Metastasio: "Sì, lo tenevamo prigioniero Caggegi lo ha ucciso in un impeto d'ira,, di Gianni Bisio

Metastasio: "Sì, lo tenevamo prigioniero Caggegi lo ha ucciso in un impeto d'ira,, Tutti in carcere i sei responsabili dell'omicidio Ceretto Metastasio: "Sì, lo tenevamo prigioniero Caggegi lo ha ucciso in un impeto d'ira,, La drammatica confessione: "La seconda notte di prigionia abbiamo interrogato l'industriale per sapere 'quanto valeva'. Ci ha insultato e Caggegi gli ha tirato una pietra in testa" - Nel racconto ci sono molti punti che non concordano con l'autopsia « Il quadro è completo. Ora si tratta soltanto di precisare il ruolo di ciascuno dei protagonisti che già abbiamo in mano, j Fra loro ci sono certamente gli i autori dell'omicidio »: queste le parole del cap. Ruggeri al termine di una giornata che, con la confessione di due arrestati, ha registrato un deciso passo avanti nelle indagini sull'assassinio dell'industriale canaresano Mario Ceretto. Come di consueto il magistrato inquirente, il dott. Enrico Gumina, non ha fatto dichiarazioni impegnative: « Va bene, molto bene », ha detto soltanto mentre entrava nella caserma di ÌHoncalicri. Il giudice lia comunque autorizzato il cap. Buggeri a fare 11 punto della situazione dopo otto giorni di indagini. « Gli arrestati ora sono sei. Il magistrato — ha spiegato l'ufficiale — lia spiccato tre ordini di cattura afiche per Cosimo Metastasio, Rino Pasqualinì detto " Ringo " e Pietro D'Agostino. Per tutti l'accusa è di sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio e soppressione di cadavere. I personaggi sono questi, il " giro " dovrebbe essere completo. Ora bisognerà vagliare le singole posizioni per vedere chi ha operato nelle varie fasi della vicenda, da Cuorgnè alla tragica fossa nei prati di Orbassano ». « Gli elementi a loro carico so¬ . m scMacciantl _ ha detto l'aw Zancan che rappresenta la famiglia Ceretto con l'aw. Cottellero — le loro giustificazioni vergognose e impudenti: basta pensare a come hanno spiegato la presenza della cella sotterranea». \ Caggegì aveva detto che serviva ; per tenervi il vino, Metastasio per allevarvi i conigli. E allora perché i pannelli fonoassorbenti? Abbiamo chiesto al cap. Ruggeri quale esito ha avuto il confron- to fra il Caggegi ed il Metasta- . sio. « Ha peggiorato ulteriormen- ; te la situazione di entrambi ». Che ruolo ha avuto nella vicen da il giovane Pietro D'Agostino? Risposta sibillina: « E' un duro. E' stato un'unità operante». E Ringo? « Nel contesto non è un personaggio di grande rilievo, un " barbone " più che altro, non certamente una te "». 1 Unità operati- Gli avvocati difensori Musumeci, Coda, Gioannetti e Stratta hanno ieri seguito tutti gli interrogatori ed i confronti. Al termine hanno detto che ci sono ancora molte cose da chiarire e che devono essere ben differenziati i ruoli. « Le confessioni, o quelle che sembrano delle confessioni, sono troppo contrastanti e i personaggi non sono certamente del livello a cui potrebbe far pensare un sequestro di persona ». L'aw. Coda ha dichiarato di aver chiesto verbalmente al giudice la scarcerazione di Giuseppe Longo per « assoluta mancanza di indìzi ». Vediamo come ieri sono andate avanti le indagini. Dopo la confessione di Giovanni Caggegi, ritenuta molto fantasiosa dagli inquirenti, ieri notte è stato Cosimo Metastasio a voler parlare con il giudice. Sorvolando sui precedenti, e cioè sul sequestro del Ceretto, l'uomo ha ammesso che l'industriale è stato nella ca- scina, prigioniero nel cubicolo scoperto lunedì