Una intera città si è fermata l'estremo saluto a D'Alfonso di Franco Marchiaro

Una intera città si è fermata l'estremo saluto a D'Alfonso I funerali ad Acqui del carabiniere ucciso Una intera città si è fermata l'estremo saluto a D'Alfonso Negozi, fabbriche e uffici sono rimasti chiusi per tutto il tempo del rito in Cattedrale e del corteo funebre in città - Una corona del presidente Leone - L'omelia del vescovo Moiso: "Un sacrificio che è amore affinché siano disarmate le centrali dell'odio" | ■j i ] q/Dal nostro inviato speciale) Acqui Terme, 12 giugno. Ogni attività si è fermata stamane ad Acqui in segno di lutto per la morte dell'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso, 45 anni, colpito giovedì mattina a cascina Spiotta d'Arzello, durante il conflitto a fuoco con il «commando» delle Brigate rosse che aveva sequestrato a Canelli l'industriale Vittorio Vallarino Gancia. Negozi, fabbriche, uffici, sono rimasti chiusi per tutto il tempo del rito in chiesa e del corteo funebre attraverso il centro della città. Migliaia di acquesi, molti con le lacrime agli occhi, hanno fatto ala al passaggio del feretro. «Nino, guarda quanta gente si è mossa per te, sono venuti tutti per dirti quanto ti volevano bene», ha esclamato la vedova Rachele Cola- ssfctAscbpttmmdcSpaiggongo abbracciata alla figlia | maggiore Cinzia di 13 anni e. confortata dalia sorella del- : l'appuntato Giovina e da altri congiunti. Dopo avere rett o i con eccezionale forza d'animo ! nei sei lunghi giorni di agonia j del marito, la donna era oggi : disperata. «Attorno al corpo dilaniato del povero appuntato — ha detto alla omelia il vescovo Moiso — si stringe l'abbraccio di tutta la città, la stia scomparsa rievoca il sacrifìcio del Cristo morto e risorto». II feretro di Giovanni D'AI-! fonso — era stato visitato nelle prime ore dall'onorevole !De Martino avvolto nel tri-i colore, aveva lasciato alle dt-l to l'obitorio dell'ospedale di ' Alessandria, per essere depo- ' sto nella navata centrale della; cattedrale di Acqui dove è su-j bito iniziato un commosso pellegrinaggio. Alle nove e trenta il rito funebre, officiato dai due vescovi di Acqui monsignori Moiso e Dell'Omo, coadiuvati dai cappellani dei carabinieri monsignor Jacovone, don Sighinolfi, e don Sandrono. Il governo era rappresentato dal sottosegretario all'Interno, on. Zamberletti, il ministero della Difesa dal generale Comucci, comandar! - te la legione militare Nord Ovest. Presenti il comandan te generale dei carabinieri Enrico Mino con i generali Palombi e Dalla Chiesa, i ge nerali della p.s. Guarino e Montalbano, il generale De Gregorio della Guardia di Fi- nanza, il prefetto Chialante e il questore De Stasio di Ales- sandria. Il presidente Leone, che aveva inviato una coro- na portaia da due corazzieri era rappresentato dal colonnello Musei consigliere militante del Presidente della Re Pubblica. Tra le altre autori tà.i] procuratore generale del- la Repubblica Reviglio della Veneria, magistrati, parla- mentari. alti ufficiali dei cara- binieri e delle varie armi. Poi rappresentanti delle associa- zioni d'arma e combattentisti cne. di tutti » partiti, i sindaci di Acqui e di molti comuni della zona, con i gonfaloni. Prestava servizio d'onore un picchetto in armi dei carabinieri. La scuola Cantori Santa Cecilia ha eseguito il «Jesu mi dulcissime» e la «Pietà Signo- re» di Stradella. «Sulla croce della sua divisa insanguinata — ha detto mons. Moiso all'omelia — tutto è compiuto: il dovere, il servizio in dono di sé. il sacrificio per i fratelli. Un sacrificio che è amore affinché siano disarmate le centrali