E' di nuovo in ascesa il prezzo del petrolio? di Mario Ciriello

E' di nuovo in ascesa il prezzo del petrolio? La riunione dei Paesi petroliferi in Gabon E' di nuovo in ascesa il prezzo del petrolio? Libreville, 10 giugno. Gli esponenti dell'organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) si sono riuniti per la seconda giornata dei lavori dedicati al problema del ruolo del dollaro nel computo dei prezzi petroliferi. I ministri del Venezuela, Libia e Gabon hanno confermato che esiste un certo consenso a favore dell'utilizzazione dei diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale (Pmi), in sostituzione appunto della divisa americana. Trapela tuttavia, dalla cautela usata nel fare dichiarazioni in questo senso, che i particolari al riguardo sono tuttora avvolti nell'incertezza. Nessun partecipante alla conferenza ha rilasciato previsioni per quanto riguarda l'entrata in vigore del nuovo prezzo. L'Opec si è infatti impegnato a mantenere il prezzo attuale di 10,46 dollari il barile fino al 1° ottobre. Tuttavia l'Iran e l'Arabia Saudita si sono dichiarati disposti a modificare i prezzi del greggio anche prima di quella data. (Agi-Ap-Dow Jones) Si dice Opec. e il mondo trattiene il fiato. La cosmopolita alleanza è riunita adesso a Libreville, capitale del Gabon, e le sue deliberazioni sono attese con ansia nel timore di mi ennesimo rincaro del petrolio. Il pronostico, stasera, è questo: si avrà un piccolo aumento determinato dalla probabile decisione di fissare i prezzi non più in dollari ma in «diritti speciali di prelievo ». Un altro aumento, e più sostanzioso, potrebbe essere concordato in settembre o al più tardi in dicembre. Che cosa avverrà se le 13 nazioni decideranno di abbandonare il dollaro in favore degli «speciali diritti di prelievo» o Sdr? Il prezzo di un barile di «grezzo arabico leggero», il petrolio-indice, salirà forse da 10 dollari 46 cents a 10 dollari 77 cents. Insomma, un rialzo di meno del tre per cento. Questo perché la richiesta in sdr è dì 8.6185 al barile, e uno «speciale diritto di prelievo», basato su sedici importanti divise, equivale oggi a un dollaro 25 cents. J Resterebbe tuttavia in valuta I americana l'ammontare dei versamenti agli Stati produttori e pertanto delle loro entrate. I tredici de/rOrganization of Petroleum Exporting Countries — Algeria. Arabia Saudita. Ecuador. Gabon, Indonesia, Iran. Iraq, Kuwait, Libia. Nigeria, Qatar, Unione degli Emirati arabi, Venezuela — avrebbero votato per gli Sdrperché questo «valore» mone- tario non vincolato ad unica divisa sembra costituire una più robusta difesa contro i deprezzamenti nazionali e la inflazione internazionale. Ancora stamane pareva che la sperata convalescenza del dollaro inducesse l'Opec a differire il progetto: ma si sarebbe concordato di non attendere oltre. A questo «ritocco» indiretto ai prezzi, potrebbe seguire in settembre una maggiorazione più cospicua. Perché in settembre? Perché i prezzi del petrolio furono fissati nel dicembre '74 — quando il carico fiscale fu appesantito di circa il 4 per cento — e la «moratoria» scadrà il primo ottobre. Da Washington, il presidente Ford ha fatto sapere, questa sera, che i ventilati aumenti da due a quattro dollari per barile sarebbero «senza nessuna giustifi- I cagione economica». Non c'è dubbio che alcuni Paesi pre- j mono verso tale obiettivo, ma | si ha l'impressione che diffl- cilmente prevarranno. La doI manda mondiale di petrolio è ! tuttora bassa, i prezzi attuali ' sono sostenuti dai tagli di produzione. A questo punto, comunque, le previsioni si fanno ardue e rischiose: e le stesse dichiarazioni dei vari ministri vanno accolte con estrema cautela perché rispecchiano sovente aspirazioni personali o obiettivi politici. Quante voi-te nell'ultimo anno il saudi- ta Yamani ha auspicato, e persino preannunciato, un ribasso? I calcoli sono resi più complessi dall'apparente rinvio di un'altra importante decisione, quella sidla indicizzazione dei prezzi. Si farà? Sembra di si. Ma quando comincerà e a quali valori si ispirerà il temuto indice? A quello dei beni i7idustriali e dei servizi, in generale, o a quello delle importazioni? Comprensibile il monito di por(j e pfa cjJe comprensìbi- li tutte le nostre ansie. Un prezzo eccessivo del petrolio può sconvolgere le nostre economie, ma d'altro canto un prezzo troppo basso può spezzare non l'Opec ma alcuni dei suoi produttori. Anche questa alleanza ha i suoi guai. Zampillano altri petroli, l'inflazione è crudele, le importazioni divorano le entrate. La Nigeria, con un piano quimuennale per 48 miliar di di dollari, ha dovuto ridurre la produzione da 2.300.000 barili a poco piii di un milione e mezzo. Problemi simili hanno Algeria. Indonesia, Venezuela. Ormai, siamo legati da una sorte comune su questo pianeta: noi tentiamo di difendere il nostro benessere, altri tentano di decollare. Mario Ciriello

Persone citate: Yamani