Matera: la resurrezione dei Sassi

Matera: la resurrezione dei Sassi Matera: la resurrezione dei Sassi Il concorso internazionale per il restauro del centro storico suscita molti interrogativi - Occorreranno molti miliardi e almeno dieci anni di lavori - Sono quaranta ettari ora deserti: chi andrà ad abitare le "caverne a misura d'uomo"? avranno consegnato le toro idee potremo finalmente rtm-boccarci le maniche. Forse in-sulla reale necessità d'una spesa del genere, per un angolo remoto d'Italia, con ben altri problemi per la sua sussistenza, che non quello d'un restauro della città vecchia. Di questa faccenda si parla ormai da quattro anni, e il coro dei consensi e dei dissensi è destinato a salire, a mano a mano che s'avvicina il momento di metter mano al portafogli. «Tutta la zona è stata espropriata — dice Leonardo Sacco, meridionalista, da anni studioso e critico severo della vita politica lucana — e | sarà dunque fatta salva la proprietà pubblica e il diritto della collettività di disporre i degli edifici restaurati. Quando i 144 iscritti al concorso terverrà l'Unesco, integrando ì capitali che saranno messi a disposizione. Italia Nostra ha promesso l'interessamento. Certo, la legge del '67 per sistemare i Sassi è servita soltanto a costruire alloggi popolari. Adesso ci vuole una nuova legge, nuovi soldi e soprattutto occorreranno direttive precise. Vogliamo toglie i ra' dando un alloggio dignito reti quartiere dall isolamento nel quale vive da ventanni restituirlo bonificato alla cit- ra, ir. modo che ne diventiparte integrante, viva ». Risolto quasi del tutto, con \ leggi una volta tanto radicali, ; il problema della casa a Mate- so ai quindicimila che un tem- i|P° Popolavano i Sassi (mor- talità infantile 45 per cento, - nel '38), il quartiere in rovina- ! è ora muto e deserto. Ogni e ; tanto, da un foro buio di uno , dei tanti tuguri aggrappati al - ; pendio esce una figura umana, o : uno dei mille baraccati immigrati di recente, in cerca di ; speranza in una delle città ' con reddito più basso. Rare le voci, nessuna di bambini. Giorgio Battistini i (Dal nostro inviato speciale) Matcra, giugno. Una grotta può essere «a misura d'uomo»? A Matera dicono di sì, e per dimostrarlo hanno chiamato a raccolta esperti d'urbanistica di mezzo mondo. Vero monumento alla miseria del profondo Sud, i Sassi della città lucana affondano millenarie radici nella preistoria. Fra le grotte rubate faticosamente al tufo e le baracche messe su pietra dopo pietra, una addosso all'altra, si sono poi alternati, in strati successivi, palazzetti e chiese del Cinquecento, del Seicento, preziose basiliche bizantine, testimonianze d'una civiltà contadina fra le migliori. Un patrimonio in abbandono, in un angolo dimenticato della Penisola. Adesso però qualcosa dovrebbe cambiare. Forse è solo uno spiraglio di salvezza per uno dei centri storici più antichi e conservati; ma almeno qualcosa su cui discutere, litigare anche, prima di mettere mano ai lavori di restauro. E' scaduto nei giorni scorsi, infatti, il termine per presentare i progetti di sistemazione dell'intero quartiere dei Sassi. Un concorso internazionale cui partecipano, quasi in un'olimpiade delle idee, 44 gruppi italiani e stranieri specializzati nei salvataggi dei centri storici. Quaranta ettari di città ora vuoti e silenziosi. Case in abbandono, ciuffi d'erba sulle pareti, dappertutto. Quello dei Sassi è diventato un quartiere fantasma. Qualche centinaio d'abitanti al massimo, fra uomini e capre, mentre solo vent'anni fa pullulava di migliaia di sottoproletari spinti in città da una campa | i Matera. Una veduta dei Sassi: case scavate nella roccia, chiese rupestri, affreschi gna avara. Davanti a quei tu-1 guri, di fronte a tanta mise-1 ria, si dice che De Gasperi ab- j bia pianto, durante una visita i nel 1950. Da allora leggi e leg-1 gine hanno tentato, senza ! molto successo, di sanare in-|sieme il problema