Il "liscio,, dei tempi andati e pochi divi della canzone di Francesco Fornari

Il "liscio,, dei tempi andati e pochi divi della canzone Le finali del Disco per Pestate a St-Vincent Il "liscio,, dei tempi andati e pochi divi della canzone Nove complessi in gara e l'affermazione delle orchestre popolari - Un panorama musicale che spazia dal jazz al folk - La musica leggera italiana spera in una rivincita dopo Canzonissima (Dal nostro inviato speciale! Si-Vincent, 19 giugno. Atmosfera da ultima spiaggia all'interno del Teatro delle Terme, dove si è iniziata stasera la semifinale del «Disco per l'estate». Discografici, autori, cantanti, musicisti, orchestrali, sembrano rendersi conto che questa è l'ultima possibilità offerta alla musica leggera italiana per risollevarsi dopo il crollo di Sanremo e quello non meno inglorioso di «Canzonissima», cancellata dal calendario delle manifestazioni canore del nostro Paese. Voci maligne e i soliti bene informati assicurano che questa sarà l'ultima edizione e poi anche il «Disco per l'estate» finirà nel cassetto dei ricordi. Naturalmente queste dicerie non trovano alcuna conferma ufficiale: i funzionari della Rai, che si aggirano come formiche industriose, le definiscono «assurde e prive di ogni fondamento». Ma il dubbio resta, avvalorato dal fatto che non è stato realizzato proprio nulla per tentare di raddrizzare le sorti traballanti di questa manifestazione, ultimo portabandiera della nostra logora e stanca schiera di cantanti e compositori. Il teatro è quello di sempre, con la sua funerea tribunetta per il pubblico e gli specchi che riflettono i visi sconcertati degli addetti ai lavori, alle prese con cavi elettrici, microfoni, amplificatori. La sceneggiatura è rimasta tale e quale, si ha l'impressione che il copione sia quello di tre, quattro anni fa, immutato da allora. Ci sono i presen-1 tatori di sempre, Corrado e Gabriella Farinon: una coppia senza dubbio bene affiatata e | simpatica al pubblico, ma logorata ormai da anni di presenze su questo palcoscenico. Il «Disco per l'estate» si trascina stancamente da un anno all'altro e nessuno fa nulla per migliorarlo, per dargli nuovo vigore, per renderlo più interessante. Eppure sembra che sia una manifestazione che fa ancora presa: per tre mesi verranno radiotrasmessi i quarantotto motivi che vi hanno partecipato e ■ I I I ì j ■ dei quali sono stati selezionaI ti dagli ascoltatori i ventiI quattro che stasera e domani I si contenderanno l'ingresso ì alla finale, dove le dodici canzoni superstiti gareggeranno j per la palma della vittoria che verrà assegnata da seicento giurati scelti con un sorteggio fra gli abbonati della Rai-tv. Nonostante la crisi che travaglia la nostra musica leggera l'industria del disco sembra aver superato il periodo critico. Secondo i discografici è in ripresa con un bilancio di quarantacinque - cinquanta miliardi (e si sa che in Italia i bilanci sono sempre bugiardi «in difetto», per motivi di ordine fiscale). Il gusto del pubblico è cambiato, lo dimostra anche la selezione avvenuta strada facendo dei quarantotto motivi iscritti alla manifestazione. Dei ventiquattro arrivati alle semifinali, ce ne sono ben quattro (esattamente tutti quelli che vi hanno preso par- te) strumentali: al cantante la gente ha preferito il musicista, l'esecutore solista che interpreta il motivo col proprio strumento. E' finito ormai il tempo dei divi: fra i sopravvissuti, oltre ad Orietta Berti (che sembra indistruttibile) ed alla coppia Al BanoRomina Power, sono rimasti Nicola Di Bari, Mino Reitano, Umberto Balsamo, affiancati da Landò Fiorini, Maurizio, Miro e Santino Rocchetti. C'è poi