavorazione a coste in funzione decorativa, specie nelle tasche e nei taschini all'altezza del petto, tanto nelle maglie polo che nel soprabito tre quarti e nella tunica impiegano filati orlon in mischia con l'angora per effetti di morbida pelosità anche se un filo d'aspetto serico solca, a lavorazione intrecciata, la grezza consistenza del cotone. Brillanti i colori rubati alle bibite estive: l'arancio delle spremute di frutta, il giallo limone, il verde della menta e del cedro, con qualche rosa acerbo e toni da sorbetto inzuccherato. Lucia Sollazzo

Persone citate: Egon Von Furstenberg, Lucia Sollazzo