della casa e quello del centro storico. Il 1 salvataggio di quest'ultimo è i1 stato rinviato (se ne torna a| j parlare in questi giorni in oc i casione della presentazione 1 dei progetti che dovranno es ! sere scelti entro l'inizio di set|tembre), mentre per dare una casa a migliaia di materani sono stati alzati in periferia anonimi alveari di cemento | armato (chissà se dureranno I secoli, come i millenari Sas|si?). Per recuperare alla vita chiese rupestri, affreschi bizantini, case scavate nella roccia, per togliere alla polvere e alle ortiche quel serbatoio di miseria ch'erano diventati i Sassi negli ultimi cinquantanni occorreranno j parecchi miliardi. Ancora non | si sa chi dovrà sborsarli. Nel novembre del '71 fu approvata la legge che affidava a un concorso internazionale la ricerca delle soluzioni di salvataggio. Nel '75, anno europeo dedicato alla difesa del patrimonio artistico, verrà scelto il progetto migliore. Poi la grande incognita: chi dovrà attuarlo? Pare più probabile che debba essere la Regione a metter fuori quattrini e uomini per seguire la lunga operazione. Altro problema: chi abiterà i Sassi riadattati? Resuscitare grotte e tuguri (alcuni risalgono al Paleolitico) è senza dubbio un discorso culturalmente valido, ma può presentare difficoltà di carattere pratico. Già ora, ai margini del quartiere, alcune delle abitazioni meno sfasciate sono state sistemate e rimesse a nuovo da professionisti e commercianti. Ma le caverne, le baracche fatiscenti che fanno pur parte del «tutt'uno» storico e ambientale che ricopre i pendii della Gravina, in un'allucinante bolgia di edilizia degradata, chi andrà ad abitarle? «Si può essere favorevoli all'idea del recupero, non al modo scelto per attuarlo — spiega Pierluigi Cervellata architetto, restauratore di centri storici e responsabile in particolare del salvataggio di a i a quello bolognese —. L'idea di ;/are un concorso implica scel 'te soggettive da parte di ofti|vi partecipa e di chi giudica, Taglia fuori i diretti interes- sati, gli abitanti, dall'elabora- zione di un piano che invece li tocca da vicino. Il centro storico di Matera è molto im- portante, è sullo stesso piano di quello di Venezia, di Bolo gna. Un fatto urbanistico unico al mondo. Dovendo viverci, il discorso cambia. Il risanamento dovrà evitare di trasformarlo in uno dei tanti musei vuoti e silenziosi: bisogna pensare a qualcosa di concreto, attuabile. Qualcosa di vicino agli interessi della città: centri culturali, ricreativi, sociali, magari anche insediamenti turistici». Scelto il progetto, trovati i miliardi, ultimati i lavori (in tutto, ci vorranno almeno dieci anni) può essere che anche Matera abbia il suo quartiere di lusso, la città antica dove, se precise norme non lo impediranno, finirà per sistemarsi la nuova borghesia commerciale e delle professioni, come già avviene in altre città. All'esterno, nella periferia recente, dentro case senza storia, finiranno i vecchi abitanti dei Sassi (o i loro discendenti). Una manciata di miliardi per un sapiente maquillage, e forse anche Matera riuscirà a trovare una sua reale dimensione turistica, migliorando l'attuale desolante panorama. Potrà offrire dal vero quel ritorno alla natura tanto cercato (e male imitato) dai nuovi ricchi che stanno seminando la costa calabra e quella sarda di abitazioni rustiche «ispirate» ai Sassi. Quasi sempre un'architettura costosa e di cattivo gusto, un tantino naif, come spiega Cervellati. La sistemazione delle vecchie case contadine, al di là di ogni possibile costo, farà di sicuro nascere polemiche. Già è successo per il progetto, certo balzano, per un quasimetrò che attraversasse la città. Le critiche si appunteranno (com'è, infatti, già accaduto) Un fatto di sistemazione urbanistica unico al mondo

Persone citate: Cervellati, De Gasperi, Giorgio Battistini, Leonardo Sacco, Pierluigi Cervellata

Luoghi citati: Italia, Matera, Venezia