La vertenza dei finanziari di Giulio Mazzocchi

La vertenza dei finanziari La vertenza dei finanziari Durerà fino a luglio lo sciopero fiscale? In conseguenza dell'agitazione, a fine anno il Tesoro dovrà stampare nuova carta moneta Che cosa chiedono i funzionari in sciopero Roma, 13 giugno. Il personale delle imposte dirette insiste nello sciopero «salvo onorevoli accordi», informa il segretario di questo sindacato che con 3.500 aderenti, ma quasi tutti nelle alte sfere, sta paralizzando la macchina fiscale dello Stato, con la conseguenza che, a fine anno, il Tesoro dovrà far stampare carta-moneta, con una spinta inflazionistica. In appoggio al segretario (minacciato d'espulsione dall'Unione dei sindacati autonomi) interviene oggi anche l'onorevole Turnaturi. Il parlamentare in questione è il presidente del sindacato delle imposte dirette, quel lo stesso al quale il segretario j dc Fanfani aveva chiesto (l'ha ! detto a «Tribuna politica» in I tv) di far mettere fine allo 1 sciopero. Il parlamentare de ! afferma che «non si esclude \ la denuncia alla magistrati^ | ra» qualora il governo deci- ] desse di far trattenere le gior- nate di sciopero al personale finanziario in modo diverso I dall'attuale. Egli aggiunge che questo «modo di rateizzazio- j ne quinquennale» a richiesta ! dell'interessato è frutto «an- ; che di intese raggiunte» dal 1 governo coi tre sindacati Cgil, Cisl, Uil. Il parlamentare, in verità, mostra di non conoscere la norma di cui parla, cosa curiosa trattandosi (come ha informato Fanfani) di un ex scelbiano. Fu infatti Sceiba a presentare alla firma del presidente della Repubblica, nel '55, il decreto presidenziale che al suo articolo 3 dispone: «Agli uffici provinciali del Tesoro è demandata la facoltà di concedere, a richiesta degli interessati, la rateizzazione, entro un periodo massimo di 5 anni, del rimborso dei debiti». La rateizzazione in 5 anni, tuttavia, non è obbligatoria, j ma facoltativa. Sugli atti fa ! coltativi de: dipendenti vige I l'«imperio» politico del mini 1 stro- La Malfa lo usò per far ! respingere le richieste di ra \ teizzazione. Colombo, con il | suo comunicato di ieri, rimet ] te agli uffici provinciali la scelta e questi, certamente, continueranno a usare la fa I colta di rateizzazione, dato cne essi stessi se ne avvalgo j no Per 1 loro scioperi. ! Quanto alla data di cessa ; zione deUo sciopero attuale, leggendo la legge si capisce 1 come essa non possa precedere la fine del mese. E questo in base a un altro decreto, del '66. Esso stabilisce che i capiufficio debbono avvertire degli scioperi, appena rientrano in sede, le tesorerie provinciali. In tal caso il dipendente nel ricevere l'assegno mensile deve seduta stante restituire il corrispettivo dei giorni di lavoro non prestato. Se ha scioperato l'intero mese, deve restituire l'intero assegno. Se invece la comunicazione è fatta un solo giorno dopo il ritiro dello stipendio, si passa alla trattenuta sugli stipendi successivi, che non possono superare il terzo dello stipendio, salvo la ben più lunga rateizzazione in 5 anni. Ma che cosa- chiedono poi i funzionari ancora in sciopero? Domandano un aumento per tutti pari a 100 mila lire più la concessione di 120 ore mensili di straordinario a forfait. Entrambe le richieste contrastano con le leggi generali dello Stato: stipendi uguali in tutti i ministeri e niente for- -, . \1ait- Perciò si ritiene che, in o' realta, ì dirigenti delle ìmpo i ste dirette non tanto vogliano §u aumenti quanto una modi fica della nuova legge fiscale, e' ^ueUa che ha tolto loro ogni - i Potere discrezionale, o! 11 governo comunque, con- scio che questo personale sae ì rà sottoposto a molto lavoro, i I na presentato in Parlamento .1 u.na legge che assegna a tutti i -j finanziari un ^«premio di pren senza» di mille lire per ogni -|Siorno lavorato (25 mila lire i 1 mensili) ed un aumento deir'la retribuzione oraria per i I straordinari effettivamente .! prestati, concedendo sino a 90 -! ore mensili di straordinario 1 effettuabile. In tal modo vi saranno aumenti da 55 mila i ,, - llre minimo a 132 mila massi - mo. Tutti hanno accettato, e 'rar!ne ,una parte 1aei de- denti delle imposte dirette, Giulio Mazzocchi

Persone citate: Fanfani, La Malfa, Turnaturi

Luoghi citati: Roma