Bisaglia non riesce a ricomporre il Consiglio

Bisaglia non riesce a ricomporre il Consiglio Bisaglia non riesce a ricomporre il Consiglio Un altro rinvio per l'Egam Roma, 6 giugno. Il ministro delle Partecipazioni statali Bisaglia ha fallito l'annun ciata decisione di risolvere entro oggi il «caso Egam». La motivazione del fallimento è però ampiamente positiva: mostra che sembra essere finita la pratica di lottizzare (distribuire tra partiti di governo) i posti di responsabilità economica. Bisaglia aveva infatti . chiesto ai quattro partiti della > maggioranza parlamentare di go- verno (de, psi, psdi e prl) di sot toporgli dei nomi per il nuovo consiglio d'amministrazione dell'Egam. Il proposito di Bisaglia sarebbe stato quello di scegliere poi nel nuovo consiglio d'amministrazione il futuro presidente dell'Egam. La sua scelta sarebbe caduta sul socialista Massimo Annesi, che fu vicepresidente dell'Egam fino alle dimissioni due mesi fa. Einaudi sarebbe dovuto restare nel consiglio d'amministrazione, e diventare vicepresidente. Pare che a Bisaglia sembrasse che il ridicolo sarebbe ricaduto solo su Einaudi. Sembra invece che Einaudi chiedesse di non essere condannato «per sempre», cioè per tutto il suo passato, ma fosse «disposto» solo a subire il sindacato del Parlamento sugli ultimi suoi «discussi » atti, chiedendo quindi di ricevere qualche pubblico incarico. La vicenda è quasi tutta da raccontare al condizionale, per il modo in cui è stata presentata. Dapprima dal ministero delle Partecipazioni è venuta la notizia, ma senza assunzione di responsabilità, delle dimissioni di Einaudi. Poi la notizia che Bisaglia avrebbe deciso giovedì e poi che avrebbe deciso oggi. Ieri poi il mi . _ j nlstro, stando" ancora rT un «si'di 1 ce», avrebbe detto a un giornali sta che avrebbe risolto il caso solo lunedì, perché i socialisti chiedevano una «lottizzazione differita»: ma anche questa voce resta senza paternità. E' insomma il sistema delle «voci», laddove in tutti i paesi democratici esistono fonti governative autorizzate a ri spondere «sì», «no», «nulla da dire». L'ultima voce, riportata dalle agenzie, è che la decisione sarà presa lunedi, perché manca da Roma, per impegni elettorali, più d'un segretario dei partiti di mag gioranza. In tale condizione si registrano fortunatamente esplicite dichiarazioni del pri, psdi, psi. Per il pri l'onorevole La Malfa ha reso noto che «a tempi stretti» Bisaglia deve sostituire Einaudi, restando però «al suo senso di responsabilità di nominare un consiglio di tecnici di provata capacità che metta ordine nella gestione dell'ente». Il pri rifiuta perciò di far nomi. Per il psdi l'onorevole Averardi, della direzione, afferma invece che «eventuali decisioni oggi sarebbe ro assurde perché chiaramente elettoralistiche: una vittima non basta a risolvere problemi tanto complessi». Il psdi è quindi per un rinvio a dopo le elezioni e cosi pure il deputato de Cabras. Il psi è invece d'accordo col pri che Bisaglia debba subito sostituire Einaudi, ritenendo positiva la sua volontà d'agire senza indugi. Il psi ha emesso un comunicato ufficiale redatto dai suoi responsabili per gli Enti di Stato e la politica economica, dopo aver ascoltato il segretario De Martino. Il documento ha il pregio di parlar chiaro sull'aspetto politico della vicenda: «Il psi non s'attende dolile elezioni la capacità di negoziare gualche posto in più». Questa è la risposta alle anzidette «voci» su una «lottizzazione dif/e- rita» a dopo le prossime elezioni. Il documento del psi ricorda invece la posizione assunta alla Camera con la votazione d'un proprio documento. Ciò che occorre, dice, è «una modifica del quadro politico che consenta d'innovare profondamente anche nel sistema delle partecipazioni statali». Perciò annuncia che fa bene Bisaglia a scegliere un nuovo presidente, ma che i socialisti «non parteciperanno a trattative di sorta che intendessero risolvere i problemi con meri avvicendamenti di persone, né designeranno propri uomini negli organi degli Enti di Stato in discussione». E questa e la smentita alla voce che occorrerebbe lunedì un vertice dei segre- tari dei partiti di governo, presso Moro, per decidere. Da tutto quanto si sa, Bisaglia ha una delega dal presidente Moro e dal segretario de Fanfani per risolvere il problema. Quanto al pri e al psi essi chiaramente gli hanno reso noto di voler il rapido avvicendamento d'Einaudi, la cui permanenza all'Egam è motivo di continue perdite per l'Ente (praticamente paralizzato). Ma che non intendono «lottizzare» nulla, ritenendo che l'intero sistema delle partecipazioni statali vada riformato nel senso indicato dalla Camera dei deputati. Insomma è Bisaglia che deve scegliere, sia pure col «gradimento», come stasera dice Giolitti, degli altri partiti. «Gradimento» che dipende dal «coerente criterio» da usare per correUamente»0"1 "sestisca g. m.

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