Lettera da Stoccolma

Lettera da Stoccolma Lettera da Stoccolma Moderato pessimismo degli editori: la gente va in biblioteca Stoccolma, giugno. Anche tra gli editori svedesi, come in molti Paesi di Europa, tira aria di moderato pessimismo. E', molto succintamente, l'impressione che ho avuto da una serie di incontri, a Stoccolma, con esperti del settore, critici letterari, scrittori. L'editoria svedese ha prodotto, negli ultimi tre anni, qualcosa come novemila titoli all'anno: un dato molto positivo, sul piallo statistico, se si pensa che agisce in un Paese di otto milioni di abitanti. Ma — mi viene fatto osservare — quasi seimila titoli appartengono ad un tipo di editoria specializzata e strumentale, che va dal ma' uale universitario al libro tecnico, utile magari all'operaio o al funzionario di azienda, per sfogare i propri hobbies nel week-end. Quello che è in crisi, mi sembra di capire, è il libro di letteratura e di cultura generale. « Oltre millecinquecento titoli all'anno sono di narrativa per adulti. Ma la gran parte di questi titoli — mi confessa il direttore letterario di una grossa casa editrice — sono riservati a quello che noi chiamiamo "il mercato di massa": libri di intrattenimento, gialli, fantascienza, cosiddetti romanzi storici, libri rosa, romanzi erotici. Le opere di buona letteratura vendono mediamente, su un arco di cinque anni, duemilasettecento copie: il che rappresenta poco più di metà della loro tiratura ». «Un altro dato preoccupante — mi fa osservare un critico — è che le traduzioni di opere letterarie rappresentano qualcosa come il sessanta per cento del pubblicato in questo campo (e quasi due terzi sono dall'inglese). Eppure disponiamo di un'ottima generazione di scrittori giovani ». L'importazione dì titoli dall'estero prospera anche nel settore della letteratura per l'infanzia. Me lo conferma una giovane traduttrice dall'italiano, che tra l'altro mi offre notizie confortanti sulla fortuna dei nostri scrittori: « I romanzieri italiani sono letti: Moravia, Cassola, Bassani, Calvino; e di recente Sciascia, che non mi stupirei affatto di vedere proposto, entro i prossimi dieci anni, per il Nobel ». Decisamente rassicurante è invece la situazione della lettura pubblica. In Svezia esistono circa milleduecento biblioteche popolari; ciascuno dei 278 Comuni del Paese possiede la sua biblioteca municipale principale. Lo Stato e le collettività locali si sono quotati per un investimento annuo complessivo di oltre cinquanta miliardi, che ha permesso di migliorare le strutture edilizie e di arricchire notevolmente il fondo librario. L'anno scorso — mi precisa un funzionario assai cortese e prodigo di dati — il prestito delle biblioteche municipali si è aggirato sui 66 milioni di volumi, qualcosa come otto volumi per abitante. Ma ancora meglio hanno fatto le biblioteche scolastiche, che vantano, in media, un giro di prestiti di 17 milioni di volumi all'anno. Sono cifre che fanno venire il capogiro se rapportate alla situazione italiana: per fortuna, gli svedesi sono assai riservati e non si azzardano a chiedere al visitatore notizie comparative. Ma ciò che più lascia ammirati è la concezione della biblioteca e i metodi che presiedono al suo funzionamento. L'attuale primo ministro svedese, Olof Palme, lanciò, quand'era ministro della Pubblica Istruzione, uno slogan che ha fat¬ to fortuna: « La biblioteca non è una sala di lettura, è un luogo di incontro e di scontro ». E' su questo principio che si è articolata, negli ultimi anni, in Svezia la dinamica della vita culturale intorno e dentro la biblioteca. A leggere i pannelli che condensano l'attività di una settimana nella biblioteca di un medio Comune (15-20 mila abitanti), si è colpiti dalla frequenza e varietà delle manifestazioni: dibattiti letterari (cui partecipano scrittori che abitano a diverse centinaia di chilometri di distanza l'uno dall'altro), proiezioni di film, esposizioni, concerti, rappresentazioni teatrali. Spesso non si riesce a contenere tutto il programma in cinque sere (in Svezia il weekend è intoccabile e strettamente privato): succede allora che la biblioteca proponga al suo ospite due o più manifestazioni nella stessa serata. Ma la biblioteca ospita poi riunioni di associazioni, gruppi di studio, seminari di « riciclaggio » culturale in questa o quella disciplina, in cui accanto a giovani operai e studenti accade di vedere impegnati nel dibattito anziani pensionati o mature massaie. Una grossa porzione delle ore serali è riservata infine alla partecipazione attiva degli abitanti alla vita del Comune. Evidentemente devo avere una espressione stupefatta, perché, con una reazione improntata al più severo rigorismo nordico, sente il bisogno di raffreddare il proprio entusiasmo: « Certo — sospira — abbiamo ancora molto da fare... Pensi che una recente statistica ci ha informato che solo sette persone su dieci hanno messo piede nel corso dell'anno in biblioteca... ». Guido Davico Bonino

Persone citate: Bassani, Calvino, Cassola, Guido Davico Bonino, Moravia, Olof Palme, Sciascia

Luoghi citati: Europa, Stoccolma, Svezia