Il verde e lo sport

Il verde e lo sport Il verde e lo sport Verde pubblico e Impianti sportivi. Clio cosa si è fatto a Torino, e cho cosa si intende fare? Lo abbiamo chiesto a otto candidati alle coloni comunali: ing. Camillo Montanaro (de), dr. Mario Arcari (pli), dr. Carlo Migliano lusdì), dr. Vinicio Lucci (de). Salvatore Paonni (pri), rag. Ludovico Guidoni (indip. de), avv. Bruno Segre e Giuseppe Rolando (psi). MONTANARO — Quando ho incominciato a occuparmi di questo problema nel '70 ero assessore ai lavori pubblici. Il verde, nella parte piana di Torino, era di circa 2,6 mq per abitante: pochi in riferimento all'Europa in genere, ma non in riferimento ad altre città italiane. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo incominciato con uno studio notevole (eccolo, l'ho portato) che ha impegnato l'assessorato per un anno, analizzando tutti i problemi dello sport e del verde e concludendo con un programma che in parte abbiamo attuato. Faccio degli esempi: piazza d'Armi 200 mila mq, il costruendo parco del Lingotto (dove si mescolano verde e impiantì sportivi) 300 mila mq, gli impianti dei giardini delle Vallette 120 mila mq, i giardini di corso Maroncelli e di corso Taranto. Abbiamo affittato dal Mauriziano un milione e 400 mila mq di boschi. Oggi siamo saliti a 4,55 mq di verde per abitante, comprendendo naturalmente Stupinigi, ma escludendo la collina. Negli ultimi cinque anni il verde nella parte piana cittadina ha avuto uno sviluppo complessivo superiore a quello dei precedenti cinquant'anni. Ho letto in una relazione al Consiglio comunale di Bologna che in quella città nel '73 il verde disponibile era di 2,2 mq per abitante (strade e alberate incluse, che noi non calcoliamo), mentre il massimo recupero poteva arrivare a 3,3 mq. E' stato uno dei punti d'impegno dell'amministrazione Porcellana - Il parere di candidati dei partiti Camillo Montanaro (de) Mario Arcari (pli) ARCARI — Credo che sia bene chiarire perche ci stiamo occupando di un argomento senza dubbio importante, ma meno di altri che assillano la città. Verde e impianti sportivi vanno innestati nel fenomeno forse più grosso del '70, il tempo libero. In cui tutti cercano una nuova dimensione fuori dall'ambiente di lavoro. Ci sono poi altri aspetti di carattere educativo, igienico ecc. Non neghiamo che in questi cinque anni siano avvenute alcune realizzazioni: ma in modo disorganico. Non ci nascondiamo, pur essendo all'opposizione, le difficoltà per risolvere il problema in un ambiente territorialmente integrato come Torino. Però riteniamo siano superabili appunto con un disegno organico, non con operazioni di tamponamento aprendo qua e là dei polmoni, bensì rivedendo tutta la struttura dell'area metropolitana: dalla Mandria a Stupinigi, dai boschi di Avlgliana fino a Rivoli. MIGLIANO — Incomincio con un paradosso, dicendo che il nostro verde è composto da tanti giardini grigi d'asfalto. In realtà l'amministrazione ha studiato il problema e vi ha profuso investimenti. Non mancano i programmi, indirizzi precisi e studi sul verde urbano. Non solo Montanaro, ma anche Bastianini (che è del tuo partito) ha predisposto uno studio pregevole sul verde a Torino. Quanto alla collina il sindaco Picco, allora assessore all'urbanistica, ha predisposto uno studio che può considerarsi come base della soluzione del problema collinare. Il concetto del verde è cam- Carlo Migliano (psdi) biato da qualche tempo a questa parte. Ormai il cittadino ha bisogno di verde godibile, non solo ornamentale, oppure verticale come i vecchi viali alberati (che sono ridotti a parco macchine). E' un grosso problema per l'amministrazione, che questo verde deve trovarlo nelle aree centrali e semipèriferiche; perché quello periferico ce, ci sono posti belli ignorati come Villa Genero che è sempre vuota. E' un problema difficile da risolvere e non si può agire solo con l'esproprio: oc- corre agire in collaborazione con i privati, come per