Era partito da casa con 5 milioni l'agricoltore assassinato in treno di Giuliano Marchesini

Era partito da casa con 5 milioni l'agricoltore assassinato in treno Le indagini per il delitto sul diretto Venezia-Roma Era partito da casa con 5 milioni l'agricoltore assassinato in treno Si era recato a Venezia per giocare alla roulette e non si sa se avesse vinto o perso Forse massacrato con un arnese in dotazione allo scalo - Interrogato un ferroviere (Dal nostro corrispondente) | Venezia, 9 giugno. [ Si è allungato sul sedile e s'è appisolato. Un individuo è I piombato nello scomparti- ! mento, ha preso a frugare! nelle tasche di quel viaggiato- ! re solitario, che s'è destato di isoprassalto. Poi, una terribile tempesta di colpi vibrati con un arnese, mentre una mano si protendeva in un istintivo, disperato gesto di difesa. E' morto così, probabilmente, Italo Di Grottole, il possidente di Matera, trovato massacrato in uno scompartimento di prima classe del direttissimo Venezia-Roma. Italo Di Grottole, 53 anni, proprietario di un'azienda agricola di 150 ettari, era un uomo dall'attività piuttosto intensa. Viaggiava di frequente: per trattare i suoi affari, o acquistare pezzi di ricambio I per i suoi trattori. Ma aveva | anche un angolo di vita che teneva accuratamente segreto: ore dedicate al tavolo della roulette. Quella passione per il gioco, nell'intervallo tra un affare e l'altro, lo spingeva spesso fino a Venezia, se è vero che è stato visto almeno una ventina di volte nelle sale del Casinò della città lagunare. Anche la notte tra venerdì e sabato, Italo Di Grottole è uscito dalla casa da gioco e s'è incamminato verso la stazione ferroviaria di Santa Lucia. Quanto denaro aveva nel portafogli che teneva nella tasca posteriore dei pantaloni? Impossibile stabilirlo. Si sa che il possidente di Matera era partito da casa portando con sé 5 milioni, ma non s'è potuto accertare se al tavolo verde abbia perduto oppure ingrossato la cifra. Forse, il portafogli di Italo Di Grottole era ancora rigonfio quando l'uomo ha imboccato l'atrio della stazione e s'è diretto verso la pensilina semideserta. Poco dopo, è stramazzato sul sedile dello scompartimento sotto la furia dell'aggressore. Ora polizia e carabinieri sono impegnati nelle ricerche di questo feroce omicida. La prima pista che gli inquirenti stanno seguendo non s'allontana di molto dallo scalo ferroviario veneziano: forse l'assassino era già là dentro, nel momento in cui Italo Di Grottole è salito sulla carrozza di prima classe e s'è abbandonato al sonno. I funzionari della squadra mobile hanno già sottoposto ad interrogatorio decine di persone, cercano di ricostruire gli ultimi momenti trascorsi a Venezia dal possidente. Il capo della Mobile, dottor Giorgio Lolli, ha anche chiesto alla procura della Repubblica l'autorizzazione per perquisire gli alloggi di alcuni addetti alle manovre nella stazione di Santa Lucia. Intanto, si tenta di trovare l'arma con cui Italo Di Grottole è stato ucciso. Potrebbe trattarsi, si dice, di uno degli arnesi che fanno parte del materiale in dotazione allo scalo ferroviario. Seguendo questa traccia, la polizia ha sequestrato una di quelle barre di ferro che gli addetti all'aggancio delle vetture, usano per chiudere i mantici: il «pezzo» presentava delle macchie che hanno suscitato certi sospetti. Ora si tratta d'attendere l'esito degli esami della «scientifica». Intanto continuano, a ritmo intenso, gl'interrogatori. Questo pomeriggio è stato sentito piuttosto a lungo un ferroviere del compartimento veneziano, che sabato scorso, giorno in cui è stato compiuto il delitto, ha portato la propria tuta da lavoro in una lavanderia. «Che c'è di strano — avrebbe risposto l'uomo alle domande degl'inquirenti —. Lo faccio regolarmente. Portare una tuta a lavare non è cerio qualcosa d'eccezionale». Gl'investigatori stanno adesso cercando si sapere se quella tuta presentava delle macchie sospette. Per ora, comunque, non vi sarebbe alcun fermo. Gl'in quirenti stanno anche seguen do altre piste. E' possibile, ad esempio, che l'uccisore di Italo Di Grottole abbia «tenuto d'occhio» il possidente di Matera già nelle sale del Casinò di Venezia e l'abbia quindi seguito fino alla stazione di Santa Lucia, balzando infine sulla vettura deserta. Non si esclude nemmeno l'ipotesi di una vendetta personale, maturata nell'ambiente in cui Italo Di Grottole viveva. Ma è una supposizione piuttosto vaga: non risulta infatti che laggiù il facoltoso agricoltore avesse dei nemici. Giuliano Marchesini

Persone citate: Giorgio Lolli, Italo Di Grottole