l'invasione dei complessi (addirittura nove), a riprova che il pubblico oggi al cantante preferisce la musica e l'affermazione delle orchestre popolari che si propongono il «liscio» dei tempi andati. Due sono arrivate a St. Vincent: l'orchestra spettacolo Casadei e l'attrazione di Vittorio Borghesi. Il panorama musicale di questa edizione di «Un disco per l'estate» è quanto mai vario, spazia dal jazz al folk, dalla canzone romantica al motivo ruggente. Che cosa dire delle canzoni? Umberto Balsamo, una rivelazione del «Disco per l'estate» che aspetta da anni di farsi luce, interpreta con sentimento una canzone melodica («Nataly»), nella quale un uomo confessa alla sua donna «per altri sei statua un corpo per me sei il più grande amore» e si perde questo suo triste lamento. Con «Sai che bevo, sai che fumo», Nicola Di Bari sembra avviato verso la china della perdizione, ma ha il buon gusto di dire che «se tu cerchi un uomo bello non guardare me» e la canzone ricorda quasi un autoritratto. «Scusa», il motivo interpretato da Maurizio (il cantante di cui si erano perse le tracce) si giustifica appena un poco. «Piango e ti chiedo scusa dì essere tanto inutile», e non c'è nient'altro da dire. Mano nella mano, occhi negli occhi, Al Bano e Romina Power col loro «dialogo» duettano una incredibile storia d'amore intessuta di «sguardi furtivi, occhiate d'intesa sulla spiaggia nascoste da pudore e timidezza». Una cosa che farebbe ridere anche le nostre nonne, ma i due fanno tenerezza, Romina poi sembra disinteressarsi di tutto e canta soltanto per il suo Al, e per questo ha tutta la nostra simpatia. Maggior divertimento con «Ma sì, ma no», dell'orchestra attrazione di Vittorio Borghesi che fa faville con la fisarmonica e ci porta di peso in una balera di campagna, complice una non più verde ragazza che canta con voce un po' fioca ma oscilla ritmicamente sui fianchi nel valzerone campagnolo in cui «tutti ci vogliamo bene». Con «Stiamo bene insieme» dei Romans, ritorniamo alle storie d'amore un po' troppo sdolcinate. Un tuffo nei favolosi mari del Sud con Andy Bono, la sua chitarra hawayana e due graziose negrette che si muovono ! al ritmo di «Alohu», un motivetto grazioso ed orecchiabile. i Col fragore del tuono ir- jrompono i Dik Dik con «Pie- cola mia». Dopo circa un an- no di silenzio, il complesso si | ripresenta in nuova formazione ed il risultato è apprezzabile. Johnny Sax, il sassofonista jazz Gianni Bedori, truccato d'esotismo per esigenze commerciali, interpreta da par suo, prima con uno zufolo poi con mi saxofono, «Popsy», un motivetto giovanile e allegro, ideale da fischiettare in una allegra scampagnata. «Non sei felice, non sei sincera», presentata dal complesso Meno Uno, è la storia di una ragazza indecisa fra due amori: «Ti stringi al mio petto ma pensi a lui» e, come tutte le ragazzine vacue, sembra destinato (il motivo) a non lasciare traccia. Gli Homo Sapiens con «Tornerai, tornerò» ci circordano che «le magliette sono uguali a un anno fa», come la musica del resto. Con «Una manciata di sabbia», il complesso Strana Società cerca la rivincita sull'anno scorso e dal loro motivo si può trarre, involontariamente, un giudizio su questa prima serata: «Tu hai la stessa consistenza di una manciata di sabbia». Queste le sei finaliste della prima serata: 1) Aloha, cantata da Andy Bono, con voti 82; 2) Sai che bevo, sai che fumo, Nicola di Bari, voti 64; 3) Stiamo bene insieme, Romans, 59; 4) Ma sì, ma no, orchestra di Vittorio Borghesi, 58; 5), Popsy, Johnny Sax, 56; 6) Dialogo, Romina Power e Al Bano, 52. Francesco Fornari 1 | Romina Power

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