Primi passi sulle punte

Primi passi sulle punte La scuola di danza della Egri Primi passi sulle punte Nel 1950 quando cominciò ad insegnare a Torino aveva soltanto due allieve - Oggi sono 250 e potrebbe raddoppiarne il numero Nel 1950, quando aprì a To- ] rino la sua scuola di danza, Susanna Egri aveva due allieve. Ora ne ha almeno duecentocinquanta e potrebbe benissimo raddoppiare questa cifra se ragioni di spazio e di tempo non la costringessero a limitare le iscrizioni. Venticinque anni fa, molti genitori non vedevano di buon occhio che le loro figlie — i maschi nemmeno a parlarne — si dedicassero alla danza, oggi insistono e si fanno persino raccomandare per mandarle alla scuola della Egri. E lo stesso avviene nelle altre scuole di Torino (alcune sono anche più antiche di quella della Egri e non meno conosciute) e di molte città italiane: l'interesse per la danza è tale che i quadri e le strutture sono ormai insufficienti. Aziende, circoli, scuole pubbliche e private chiedono spesso a Susanna Egri di istituire presso di loro corsi di danza. E lei cerca di accontentare almeno le richieste più pressanti aprendo, diciamo cosi, succursali o dépendances e affidandole alle sue allieve. Di queste succursali, tutte sotto la sua direzione didattica e la sua sorveglianza, ve ne sono già una decina a Torino e in altre città e cittadine del Piemonte. E la Egri ne potrebbe aprire altrettante, ad esempio, in Emilia dove si è guadagnata una vasta popolarità con sette anni di spettacoli per le scuole medie. Ma il grande sviluppo che sta prendendo da noi l'insegnamento della danza, conseguenza e nello stesso tempo causa dell'accorrere del pubblico agli spettacoli di balletto, non può essere fronteggiato, ordinato e favorito moltiplicando, semplicisticamente, le scuole e gli insegnanti (a parte il fatto che questi ultimi per ora scarseggiano). Qui il discorso si fa serio, specialmente per Susanna Egri che da qualche tempo si occupa con molto impegno di problemi educativi e sociali, come il ruolo della donna nella vita d'oggi e l'eguaglianza tra i sessi, che recentemente ha trattato anche in un convegno internazionale dei «Zonta Clubs » in Isvezia. «La danza — essa dice — si rivolge a tutto l'individuo, mente corpo e anima, ma presuppone in particolare una coscienza e una conoscenza del proprio corpo che pochi oggi hanno: sottoposti ai condizionamenti innaturali della società moderna, uomini e donne hanno dimenticato di avere un corpo». Si tratta, dunque, di cominciare ad insegnare ad essi che cosa significhi avere un corpo e come si possa prenderne coscienza. Ed è questo appunto la prima preoccupazione della Egri: «Quando una bimba viene da me per la prima volta, mi accorgo subito che non conosce il proprio corpo e che bisogna, per cosi dire, insegnarglielo». A questo punto il discorso si fa ancora più serio perché investe i problemi dell'educazione. Ed è proprio l'ignoranza di questi problemi da parte di molti genitori («corcsiderano i figli come oggetti su cui proiettare i loro desideri e con i quali compensare le loro frustrazioni») il maggiore ostacolo per chi, come la Egri, ritiene che l'insegnamento della danza rientri nel tema generale di un'educazione psico-fisica completa e che questo tema non possa essere svolto se, per l'appunto, non si comincia con l'educare i genitori e col rimuovere i più vieti pregiudizi. Per questo la Egri ha preferito, anziché rifugiarsi in qualche metodo codificato dall'uso e dall'autorità, inventarsene uno proprio, che è in continua evoluzione poiché in esso riversa tutte le esperienze sue e delle sue insegnanti. Susanna Egri, si sa, è nata danzatrice ed è diventata coreografa: in questa duplice veste ha girato mezzo mondo (anzi è forse più conosciuta all'estero che da noi, la scorsa estate ha dato spettacoli a Stoccolma e ha insegnato al Balletto di Stato svedese, in novembre sarà col suo gruppo al Festival d'autunno parigino), e l'ha girato con gli occhi aperti. Anche per questo dalla sua scuola sono usciti alcuni dei nomi prestigiosi delle nuove leve della danza e della coreografia. Costoro ogni tanto le ritornano: «Ho dato in giro le mie creature — dice la loro maestra — e per usarle devo chiedere dei prestiti». Le ritornano quando ricostituisce il suo gruppo per qualche tournée in Italia o all'estero, o per assistere, e magari partecipare, ai saggi della scuola, come pochi giorni fa per il saggio con cui la Egri ha festeggiato le nozze d'argento con l'insegnamento: un saggio-spettacolo imponente, vi hanno preso parte le allieve dei quindici corsi della scuola, alcune bimbe erano figlie delle prime allieve. E vi ha assistito un pubblico strabocchevole tanto è vero che l'Alfieri non ce l'ha fatta a contenerlo tutto. Alberto Blandi

Luoghi citati: Emilia, Italia, Piemonte, Stoccolma, Torino