dell'odio, dell'ego! smo, della rapina». Portato a spalle da sei carabinieri il feretro ha lasciato la cattedrale poco dopo le dieci, attorno si sono strette migliaia di persone e sono ; state alzate le decine di coro- ! ne: del Comune, del tenente Rocca rimasto gravemente mutilato, della famiglia Gancia, delle presidenze del Senato e della Camera, del presidente del Consiglio, del ministro dell'Interno, di enti e as- | sociazioni e partiti. Tra la fol- ila il dottor Vittorio Vallarino Gancia e il padre cavaliere , del Lavoro Lamberto; il pa ; dre del tenente Rocca a nome ; del figlio che avrebbe voluto j essere presente. L'abbraccio bsmqzsestd j tra Rachele D'Alfonso e il pa- : p I dre dell'ufficiale è stato lun- f ì go, commovente. i Il corteo ha raggiunto piaz-1 za Italia. Rachele D'Alfonso , non ha voluto essere allonta- i nata, piangendo e urlando ha ì voluto rimanere sino a quan- i do il feretro non è stato cari- cato su un camion militare per essere trasportato a Manoppello Scalo (Pescara) dove sarà tumulato. «Voglio vedere tutto — ha continuato a ripetere la vedova — tutto ! per te, amore mio». Il berret to dell'appuntato era adagiato j accanto la su un cuscino mamma dello studente acquese Aureliano Galeazzo, ucciso dai nazifascisti nel 1944 ha deposto la medaglia d'oro al valore concessa dopo la Liberazione alla memoria del figlio. Prima del funerale vi era molta tensione, decine di carabinieri e poliziotti controllavano ogni punto della città, ! uomini in borghese, con i mi-1 tra sotto gli impermeabili | erano su alcuni tetti. Nessun incidente ha turbato la cerimonia. L'amministrazione comunale ha devoluto un milione alla vedova e deciso di consegnare quattro targhe d'oro alla memoria dell'appuntato ucciso e ai suoi colleghi. L'inchiesta. Magistratura e carabinieri proseguono le indagini sul sequestro dell'industriale Vallarino Gancia conclusosi a cascina Spiotta con la morte di Margherita Ca- gol, l'uccisione dell'appuntato D'Alfonso, il ferimento del te- j nente Rocca e del maresciallo | Cattati. Sgombriamo subito il campo da una inesattezza. E' stato detto che la prova del ! guanto di paraffina, a cui sarebbe stata sottoposta Margherita Cagol, avrebbe dato esito negativo, quindi la moglie di Curcio non avrebbe sparato. La prova, ha detto il procuratore Datovo, non c'è stata, resa impossibile dal fatto che si era proceduto agli esami per il prelievo delle impronte digitali onde giungere alla identificazione della don¬ na uccisa nello scontro. I Il magistrato avrebbe co- ! munque elementi per ritenere i ' 1 : L che la Cagol ha sparato, col pendo probabilmente l'appuntato D'Alfonso. Il dottor Datovo che aveva già interrogato l'appuntato Barberis, che uccise la brigatista rossa, e il tenente Rocca, ha oggi ascoltato anche il maresciallo Cattafi. Secondo la ricostruzione, si può affermare che la Cagol e l'altro brigatista, dopo avere lanciato la bomba che feri l'ufficiale e il maresciallo, siano usciti, armi in pugno dalla I cascina ingaggiando combat- ! i ^?^.to,?onJ_aff uÌ^t0_?lA1; ! fonso: la donna impugnava forse una carabina Winchester poi abbandonata nella fuga e da cui sarebbero partiti i colpi che raggiunsero all'addome e alla testa l'appuntato. Prima di essere colpito il graduato avrebbe ferito al braccio destro la Cagol. Terminata la ricostruzione testimoniale, al magistrato non rimane che interrogare il ventiduenne Massimo Maraschi, arrestato a Canelli poco dopo il rapimento dell'industriale. Franco Marchiaro : Acqui. Una folla commossa intorno alla moglie di Giovanni D'Alfonso e alla figlia Cinzia durante i funerali (Tel. Ap)