dai carabinieri con l'aiuto del Longo. Nella serata di venerdì 23 maggio il Ceretto, legato ed incappucciato con una coperta, sarebbe stato portato, con l'aiuto di una sedia e di una carriola, nel cortile retrostante la casa e qui «interrogato» per «sapere quanto valeva» e fissare così la cifra del riscatto. Secondo il Metastasio vi sarebbe stato un contrasto fra l'industriale (che ammetteva di «valere» 50-60 milioni) e il Caggegi più propenso a superare il mezzo miliardo. In un accesso di rabbia quest'ultimo avrebbe raccolto un grosso sasso e avrebbe colpito alla testa il Ceretto. La versione contrasta in parte con i risultati dell'autopsia fatta dal prof. Tovo sia per il momento della morte (che sarebbe avvenuta 24 ore prima di quanto dicono), sia per il tipo di arma impiegata e per i colpi inferti (tre e non uno). Nella tarda mattinata anche il Caggegi ha chiesto di essere sentito dal giudice dopo essersi incontrato con i familiari. Il permesso è stato accordato e alle 16 sono giunti i quattro figli, la moglie e la cognata, consorte di Giuseppe Longo. Il Caggegi aveva chiesto in precedenza di farsi la barba per non impressionare i bimbi più piccoli. L'incontro è stato commovente. L'uomo ha trattenuto a stento le lacrime, ha lungamente abbracciato la moglie e tutti i figli, in particolare il più piccolo che gli è corso incontro appena è stata aperta la porta gridando «papà, papà». Vi sono state poche parole. Rivolto alla cognata Caggegi ha detto: «Tuo marito non c'entra, stai tranquilla». Ha spiegato alla moglie alcuni impegni che aveva ed ha raccomandato al figlio maggiore (militare a Firenze e attualmente in licenza) di non muoversi di casa: «Fai molta attenzione», gli ha ripetuto più volte, come se temesse oscuri pericoli. Poi si è rivolto al giudice, presente al colloquio: «Andiamo pure sopra, adesso». Caggegi avrebbe quindi ripetuto al magistrato la versione dei fatti data già una volta ribattendo sul fatto di essere stato costretto, con la minaccia delle armi, da uomini incappucciati a ritirarsi in casa e non avrebbe visto nulla. In pratica la cascina sarebbe stata utilizzata da una misteriosa banda contro il suo volere. Soltanto il giorno successivo l'uomo si sarebbe accorto che il sotterraneo era stato usato come prigione e, impaurito, ne avrebbe fatto sparire le tracce. Come è evidente si tratta di due confessioni molto discutibili e che dovranno essere attentamente approfondite dagli inquirenti. Di certo si sa che il Cag- itiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiliiiliiiii gegi il venerdì successivo al rapimento ha cercato di tenere il cognato Giuseppe Longo lontano dalla cascina con vari pretesti. Perché? C'era qualche cosa che non doveva vedere? Quando è stato seppellito Mario Ceretto? A queste e ad altre domande dovrà dare una risposta il magistrato. Il lavoro è ancora lungo an- che se vi sono i presupposti per un successo. Per ora si raccoglie materiale ascoltando tutti e tutto: poi ogni elemento dovrà essere attentamente vagliato anche alla luce delle perizie in corso. Per oggi sono previsti nuovi confronti ed interrogatori. Si è anche appreso che nel pomeriggio si presenterà alla caserma di Mcncalieri Michele Normanno accompagnato dagli awocati Mazzola e Merlone. E' ritenuto dagli inquirenti un testimone «importante» sia perché è amico del Caggegi — con il quale aveva rapporti di affari — sia perché abita molto vicino alla cascina in cui è sicuramente stato — vivo o morto — Mario Ceretto. Gianni Bisio

Luoghi citati: Cuorgnè, Firenze, Orbassano