Lo studente che è annegato nel Ticino secondo la madre è stato assassinato

Lo studente che è annegato nel Ticino secondo la madre è stato assassinato Pavia: forse cade l'ipotesi di un suicidio Lo studente che è annegato nel Ticino secondo la madre è stato assassinato (Dal nostro corrispondente) Pavia, 14 giugno. (a. I.) «Nostro figlio è stato ucciso... Ci sono prove inconfutabili ». Con queste parole hanno esordito i genitori di Giovanni Armeri, il giovane studente in medicina trovato cadavere in un'ansa del Ticino a circa venti giorni dalla scomparsa da casa. La procura della Repubblica di Pavia, che attraverso i carabinieri della squadra di polizia giudiziaria si sta interessando al caso, non si è pronunciata; attende l'esito della perizia necroscopica. Giovanni Armeri, figlio ventiseienne dell'ex farmacista di Zerbolò (a 13 chilometri da Pavia), era uscito da casa la sera del 19 marzo scorso ed era stato trovato cadavere il 13 del mese successivo in un'ansa del Ticino, in località Cascina Moriano. I primi accertamenti avevano portato gli inquirenti a parlare di suicidio, ma alla luce di nuovi fatti e per le dicharazioni dei genitori tale ipotesi venne a cadere. A parlare è la madre del giovane scomparso, che chiede solamente che sulla morte del figlio sia detta tutta la verità. « Mio Aglio era uscito di casa subito dopo aver cenato e aveva trascorso la serata giocando a carte con alcuni amici. Ho sentito Gio-1 vanni rientrare in casa e cambiarsi d'abito (il giovane era uscito con un abito scuro ed è stato ritrovato cadavere con una tuta di pelle, che solitamente indossava per portare fuori i cani), poi l'ho visto uscire di nuovo. Ho pensato che volesse far rientrare i cani, quindi non mi sono preoccupata. Mi sono preoccupata, invece, quando ho sentito uno scalpiccio nul marciapiede prospiciente l'abitazione. Erano passi di qualcuno che calzava scarpe con tacchi di cuoio. Ho sentito anche il rumore di una macchina con il motore al minimo. In casa erano rimaste le luci accese e la porta spalancata. « Ho atteso fino alle cinque e mezzo, — continua la donna — poi mi sono alzata. La macchina di Giovanni, una Volkswagen, non era al suo posto e non c'era nemmeno traccia dei due cani. Giovanni calzava stivaletti con i tacchi di gomma, quindi i passi non erano di mio figlio; erano di qualcuno conosciuto da lui ed anche dai cani, perché né Layka né Black si sono messi ad abbaiare. Mio figlio dev'essere stato sorpreso e cloroformizzato, poi caricato in un'auto (non la sua Volkswagen, che d'essere stata portata via da qualcun altro) e, ancora intontito, gettato nel Ticino. Il delitto spiegherebbe an-1 che il mancato ritrovamento \ della Volkswagen (i sommozzatori hanno scandagliato il fondo del Ticino per oltre trenta chilometri) e dei due cani. Gli assassini avrebbero fatto sparire vettura e animali. E — continua la madre — dovevano essere persone conosciute a Black: infatti, non si sarebbe lasciato avvicinare da nessuno sconosciuto ». « Mio figlio — dice il padre — era di una generosità e di tuia squisitezza d'animo inimmaginabili. Aveva aiutato e ospitato amici e conoscenti ed era disposto a privarsi anche delle sigarette pur di alleviare le pene di qualcuno... Eppure, non è bastata la sua generosità a salvarlo ».

Persone citate: Giovanni Armeri, Moriano

Luoghi citati: Cascina, Pavia, Ticino, Zerbolò