Hanno inciso su nastro il loro testamento mentre aspettavano il treno che li ha uccisi di Piero Cerati

Hanno inciso su nastro il loro testamento mentre aspettavano il treno che li ha uccisi L'allucinante fine dei due studenti fidanzati a Melfi Hanno inciso su nastro il loro testamento mentre aspettavano il treno che li ha uccisi Per due ore sono stati nascosti in una nicchia della galleria - Il ragazzo ha tentato, ma senza riuscirci, di spiegare perché avevano deciso di togliersi la vita - Lei ha sempre pianto, poi si sente che dice: "Eccolo, arriva" e il rombo delle ruote - Hanno meditato il suicidio per una settimana - Sono stati sepolti assieme (Dal nostro inviato speciale) I Melfi, 7 giugno. ! Il nastro scorre sul regi-1 stratore; nell'ultimo tratto, le | voci di due ragazzi diventano un soffio, «Vi chiediamo perdono», poi un silenzio freddo e ravvicinarsi di un rombo: è un treno che in galleria sbuca J da una curva e s'avventa sul rettilineo, verso la luce. Il nastro scorre ancora e si ode il rumore di ruote che sobbalzano. Il macchinista del Potenza-1 Foggia, giunto ieri sera a Mei fi, s'era sentito male: «Devo i avere investito qualcuno, ne ' sono sicuro: ho sentito lo ì scossone della motrice su un'corpo». Lo avevano dovuto : sostituire per far proseguire j il convoglio. Nella galleria i Setteponti si erano recati il I ragazza e un giovane, falciati I dal treno. Lei si chiamava ì commissario Nicoli e il mare- sciallo Ceccio per vedere che1 cosa fosse successo: alla cur- \ va prossima all'imbocco ave-1 vano trovato due corpi, una i Maria Carriero, 17 anni. In ta-1 sca aveva la tessera per il pulì-1 man da Rapolla, dove abita- j va, a Melfi, dove frequentava | li liceo artistico; lui era privo j di documenti, ma il padre di I Maria non aveva avuto esita-j zioni: «Deve essere Michele Gastone, si vedeva con mia fi-1glia». Lo ha riconosciuto nel-, la notte il cognato. [Disgrazia o suicidio? Non ! binari | Gastone, si vedeva con mia fi ha trovato accanto c'è stato tempo per formulare j l'interrogativo: il maresciallo un registratore a batteria, ha | premuto un pulsante ed ha I ascoltato la storia agghiac-1 ciante, attimo per attimo, del suicidio dei due giovani. Mi chele e Maria sono rimasti abbracciati per due ore in una nicchia della galleria, in attesa che arrivasse il treno a ! traverso e le ruote del con-1 voglio l'hanno trascinato per . troncare le loro vite. Poi lei si j è sdraiata col capo sulla ro- j taia, il braccio piegato sugli t occhi per non vedere; lui si è I disteso quasi al suo fianco, di 12 metri, facendone scempio. I Sul nastro scorrono quasi ; due ore di registrazione; le \ parole sono coperte dal segre-1 to istruttorio, tuttavia qualcu- ! no ricorda frasi udite subito \ dopo la scoperta del suicidio. I Michele Gastone accusa la so- ' cietà («Sono degli egoisti»),' spiega che ha respinto la faci- ' ve evasione della droga, che' ha scelto sempre la via della stretto a vivere, sostiene che' non-violenza, non inveisce, critica il mondo in cui è co- non si occupa di politica, par la di «monito» che serva a mi gliorare la situazione dei compagni. Maria accompagna le parole con un pianto sommesso, poi sembra rinfrancarsi, ma l'illusione che in lei traspaia un momento di luci- dita, tale da indurla a rinun però si contraddice, vorrebbe dare una spiegazione del sui- ' ciare al suocidio, è breve non c'è nulla che faccia pensare ad un pentimento, Smette il pianto e segue le frasi del suo ragazzo. Michele cidio, ma non vi riesce: tutto diventa estremamente confu- j so, spesso ripetuto. La non- violenza, il rifiuto della dro-j ga, la scelta del suicidio: non \ rivela perché ha rinunciato J all'alternativa di battersi per ' vivere. Chi ha ascoltato il nastro dice: «Pare di trovarsi di fronte ad un macabro gioco di ragazzi, sembra di ascoltare qualcuno che vuole mettersi in mostra, primeggiare an che davanti alla morte». For- se nel nastro vi è anche un «addio ai