Bisaglia cerca il successore di Einaudi di Giulio Mazzocchi

Bisaglia cerca il successore di Einaudi Bisaglia cerca il successore di Einaudi Verso la conclusione delibali are» Egam Roma, 5 giugno. Mario Einaudi è stato presidente dell'Egam ancora per tutta la giornata d'oggi: per quante ore ancora lo sarà? Il ministro delle Partecipazioni statali, Bisaglia, lascia entro domani Roma per un giro elettorale e vuol partire dopo aver risolto il compito che gli ha indicato il Parlamento: « ripristinare la normalità » al vertice dell'Egam, il cui presidente s'è comportato « in modo discutìbile », come dice il documento votato alla Camera. Per tutta la giornata Bisaglia h". consultato gli altri partiti che sostengono il governo: la rilevanza del problema (per la prima volta in Italia si sostituisce un presidente in carica di Ente di Stato) l'ha portato ad interpellare direttamente i segretari dei partiti della maggioranza di governo (de, psi, psdi, pri) che sono in campagna elettorale. Le ultime conversazioni avranno luogo nella notte. Che cosa chiede Bisaglia ai suoi interlocutori? Che gli sottopongano dei nomi per ricostituire il Consiglio d'ammini'.trazione dell'Egam, dal quale tra febbraio e marzo si sono dimessi, nell'ordine, il consigliere repubblicano Duva, quelli socialisti Annesi (vicepresidente) e Guerrieri, e quello socialdemocratico Martoni. Sono rimasti in carica i quattro de, oltre al presidente Einaudi. Da quel che si riesce a sapere, e a capire, Bisaglia sostiene che il Parlamento vuole il « ripristino della normalità », cioè la ricomposizione del Consiglio d'amministrazione e la nomina d'un nuovo presidente, che spetta a Bisaglia di designare. Ci mancano informazioni da parte della de e del psdi (che in via indiretta apprendiamo essere consenzienti col ministro). Si apprende invece che a giudizio pri va fatta una ricognizione per stabilire se l'Ente dovrà sopravvivere. Ricognizione I repubblicani hanno infatti impegnato da tempo il governo a effettuare una ricognizione della situazione delle Partecipazioni statali, in vista d'una legge che entro l'anno le riorganizzi, anche al punto di ridurne gli enti dagli attuali sei a due soltanto. I repubblicani, quindi, non intendono effettuare designazioni sin quando non siano prese le grandi decisioni. Non estremamente di¬ versa sarebbe la posizione del psi. Può Bisaglia revocare il mandato di Einaudi senza aver scelto la persona che gli succeda e senza che questa successione sia triennale, secondo lo statuto dell'Egam? Il responsabile economico del psi, Giannotta, ritiene che i problemi propri del ministro siano due: revocare la carica a Einaudi per i suoi errori, provvedere al futuro dell'Egam. E a Giannotta non pare che il futuro dell'Egam possa essere deciso senza un esame della sua situazione. Abbiamo ascoltato una delle persone che certi ambienti politici romani ritengono possa essere il successore di Einaudi. Ci ha fatto presente che, stando a generali informazioni, l'Egam avrebbe più debiti bancari del suo stesso fondo di dotazione. E nessuno, tranne Einaudi, pare al momento sapere in che modo questi debiti siano stati impiegati. Diventare presidente dell'Egam in via «ordinaria» sembra, insomma, una grana per molti candidati. Da solo In definitiva, Bisaglia sembra trovarsi solo davanti alle scelte che, a termine di legge, gli competono. Ma si afferma che sceglierà da solo domattina," se non gli vengono stanotte i suggerimenti che chiede. Due sole supposizioni sono possibili: che nomini un commissario o un presidente con uno specifico incarico di ricognizione della situazione dell'Egam; che invece nomini per intero il Consiglio di amministrazione e entro il suo organico designi un presidente a pieno titolo, salvo che poi una generale legge sulle Partecipazioni statali venga a mutare il quadro degli Enti. In ogni caso, ciò che accade ha un aspetto che, nella generale situazione italiana, pare finalmente positivo. Bisaglia, cioè, ha «.tratto il dado». Ieri ha parlato con Einaudi e l'ha informato della intenzione di «eseguire la sentenza» pronunciata dal Parlamento. La decisione è giunta dopo una lettera del segretario del pri, Biasini, che sabato osservava (se le notizie sono esatte) che appare incoerente che Tiri sostituisca l'amministratore della Terni per perdite d'esercizio, mentre Einaudi resta ancora al suo posto dopo una condanna del Parlamento. Giulio Mazzocchi

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