Bertoglio resiste, il Giro è suo

Bertoglio resiste, il Giro è suo Il "piccolo Fausto', difendendosi con i denti, ha salvato il prestigio del ciclismo italiano, che stava per consegnare il Giro allo spagnolo - Il vecchio Gimondi dignitosamente terzo mentre Baronchelli si squaglia sullo Stelvio e termina ingloriosamente (Dal nostro inviato speciale) Passo dello Stelvio, 7 giugno. Un «thrilling» fino all'ultimo chilometro, fra gigantesche muraglie di neve. Bertoglio è incollato alla ruota di Galdos, come trattenuto da un'invisibile calamita | a' udcOl pRiuscirà a resistere? Compirà ii|cmqsf , e primo grosso miracolo della sua carriera? Ouarantun secondi si perdono in fretta, su quei tornanti micidiali, che non concedono respiro. Ci sono grandi cartelli con su ccritto: «Sei tu il nuovo Fausto», ma Bertoglio sa che è un'esagerazione, lui sta soffrendo! alla ruota di uno spagnolo che si chiama Galdos. lui è soltanto un piccolo Fausto che sta difenden- dosi con i denti, e sta vivendo; un'avventura che gli sembra un sogno. Ha, dentro di sé, soltanto una grande paura. Paura di sve-| gliarsi e di vedere Galdos che vola | verso il trionfo, facendosi beffe di lui e di tutti. Resiste, non fa neppure lo sprint però e dice che non sareb- bè giusto: lo Stelvio è di Galdos ma il Giro d'Italia è suo, forse non se ne rende ancora conto, è frastornato, stordito, non gli seni- bra vero. Fino a meno di un mese fa era un greqario come tanti: bravino in salita, dicevano, ma fragile, senza quelle doti di fondo che dividono i campioni dalle mezze figure: e senza il fisico del- l'atleta vero, con quelle gambette che sembrano grissini un po' gon- iiati. Non lo invitavano neppure a ucorrere nei circuiti ad ingaggio., cJ che sono un po' il companatico Idei gregari, perché il suo nome I non faceva richiamo: inutile spre- i ! care soldi per un corridorino cosi, ! , né carne né oesce: ci fosse o non ilI ci fosse, era proprio la stessa cosa. Adesso Fausto Bertoglio vale quasi un milione a circuito, tre- . centomila lire abbondanti per ogni j ora di corsa. Ed il ciclismo Ita- : Nano lo deve ringraziare, e deve j ringraziare anche Gimondi che ieri ad Alleghe lo ha aiutato (seguendo anche i propri interessi, naturalmente) a difendere la maglia rosa, che stava per cambiare padrone. Senza Bertoglio, questo Giro d'Italia avrebbe ricalcato le orme di quello del '71: anche allora Merckx non c'era ed i campioni di casa nostra riuscirono a perderlo lo stesso, regalando :! trionfo a Gòsta Pettersson. Oggi avreobe vinto per la prima volta I uno spagnolo, un ex seminarista che suona la chitarra « vale meno di un Ocafia, o di un Fuente, di cui Galdos era — e forse continuerà ad essere — un fedele gregario. E sarebbe stata una nuova, clamorosa beffa, per tutto il nostro ciclismo, che si è salvato dal k.o. proprio all'ultimo round. Un Giro d'Italia contro ogni logica, contro ogni pronostico, con una conclusione praticamente allo j sprint fra due « outsiders », con I favoriti fuori gioco, obbligati dai 1 loro errori e dalla loro debolezza 1 a stare a guardare, come chi | ascolta un discorso e vorrebbe prendere la parola, ma si trova senza argomenti. Battaglin, che sembrava dovesse essere il mattatore di questo Giro, è partito subito ingranando la quarta ma si è fidato troppo di se stesso ed è precipitato giù, sempre più giù, senza trovare né la forza né il morale per reagire (è finito diciottesimo in classifica, con più di mezz'ora di distacco, e stasera dice addirittura che vorrebbe rinunciare al Tour). Baronchelli ha corso sempre senza dare una pedalata più del necessario, dando l'impressione di immagazzinare energie per il suo gran finale: e invece quando si è deciso ad aprire il maqazzino si è accorto che era paurosamente vuoto, ieri ha perso il Giro ed oggi ha perso anche la faccia, arrivando 32" sullo Stelvio, a più di undici minuti dalla coppia di testa, e precipitando al decimo posto della classifica. Ed è proprio lui la più grossa delusione del Giro, visto che l'anno scorso, alla sua prima stagione da professionista, per un soffio non era riuscito a battere persino Eddy Merckx. Resta Gimondi, ed è l'unico dei « big » ad essersela cavata con grande dignità. Quasi 33 anni sulle spalle