Povero Masuccio di Carlo Carena

Povero Masuccio Il dissenso Povero Masuccio Avrei passato volentieri qualche ora in compagnia dei frati truffaldini e delle monache gaudenti di Masuccio Salernitano, approfittando della comparsa del Novellino fra le ristampe della Biblioteca degli Scrittori d'Italia Laterza: ristampe di cui non ci si può rallegrare abbastanza e che ci hanno già rifornito, tra l'altro, degli amabili Trattati d'amore del Cinquecento con una nitida presentazione di Mario Pozzi. Invece sul limitare del convento masucciano sono incappato nella nuova introduzione, allestita per l'occasione; e il peccato di desiderio ha trovato il suo pronto castigo. L'autore, un Salvatore S. Nigro, è persona certo diligente ed entusiasta, che deve aver sudato sul Novellino. Ma la sua scrittura è un vero Cerbero per questo Eliso. Pochi esempi basteranno, penso, a turbare qualunque lettore, anche il meno bisognoso di garbo per essere introdotto a certi libri. Questo l'esordio, per il quale gli astuti maestri di retorica raccomandavano somma cura, « come quello che dispone all'ascolto lo spirito dell'ascoltatore»: «Il Novellino di Tommaso Guardati, più noto come Masuccio Salernitano, è il raggiungimento narrativo di più complessa e rappresentativa attestazione della conquista del toscano letterario...». Al centro: «La circoscrizione dell'oggetto di satira alla tematica anticlericale e antifemminista ha la sua ragione all'interno dell'esaltazione politica di partigianeria laico-aristocratica degli ideali di prudenza e saviezza nonché di virilità fallocentrica della brigata aragonese... ». Poco oltre, con indiscutibile climax: « La secolare serrata di silenzio attorno al Novellino e il successivo interesse a trovare a quest'opera, linguisticamente e moralmente scomoda, un adeguato parcheggio entro le linee di sviluppo della nostra prosa volgare sono più o meno direttamente legati alla fortunosa tradizione del testo... ». E, con ostinazione mai vista, persino nella nota bibliografica, dove l'austerità del tema dissuade di solito dall'aggiunta di orpelli: «Di criteri più elastici è la sezione linguistica: l'eccezione è giustificata... dalla necessità di fornire un minimo di indicazioni per il calottamento del Novellino, nel panorama della prosa quattrocentesca. Una rigorosa igiene critica avrebbe consigliato di depennare alcuni titoli di nessuna minerva, soprattutto tra quelli elencati nei vesciconi dei comparativisti... ». Altro che dolersi, come fa Pietro Citati, dell'eccesso di superlativi nell'italiano di oggi! Questi postiches di linguaggi accattati per la critica letteraria dall'etnologia, dall'Automobile Club e dalla profilassi sono il segno di uno scarto di stile e di un « generale genocidio» della Parola, come direbbe bene il Nostro (pagina XXXVIII, riga 16). Carlo Carena

Persone citate: Mario Pozzi, Masuccio Salernitano, Pietro Citati, Salvatore S. Nigro

Luoghi citati: Italia