la costruzione dei servizi, le urbanizzazioni secondarie e l'edilizia convenzionata. LUCCI — L'amministrazione aveva tre impegni prioritari, scuola, verde, impianti sportivi. Su tult'e tre i settori abbiamo la coscienza tranquilla. Per la scuola abbiamo latto uno sforzo superiore al piano di previsione; per il verde ha detto Montanaro; per lo sport gli impianti nel '70 erano 94 ed oggi sono 101. Abbiamo inoltre in costruzione alcuni impianti scolastici, « centri educativi », dove oltre alla scuola materna, l'asilo-nido e due scuole dell'obbligo ci sono quattro palestre e due piscine. Infine abbiamo creato un Centro comunale di formazione sportiva, a prezzi politici, con attività di nuoto e palestra, frequentato da 30 mila bambini. Non è molto, rispetto ai bambini di Torino, però è stato uno sforzo notevole e posso dirvi che questo Centro ci è Invidiato da tutta Italia. Nei prossimi cinque anni dovremmo creare altri 100 impianti, penso che ce la faremo perché anche se i costì Giuseppe Rolando (psi) LUCCI — Uno dei centri di animazione è proprio quello, da quest'anno è anche meglio attrezzato. SEGRE — Abbiamo il diritto di chiedere che si esca dall'ordinaria amministrazione e si affrontino i grossi problemi di una città. Il paragone con Bologna non calza, là hanno risanato il centro storico, mentre qui il centro storico è oggetto di una speculazione che ha reso miliardi ai privati... MONTANARO e MIGLIANO — E' solo programmato! SEGRE — Le esigenze sono di impianti sportivi, ricreativi, culturali, in funzione sia di tempo libero e sia scolastica, così come richiedono insistentemente i comitati di quartiere. Poiché nelle statistiche della de ci sono tanti impianti sportivi, qualcosa è slato fatto ed è certo apprezzabile. Ma molto di più si poteva fare, e si dovrà fare. L'imprevidenza dei nostri padri ha costruito nel cuore della città impianti che oggi possono essere decentrati, dalle carceri e le officine ferroviarie alle caserme, però le pratiche sono lentissime. Occorrono permute con aree demaniali, recupero di terreni comunali, espropri di aree inutilizzate, forse meno concessioni di privilegio per costruire chiese e maggior numero di parchi. Poi c'è il grosso problema della difesa delle acque, della salvaguardia della collina e delle sponde del Po dall'inquinamento. Bisogna impegnarsi perché Torino diventi non solo una città più pulita, ma che possa anche soddisfare le esigenze popolari espresse nei comitati di quartiere. GUIDONI — Proporrei all'attenzione dei futuri amministra- Vinicio Lucci (de) so/70 aumentati, in compenso con l'esproprio per l'acquisto delle aree siamo passati da 20 mila a 2 mila lire il mq. A proposito dei verde, ricorderò la istituzione dei centri di animazione nei parchi pubblici, incominciata l'anno scorso e già programmata anche per quest'anno, portando i parchi a 12: Italia 61, piazza d'Armi, parco Sempione, via Artom. ecc. ROLANDO — Più che al passato, credo si debba guardare a quello che in questo settore si può recuperare in città per renderla più abitabile. Finora ci si è limitati a interventi settoriali. Abbiamo parchi dove i bambini non possono camminare sugli spazi erbosi. Dovremmo costruire In città parchi tipo inglese, dove il verde si usa e non ci si ferma alla visione ottocentesca del giardino opera d'arte. Bisogna adoperare gli strumenti urbanistici per il recupero delle aree idonee, credo serva benissimo la variante 17 per i servizi sociali. Il verde pubblico è uno dei servizi prioritari. Poi c'è il discorso dei parchi extra-urbani, che riguarda la Regione più ancora del Comune. La Regione deve intervenire con un piano regolatore comprensoriale, per circondare la città di grandi spazi verdi che oltre ad assumere un aspetto ecologico possano contribuire alla soluzione del tempo libero degli abitanti, purché i parchi siano collegati alla città con servizi di trasporto abbastanza celeri. PAONNI — Quando parliamo di questi problemi, credo che