e una carriera lunga e logorante, di fronte a lui dei giovani che vogliono prendere il suo posto, perché sono gelosi della sua popolarità, che Felice si era costruita giorno per giorno, soffrendo dietro (e qualche volta davanti) a quel « campionissimo » che è Eddy Merckx. Il suo terzo posto, in un Giro d'Italia costruito su misura per gli scalatori, costituisce una mezza vittoria, non certo una sconfitta. E adesso Gimondi. un meraviglioso Don Chisciotte, vuole andare al Tour, a « cercare » Merckx. Non riuscirà a batterlo, ma sarà sempre lì, il vecchio leone, come un'ombra minacciosa che sparisce soltanto un metro dopo il traguardo, mai prima. Stamane, al via da Alleghe, c'era un po' di elettricità: soltanto mezze frasi, ma qualcuno accennava ad una possibile « santa alleanza » contro Galdos. una specie di congiura per mettere k.o. quello che ormai quasi tutti ritenevano il grande favorito. Il piano era questo: attacchi a ripetizione degli italia- j ni (non di Bertoglio personalmente, è ovvio) sulle prime due sali- I te, a turno, in modo da far arri- ! vare Galdos ai piedi dello Stelvio i staccato, o perlomeno stanco. Mi- ! ca che fossero diventati tutti, al- j l'improvviso, amici di Bertoglio. Ma se un trionfo dello spagnolo sarebbe stata una grossa beffa, non lo sarebbe stata soltanto per l'ex gregario di Battaglin. Tutto il | ciclismo italiano avrebbe fatto un grosso passo indietro, con conseyuenze anche finanziarie. E guai a toccare un corridore nel portafogli. Se la congiuro c'era, comunque, i non s'è vista. Per due motivi: innanzitutto perché unire le forze é . t, a I !°™e.S„0J^t0JU^i ^Lf-lS? . ' a o s sono ancora, ed ormai erano qua si tutti in riserva: ed in secondo luogo perché Galdos, che proprio tranquillo non era. ha subito preso tutti in contropiede mandanuo avanti, a scanso di equivoci e di sorprese, il suo gregario Oliva. La prudenza non è mai troppa, deve aver pensato, con questi italiani ■ un giorno amici e l'altro nemici. Oliva in testa sul San Pellegrino, davanti a qualche mozza figura, con il gruppo a ventidue secondi: | Oliva ancora al comando di un ' piccolo drappello sul Costalunga, I con 1 migliori a poco più di 100; metri. Il suo compito è soltanto i quello di fare la sentinella, e lui j sorveglia. Il plotone va avanti a [ trenta orari, come se avesse pau- ! ra d'avvicinarsi troppo presto ad una montagna che è un incubo per tutti. Maurizio Caravella f£d ecc0 |0 stelvio: muraglie di I neve che diventano sempre più alte, con un sole che abbaglia, Galdos manda avanti Pozo, poi ! scatta: Bertoglio è pronto alla ri-i sposta, anche Perletto e Panizza | si agganciano. Baronchelli naviga! già nelle retrovie, il gruppetto dei ì | migliori si sfalda. Pozo è raggiun- I to e staccato (e Galdos si arrab- j bierà, per questo), Panizza è sfor- i lunato perché gli salta la catena j e perde .le ruote, poi a quattro chilometri dalla vetta Galdos e Bertoglio restano soli, anche Per-, lett0 c,ede- G. • Pcatta' sei'1 sf.ttG\ fpr=e dieci vote, per to aliersi dalla ruota la Maglia rosa, Bertoglio soffre, ma resiste. Spen dend° tutt° ?uell° che ali e rima st0' scovando chissà dove sem pre nuove energie, All'arrivo Fontana, il suo diret tore sportivo, piange: « Mi hanno insultato, mi hanno gridato che io uccido i campioni, mi hanno detto che se Battaglin ha perso il Giro é colpa mia. Non è vero, l'avete Ws/o ». E intanto Bertoglio. che lui ha condotto alla vittoria, indos sa una nuova Maglia Rosa. Ouella, nessuno può più togliergliela. ORDINE D'ARRIVO: 1) Francisco Galdos (Kas), km. 186 in 6 ore 45'18", media 27,534; 2) Bertoglio s.t.; 3) Perletto a 1*17"; 4) Conti a 2'25"; 5) Panizza a 2'40"; 6) Gimondi a 3'0B"; 7) De Vlaeminck a 3'55"; 8) Bellini s.t.; 9) Riccomi s.t.; 10) Bergamo a 4'10"; 25) Battaglin a 9'23"; 32) Baronchelli a 11 '08". CLASSIFICA FINALE: 1) Fausto Bertoglio (Jollyceramica) in 111 ore 31 '24" (media generale 35,535; 2) Galdos a 41"; 3) Gimondi a 6'18", 4) De Vlaeminck a 7'39"; 5) Perletto a 8'; 6) Panizza a a' 13" : 7) Riccomi a 10'32"; 8) Conti a 13'40"; 9) Lasa a 14'48"; 10) Baronchelli s.t.; 18) Battaglin a 37'58". Galdos vince sullo Stelvio, ma solo in volata sul commovente bresciano Bertoglio resiste, il Giro è suo