Da Nehru all'atomica

Da Nehru all'atomica Da Nehru all'atomica ; ; La sentenza che ha colpito Indirà Gandhi ha senza dubbio una portata che trascende il mero ambito giudiziario: la sua vera dimensione è necessariamente politica, con tutte le conseguenze che ne discendono, sia personalmente per la signora Gandhi, sia oggettivamente per l'India. Anche se la Suprema corte dell'India dovesse annullare la sentenza consentendo così alla signora di restare primo ministro, è innegabile che ormai un colpo durissimo è stato inferto al suo prestigio e quindi alla sua posizione politica; Nata il 19 novembre 1917 ad Allahabad. nell'attuale Stato indiano dell'Uttar Pradesh, Indirà, figlia di Nehru. ha avuto il miglior maestro nel padre, di cui ha abbracciato le idee e seguito le orme. Molto attiva in gioventù nell'organizzazione studentesca che affiancava il partito I del Congresso, dedicatasi poi 1 ad attlvlltn s°.cla,li 'emancipa 2i°"e, femminile, assistenza ì aU infanzia), passata aneti esI sa due volte attraverso le prigioni britanniche, fu soprattutto fedele collaboratrice, oltreché confidente, del pa- j me la nazionalizzazione delle dre, che nel 1947 divenne primo ministro dell'India finalmente indipendente. Così l'esperienza politica di Indirà si arricchì, anche, per i viaggi all'estero nei quali accompagnò Nehru; intanto saliva in proprio nella gerarchia del Congresso, portando in quest'attività di partito la sua notevole carica d'energia. In diverse occasioni di crisi potè dimostrare tatto e capacità, affermandosi come un personaggio nazionale, al di sopra di ogni regionalismo, cosa di grande importanza in India. Nel governo Shastri, costituito nel giugno del '64 alla morte di Nehru. Indirà ebbe un portafoglio ministeriale, quello dell'Informazione; appena un anno e mezzo dopo, il 19 gennaio 1966, scomparso anche Shaì stri, ascese alla carica di pri' mo ministro. Fu scelta dai maggiorenti del Congresso, probabilmenI te, come un candidato di ] compromesso tra le opposte fazioni: un leader figurativo, sì pensava, che avrebbe portato un nome glorioso, ma avrebbe lasciato il potere reale alla « macchina » del partito. Però Indirà conosceva troppo bene, dall'interno, questa « macchina ». sapeva e più ancora voleva condurla . essa stessa, farla servire ai ! propri fini. Si giunse così. I nel 1969, allo scontro frontali le fra Indirà e la « vecchia I guardia » del Congresso, quei | notabili conservatori che formavano il così detto « Sindacato »: il partito si spaccò in due. il vecchio ed il nuovo j Congresso, l'uno avversario e i l'altro seguace della Gandhi. Le rivalità personali avevaj no molto pesato in questi sviI luppi. ma non bisogna sottovalutare le divergenze di inI dirizzo politico - economico, ! prò o contro il « progressismo » di Indirà. Misure co¬ banche, attuata da Indirà, volevano mostrare la fedeltà al socialismo tendenziale del Congresso; si capisce quindi che il « Vecchio Congresso » combattesse le elezioni generali del 1971 al motto dì « Liberiamoci di Indirà! », la quale, alla testa del «Nuovo Congresso », condusse la campagna all'insegna demagogica « Liberiamoci dalla miseria! ». Con la vittoria trionfale (oltre due terzi dei seggi al Parlamento) del «Nuovo Congresso », Indirà aveva raggiunto l'apice della fortuna politica ed aveva altresì ricevuto dagli indiani un chiaro mandato per un incisivo camFerdinando Vegas (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Gandhi, Nehru, Vegas

Luoghi citati: Allahabad, India