Le belle statuine di Giulio Cattaneo
Le belle statuine Le belle statuine Cartoline e filastrocche della Ombres, tra nostalgia ed ironia Rossana Ombres: « Le belle statuine » , Ed. Einaudi, pag. 125, lire 3200. Come erano belli i bambini, e soprattutto le bambine, dei primi anni del Novecento nelle vecchie cartoline usate | che costellano l'ultimo libro 1 di Rossana Ombres. Vestiti ! « di percallìno a di battista felpata», in una Gloria di na-\ stri, fiocc'sì. cuffie, capelli al buccoloiU, ritratti in pose aggraziate ]ra ramoscelli e fiori, sembrano proprio Quei « ragazzini perbene » nei Quali trionfano gli ideali pedagogici della « nuova Italia ». Ma questo punto d'arrivo («come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbe- ne », secondo le ultime parole di Pinocchio) non interessa l'autrice che, rappresentando nella bambina Violante il massimo delle perfezioni fanciullesche, le attribuisce sogni rovinosi di crudeli dispetti. Da queste cartoline, che ha cominciato a raccogliere « quando aveva dodici anni », la Ombres ha preso lo spun- io per una serie di racconti in poesia che partono Quasi sempre da un dato reale o almeno verosìmile per arrivare presto ai cieli del sogno, della bizzarria, del nonsense. Da una parte, come avverte l'arguta presentazione delle Belle statuine, si ricrea un mondo ormai remoto, « visto dalle sue suppellettili, dalle sue riverenze, dalle sue feste e dai suoi guardaroba ». ma Siocatùn di volano j nello stesso tempo lo si rompe in mille pezzi riaccostandone i frammenti e gli oggetti sparsi in tutte le combinazioni possibili. Il libro è diviso in più sezioni: inizia con le deliziose storie intitolate « Bambine » e, attraverso gli auguri, le uova di Pasqua, le lettere alle zie, le bambole, le filastrocche di « Regina regimila », si chiude con la poesia « Le belle statuine » che ne riprende i temi e i modi fra scherzo e tenerezza. Come in un classico « nonsense » la rima, insieme all'assonanza e al bisticcio, suggerisce le associazioni assurde: « Lei prende una pastiglia ì la vainiglia I e un po' d'olio di triglia I e di polvere di conchiglia I e mescola in una tovaglia I aggiungendo acqua di giunchiglia I uno spicchio d'aglio I e Qualche pelo di coniglio ». Oppure: «Mi sento felice I nel mio boschetto, lontano I dai I dalle bambine che strimpellano il piano I dai bicchieri del servizio di Murano I dalla fanfara dei bersaglieri I dai fagioli con la cotica I e dai compiti d'aritmetica I da chi parla e parlotta I da chi balla la gavotta ! dalle riverenze dalle bugie ! dai ladri dalle spie ». Da un magazzino inesauriI bile da trovarobe si estraggo! no stoffe, medicine, rosoli, binocoli, bambole, medaglie, si utilizzano personaggi di fiaba, proverbi, reminiscenze di storia patria, brandelli di vecchie canzoni. Le parole sembrano a volte ricavate da rimari e da cataloghi ma si ravj vivano negli accozzi inconI grui, animate da un vento fantastico che soffia su un mondo liberty, dalle architetture e dagli interni torinesi, rimasto più o meno identico dall'alba del secolo alla vigilia della seconda guerra mondiale. C'è quindi una re- j gressione, un ritorno all'infanzia e ancora più indietro, nella selva dei remoti ricordi familiari. Tutto questo sembra corrispondere a certe esigenze della cultura del nostro tempo, alle ricognizioni nei campi delle letterature infantili e popolari, del melodramma, dei primi fumetti e del romanzo d'appendice. Ma di fronte all'alluvione dei recuperi spesso indiscriminati, il libro della Ombres non ha niente di casuale, radicato in un mondo concreto e conosciuto. Del resto l'operazione letteraria che lo caratterizza non è troppo diversa da quanto ha fatto l'autrice nei suoi libri precedenti di poesia, attingendo ai testi mistici ebraici: gli « infernotti » sotto le cantine della casa di « Rossana » ricordano per esempio ì labirinti e i sottosuoli di Bestiario d'amore. Ma. come per una festa dì bambini allestita da adulti esperti, prevalgono nelle Belle statuine i ritmi lievi e a cantilena dove il probabile è anche improbabile e viceversa. Giulio Cattaneo | 1 ! \ l j
Persone citate: Einaudi, Ombres, Rossana Ombres
Luoghi citati: Italia
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