Dopo il trionfo nel Gran
Dopo il trionfo nel Gran (Dal nostro inviato speciale) Spalato, 9 giugno. La Jugoslavia a passo di carica. Spagna e Urss al trotto, l'Italia al passo, con forte tendenza zoppicante. I campionati europei di basket hanno emesso sentenze tecnico-agonistiche guanto mal significative ancora prima che si concluda la terza e ultima giornata della fase eliminatoria divisa nelle tre sedi di Spalato, Karlovac e Fiume: da mercoledì il girone finale di Belgrado offrirà le verifiche definitive, con i confronti diretti per le guattro grandi che dovrebbero giocarsi le tre medaglie con un « poker » proibito per le altre, e vedremo se le impressioni abbastanza nette Nei campionati europei di basket in Jugoslavia Gli azzurri a passo zoppicante La squadra è stanca, in crisi di gioco e di carattere - Turchia e Olanda, finora incontrate, sono state superate solo con sudore e sofferenza - Gli jugoslavi, fortissimi, non temono confronti - Domani a Belgrado inizia il girone Finale di avvio saranno modificate o addirittura ribaltate. Come succede in un lungo torneo di calcio, tipo mondiali, o in una lunga corsa ciclistica, tipo Tour, non è detto che chi è meno brillante In partenza sia da escludere dai pronostici: gui si va avanti con la media di una I partita al giorno e soprattutto nei \ turni finali lo « stress » che il basket può dare, logorando insieme muscoli e nervi con gare tirate ed eguilibrate, crea la base per cedimenti e sorprese varie. Ne sa qualcosa la Jugoslavia che l'anno scorso ha perso il titolo mondiale guando credeva di averlo già vinto, a Portorico: era partita alla grande, come ha fatto in questi europei, rovesciando canestri addosso agli avversari, mentre l'Urss avanzava con oscura regolarità, senza mai strafare, diciamo come un esercito dal passo compassato ma potente. E all'ultima partita i russi beffarono americani e jugoslavi portandosi a casa il titolo mondiale. Per ora la Jugoslavia non teme davvero confronti. Ha una squadra piena di campioni, pratica un gioco sempre ad altissima frequenza, con contropiedi a raffiche e soluzioni personali che esaltano le doti di marcantoni come Dalipagic, Jelovac e Jerkov, e lo scatto dei pieveloci Slavnic, Tvrdic e Kicanovic. Contro Turchia e Olanda, che per gli azzurri sono ri- ] sultati ostacoli da scavalcare con I sudori e sofferenza, gli slavi hanno vinto con scarti di 27 e 26 lunghezze (per noi, rispettivamente 18 e 61, tutti dati che esprimono solo in parte la favolosa scioltezza con cui la Jugoslavia vince e stravince. Ancora contro la Turchia l'allenatore Novosel ha tenuto in panchina per tutto il tempo Cosic, il suo numero uno, e il fortissimo Plecas ha giocato solo 4 minuti perché bloccato da una contrattura muscolare. I cambi sono continui, solo uno o due giocatori restano in campo per più di venti minuti complessivi e pure il bottino viene diviso per undici o dodici. Come dire che Novosel potrebbe fare davvero due nazionali, una A e una B, di pari rendimento e puntare con entrambe ad una medaglia se non proprio al titolo. Molto più blando il ritmo di Urss e Spagna che hanno vinto I gironi di Karlovac e Fiume con qualche sbandamento rilevante: i sovietici — con formazione « mista », rinnovata solo in piccola parte — hanno battuto con scarti minimi i polacchi, mentre gli spagnoli hanno sfiorato il crollo contro la Bulgaria (una specie di nazionale mammuth per anagrafe e mentalità) trovandosi indietro di quindici punti a fine primo tempo. E l'Italia? Per ora è ultima, con gran distacco, nel gruppetto delle grandi. E' in crisi di gioco, di carattere: per due volte ha salvato il risultato grazie ad alcuni minuti di prodezze dei singoli (Recalcati due volte, Bisson una. Bertolotti una e mezzo) dopo deludenti esibizioni da museo dell'orrore del basket. Difficilissimo per Primo trovare spiegazioni, lui stesso è scosso, può pensare ad una stanchezza più psicologica che fisica di giocatori pressoché nauseati da questo gioco di riempire e svuotare canestri che per alcuni di loro è un ratto professionale da parecchi anni, forse troppi. Antonio Tavarozzi
Persone citate: Antonio Tavarozzi, Bertolotti, Bisson, Cosic, Fiume, Recalcati
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