professori e ai nemici» e forse la voce di lei che ode il rumore del treno e dice per aver forse commesso al cuni furtarelli con altri mino in un sussurro: «Eccolo, arriva». C'è di certo il silenzio, che mette i brividi, e il sobbalzo che recide le due vite. Ora si scava nel passato per avere una spiegazione logica del gesto, si risale addirittura a cinque-sei anni or sono quando Michele Gastone subì un'ammonizione dalla polizia renni nelle scuole. Di Maria Carriero si racconta che venti giorni or sono avesse ingerito alcune pastiglie, per protesta re contro il padre che le ave va fatto presente la giovane età, non adatta ancora per un legame duraturo. Ma i compa-1 gni di scuola smentiscono: non sono quelle le cause del suicidio. Michele frequentava da tre anni la scuola, era bravissimo, soprattutto nelle materie artistiche (aveva fatto anche una piccola esposizione dei suoi disegni in città). Il primo anno si era dimostrato irrequieto, poi il preside l'aveva preso in considerazione ed era sorta una reciproca stima. Continuava ad organizzare assemblee, a dibattere i problemi della scuola («Scuola aperta, non come quella di oggi», dicono i compagni), aveva organizzato anche qualche sciopero («Mai sentito parlare di violenze né siamo dovuti intervenire», dicono al commissariato di p.s.), era molto attivo. Di famiglia di modeste condizioni economiche, d'estate lavorava per potersi pagare la scuola («L'anno scorso era andato a fare il carpentiere in Calabria»): quest'anno sembra avesse trovato un posto a Torino fino ad ottobre. («Era ormai sicuro di essere promosso: lo scorso giugno aveva avuto la media del 7»). Quattro mesi or sono aveva conosciuto Maria Carriero, primo anno di liceo, qualcosa in lui era cambiato: lo dicono i compagni, i funzionari della I scuola che più gli furono vici- ; no. Sembrava introverso, più contestatore. Ad un insegnante rispose: «Lei consiglia quel libro, ma io non ho i soldi per poterlo comperare»; in una assemblea di studenti, venne deciso l'acquisto di alcuni righelli: «Io i soldi non li ho», avrebbe gridato Michele, e di rimando un compagno: «Non preoccuparti, te li compro io». Michele, però, si era messo a piangere. Si parla ora di insicurezza, di futuro senza prospettive. Melfi, 15 mila abitanti, ha visto in pochi anni trasferiti a Torino quattro-cinquemila famiglie. I giovani parlano di società che soffoca, opprime. Ma nella lunga registrazione, una confessione prima di morire. Michele non indica il motivo del suo gesto. Critica, accusa, poi si contraddice, sollecita il perdono dalla scuola, che era sempre stata al suo fianco, spesso aiutandolo. Non parla nemmeno di orgoglio ferito dalla sua povertà. Non pensa al preside che lo stimava, al padre che ne andava fiero, al fratello Vincenzo, 20 anni, diplomato, in servizio di leva («Diverso da lui, che era buono di carattere, ma talvolta irrequieto», dicono gli amici). Forse l'amore per Maria è stato la ; scintilla che lo ha frastornalo : ha creduto di essere infe: riore agli altri e di non poter I primeggiare nella vita. Ma ! quelle due ore in una nicchia, j quel piangere sommesso della ragazza, ancora quasi una bambina, quella decisione [ ostinata di voler morire non avranno mai spiegazione. Questa sera si sono svolti a Melfi i funerali dei due giovani. Il vescovo ha concesso che si svolgessero con il rito religioso. E' stata rispettata la volontà di Maria e di Michele: «Vogliamo essere sepolti insieme — dicono nella registrazione —■ anche qui in questa galleria, o in un immondezzaio. Vogliamo restare sempre uniti cos'i come abbiamo deciso, uniti, di toglierci la vita. Abbiamo scelto questo mezzo perché è il meno doloroso (nella nicchia dove sono rimasti per due ore è stato trovato un coltello n.d.r.), ci abbiamo pensato molto, da almeno una settimana». Piero Cerati

Persone citate: Maria Carriero, Maria Carriero, Mei, Michele Gastone, Nicoli

Luoghi citati: Calabria, Foggia, Melfi, Rapolla, Torino