"La vostra, si dice è lista di disturbo"

"La vostra, si dice è lista di disturbo"Nuove formazioni politiche "La vostra, si dice è lista di disturbo" Rispondono i capilista di "Democrazia operaia" e di "Lavorare per la città" Alla competizione amministrativa si presentano per )a prima volta: « Democrazia operaia », a sinistra del pei, per la Regione e il Comune e « Lavorare per la città », un raggruppamento di Indipendenti solo per le comunali. Ai due capilista abbiamo rivolto questa domanda: « Da più parti la vostra Usta è considerata un disturbo. Cosa avete da obiettare? Perché vi presentate? ». BRUNO CANU, Democrazia operaia — « Da parte dei partiti che fanno riferimento alla classe operaia ci viene rivolta l'accusa di essere una lista di disturbo. Si tratta di una polemica, non esente da demagogia, che non entra nel merito degli aspetti politici della presentazione di questa lista. In un nuovo simbolo, sono infatti presenti contenuti che non sono improvvisati, ma emergono dal '68 ad oggi, in lotte che hanno espresso nuove avanguardie del movimento dì classe nel nostro Paese, nuovi obiettivi, forme di lotta più incisive e soprattutto una nuova ipotesi politica sulla costruzione del socialismo in Italia. « Nel movimento operaio sono oggi presenti due linee. La prima, portata avanti dai partiti riformisti, In particolare il pei, si articola a partire dal compromesso storico. La seconda, non ha ancora una sua rappresentanza politica, non ha ancora il suo partito, il partito rivoluzionario, tuttavia è una realtà consistente. Questa "area della rivoluzione", che fa riferimento alle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria, ritiene che oggi la crisi della de, il partito della borghesia, vada acuita. Dopo le sconfitte al referendum, alle elezioni sarde e trentine, le difficoltà in cui si dibatte la de possono diventare il declino Irreversibile di questo partito. « Ed è a partire da ciò che è possibile creare un'alternativa a sinistra nel nostro Paese. Questa seconda ipotesi, pur in una costante ricerca dell'unità del movimento operaio, si è scontrata spesso in questi anni con quella del compromesso storico. Lo scontro è avvenuto, e avviene, sulle risposte da dare all'attuale attacco al livelli occupazionali, alla ristrutturazione, alla rapina fiscale del cumulo, alla lotta contro il caro vita con le autoriduzionl, alle battaglie democratiche per l'aborto, contro la legge Reale. « Esistono, inoltre, due modi di porsi di fronte all'antifascismo, al movimento democratico dei soldati; su tutti questi problemi ci sono due linee nel movimento operaio. Democrazia Operaia è quindi una lista che raccoglie in modo unitario vari rappresentanti di questa linea alternativa esistente nel movimento di lotta delle fabbriche, dei quartieri, delle scuole. Questo fa si che sia possibile ottenere almeno un consigliere, che sarà disponibile ad appoggiare giunte di sinistra ma senza compromessi con la de. L'unico "disturbo" che recheremo sarà se mai quello di portare nelle ovattate salette dei consigli comunali la voce (non a tutti gradita) delle lotte di massa ». MATILDE DI PIETRANTONIO, Lavorare per la città — « Disturba chi si intromette in campo altrui ma, evidentemente, non è questo il caso, in quanto la città è dei cittadini (non per nulla si chiama Comune) ed ha bisogno dell'apporto attivo e responsabile dei suoi abitanti. E' prova di ciò il fatto che la nostra legge elettorale, nata con la riconquista della libertà, chiama i cittadini — e solo essi In prima persona — alla responsabilità di presentare le liste. « Si è seguito appieno questo dettato proprio adesso, quando 1 cittadini sono stati chiamati ad entrare direttamente nella gestione della scuola. Essi sono stati capaci, appunto, di ricercarsi, di trovarsi, confrontarsi, partecipando alle elezioni scolastiche. « Noi riteniamo logico ed utile fare ciò anche per il Comune, in modo da contribuire ad amministrare la città con un Alone di "democrazia diretta", accanto al metodo tradizionale. « Viviamo — perché ci siamo dentro — i problemi della città, vogliamo approfondirne la conoscenza e non "sentirceli dire". Ciascuno di noi può offrire una sua esperienza, una propria vitalità ed una propria preparazione per partecipare sia allo studio che riguarda il futuro della città, sia alle scelte che ne conseguono, non privilegiando nessuno di fronte al bene comune. « Vogliamo testimoniare il rispetto degli impegni, il rispetto del tempo, la voglia del cittadino d'essere responsabilizzato e, inoltre, autonomo da certi troppo pesanti giochi di potere. Questa forma di partecipazione diretta è anche un modo per affermare fedeltà ed attaccamento alle libertà democratiche, una reazione a certi momenti di sfiducia e di scoramento che sono pericolose pause di incertezza in una società civile. « Non ci siamo buttati in una avventura elettoralistica ma intendiamo operare continuativamente. Lavorare per la città: è tutto qui, ma è tutto ».

Persone citate: Bruno Canu

Luoghi citati: Italia