Un'industria che si difende di Mario Salvatorelli

Un'industria che si difende GLI ELETTRODOMESTICI Un'industria che si difende fi! Anche per gli elettrodomestici il 1974 non è stato una buona annata, perché, forse per la prima volta dal dopoguerra, produzione, vendite all'interno ed esportazione hanno registrato una flessione, anziché una continua espansione. Ma le flessioni sono contenute e il settore dà prova, come sempre in passato, di una controllata sicurezza e di un filo di ottimismo. « La donna — dicono — non tornerà mai al mastello del bucato e al burro messo fuori dalla finestra d'inverno e sotto il filo del rubinetto d'estate ». Le donne (ma anche gli uomini) lo sperano fermamente, e si augurano che l'era degli elettrodomestici bianchi, sorta nel dopoguerra per sostituire, con grosso vantaggio per tutti, l'epoca dei telefoni bianchi, non abbia mai fine ed aggiunga, anzi, sempre nuovi e più efficienti apparecchi, per alleviare le fatiche domestiche e rendere più accogliente e confortevole la casa. Tutto sommato, pur non potendo continuare sullo slancio precedente, coinvolta com'è stala, e non poteva non esserlo, dalla crisi generale, italiana ed estera, l'industria degli elettrodomestici nel 1974 si è difesa con efficacia. Per i quattro apparecchi fondamentali: lavabiancheria, lavastoviglie, frigoriferi, cucine, il traguardo dei 10 milioni di pezzi prodotti, superato nel 1973 con oltre 10 milioni e mezzo di pezzi, è stato mantenuto. Cifre non ancora ufficiali, e che abbiamo potuto raccogliere in questi giorni, parlano di una produzione di 10 milioni 70.000 pezzi circa. Il grosso, come sempre, è rappresentalo dai frigoriferi, di varie forme e dimensioni, per un totale di 4 milioni 871.000 pezzi. Il 76 per cento circa sono stati esportati, né potrebbe essere diversamente, dal momento che l'indice di saturazione in Italia ha raggiunto l'anno scorso il 92 per cento, cioè 92 famiglie su 100 hanno un frigorifero, con 15 milioni di apparecchi installati in 16 milioni 400.000 famiglie (o nuclei equivalenti). E la crisi economica ha rallentato, come nel resto degli elettrodomestici, il ricambio del vecchio col nuovo. Al secondo posto per diffusione vengono le cucine con forno: 15 milioni e mszzo di unità in funzione, pari a una saturazione dell '82 per cento. L'anno scorso se ne sono prodotte oltre 1 milione 850.000. di cui il 40 per cento vendute all'estero. Seguono, con non grande distacco nel grado di saturazione, il 75 per cento, le lavabiancheria: 12 milioni di apparecchi. La produzione 1974 si è mantenuta sui 2 milioni 860.000 pezzi, con una esportazione assai vivace ed aggressiva: 1 milione 662.000 apparecchi, più del 58 per cento. Assai più staccate, invece, sono le lavastoviglie, il cui indice di saturazione si mantiene sul 9 per cento appena, con una produzione inferiore al milione di pezzi, compresi i 215 mila esportati l'anno scorso. Dei tre settori in cui si divide l'industria degli elettrodomestici: il lavaggio, il freddo e 11 fuoco, si può dire, in sostanza, che abbiamo mantenuto un comportamento analogo l'anno scorso, mentre per la prima parte di quest'anno si è registrato qualche cedimento più sensibile in quello dei frigoriferi, data anche la sua maggiore saturazione. Analoga è stata anche la « storia » dei maggiori gruppi che oggi in Italia sono Zanussi. Ignis, Indesit e Candy, anche se la partenza fu diversa. Per esempio. l'Indesit partì dai fornelli elettrici, la Zanussi dalla cucina economica, la Candy dalla lavatrice. Lo spunto a ricordarla ce l'offre quest'ultima, che in questi giorni festeggia, riunendo qui e là in Italia i propri concessionari regionali, il suo primo trentennio di vita. «Dire oggi trent'anm — ci dice Peppino Fumagalli, amministratore delegato della Candy. di cui il fratello Niso è presidente — significa dire che una ditta è nata subito dopo la guerra, nel 1945, e ciò ha un significalo particolare ». Ma più insolito è. forse, l'antefatto. Un altro fratello, Enzo, figlio come gli altri di Eden Fumagalli, titolare di una modesta officina in quel di Monza, aveva combattuto in Africa Settentrionale, era stalo fatto prigioniero in Tunisia e portato in un campo di concentramento negli Stati Uniti, dov'era stato assegnato alle lavanderie, che già adottavano alcune macchine. Come tutti i monzesi, anche i Fumagalli avevano qualche parente in Svizzera e, per loro tramile. Enzo inviava in Italia lettere, descrizioni e schizzi di queste macchine. Il fratello Niso, che per aver avuto il torto, nella sua qualità di ufficiale di artiglieria, di aver sparalo qualche cannonata contro i tedeschi dopo J'8 settembre, era stato catturalo, era riuscito a fuggire ma si era dovuto nascondere nella cantina paterna, in base alla corrispondenza di Enzo, riuscì a costruire la prima lavatrice « clandestina ». che regalò alla mamma. Dalla clandestinità, questa lavatrice uscì alla luce e fu esposta alla Fiera campionaria di Milano, la fiera della speranza che si tenne già nel 1945, ma in settembre. Ebbe successo, se ne vendettero alcune decine di modelli. Nel 1955 le vendite erano salite a 100.000 pezzi, dieci anni dopo a mezzo milione, l'anno scorso ad oltre 700.000. che vanno in lutto il mondo, dalla Germania ad Hong Kong, e rappresentano i due terzi almeno del fatturato del gruppo Candy, che si aggira sui 70 miliardi di lire. Pcppino Fumagalli ci mostra affiancate in una piccola mostra e coperte di rose (tra parentesi, il fratello Niso e anche un grosso coltivatore di rose e presidente dell'apposita associazione nazionale), la prima lavatrice, un cilindro a tre zampe, dove di meccanico c'è solo la pala che gira dentro, e l'ultima, automatizzatissima creazione. Ci parla dei suoi progetti, delle nuove creazioni, dell'espansione sui mercati este! ri: «Compresi i Paesi arabi, che hanno poca acqua, pochi abitanti ma ora. in compenso, hanno parecchi soldi ». Ma ciò di cui va più fiero, ci sembra, è il fatto che tutti i suoi prodotti vanno per il mondo sotto marchio italiano, perché il suo gruppo è rimasto nazionale al 100 per cento. « La difesa del "made in Ilaly" oggi è sempre più difficile, ma appunto per questo è più importante ogni successo. E' come quando la Ferrari si aggiudica tre prove in fila del campionato del mondo: è un'affermazione di efficienza, di progresso tecnico, di capacità organizzative che si riverbera su tutta l'industria italiana e clic giova a noi tulli ». Mario Salvatorelli

Persone citate: Fumagalli, Pcppino Fumagalli, Peppino Fumagalli