dobbiamo domandarci perché si è creata questa situazione, andando molto indietro nel tempo. Le città non si inventano. Quando confrontiamo Torino con altre città, per esempio del Nord, dobbiamo pensare che si sono formate in modo diverso. Per Bruno Segre (psi) tori, di qualunque tendenza, due o tre problemi. Uno, elementare ma essenziale, mi pare sia sfuggito alla vostra attenzione: benissimo II funzionamento dei parchi e anche I centri di animazione, però avrei voluto si parlasse anche di custodia e di difesa. Non possiamo lasciare tranquilli in questi parchi pubblici i nostri ragazzi, le nostre mogli. Mi pare sia urgente pensarci in modo serio. Quanto ai finanziamenti delle opere, bene la collaborazione con l'imprenditore privato. Però bisogna essere in grado di mantenere gli impegni. Non basta dire - abbiamo realizzato i lavori », bisogna anche poter dire « li abbiamo pagati », per intero. Bisogna prevedere fin da oggi quelle che saranno le percentuali di aumento dei costi... LUCCI — Uno degli ultimi mutui approvati in Consiglio comunale, era di 10 miliardi solo per la revisione prezzi. MONTANARO — Non facciamo lavori senza pagarli, forse lei non conosce bene il meccanismo: senza mutuo il lavoro non può incominciare; poi viene la revisione prezzi, ma come ha detto Lucci abbiamo approvato 10 miliardi di mutuo per questo, quindi non lasciamo debiti alla prossima amministrazione. C'è un buon progetto per un parco lineare lungo il Po, però Po e Sangone sono inutilizzabili perché inquinati. Allora nel '72 abbiamo avviato un consorzio tra 11 Comuni interessati per canalizzare le acque luride a monte di Torino, portandole a un solo impianto di depurazione che sorgerà presso Settimo. Un grande collettore (opera veramente unica in tutta Italia) lungo oltre 23 km. di cui già 20 in costruzione; spesa 15 miliardi (il depuratore ne costerà 40). La parte finale avrà una portata di 22 me ora. Grosse difficoltà non ce ne sono, perché la Regione ha latto una legge per finanziare questi impianti. Nel giro di due anni. Salvatore Paonni (pri) Torino dobbiamo pensare alla vecchia città romana, cresciuta secondo quell'impostazione. Quanto ai giardini, una volta si progettavano con criteri di abbellimento contrari agli odierni. Se veniamo al nostri giorni, troviamo che il plano regolatore fu studiato nel 1952 ed approvato nel 1959, da allora Torino è raddoppiata. Ecco perché, pur avendo latto molto, pur essendoci stato uno sforzo massiccio da parte dell'amministrazione (io faccio parte di quegli amministratori che non si vergognano di aver amministrato], questo molto è tuttavia scarso rispetto alla rapida crescita della città. Per l'avvenire, il problema non è dell'esproprio ma delle attrezzature. Abbiamo in fase dì esproprio 400 mila mq, c'è in atto la pratica per l'allargamento del parco della Maddalena. L'esproprio costerà 53 milioni, la sistemazione dell'area 2400 milioni. La nuova amministrazione dovrà reperire i finanziamenti, per questi ed altri servizi, per un totale di 8-9 miliardi (più quelli per le scuole ed altre opere pubbliche). E' vero che in base alla nuova legge non pagheremo più 20 mila lire il mq. ma oggi abbiamo meno fondi. SEGRE — I 4,55 mq di verde indicati dal programma de non sono esatti sul plano concreto, perché comprendono Stupinigi che è un'area periferica mentre noi vogliamo fasce di verde pubblico in città. Un esempio che mi riguarda personalmente: per anni ho chiesto invano, quand'ero consigliere dell'Opera pia ospedali psichiatrici, che il giardino già riservato al malati di mente venisse destinato a uso pubblico. Ludovico Guidoni (ind.) l'opera restituirà a Torino il Po con le acque limpide, inserendosi nel recupero alla città di quei valori umani di cui si parla. Ho voluto dirlo, perché sarebbe bene che i torinesi si rendessero conto di che cosa stiamo facendo: durante questa campagna elettorale, ho trovato pochissimi che lo sapevano. b. alt. Tribuna elettorale