Come curare il vigneto colpito dalla grandine di Bruno Pusterla
Come curare il vigneto colpito dalla grandine Come curare il vigneto colpito dalla grandine Le operazioni sono tre: potatura, difesa dalle malattie parassitarie, concimazioni di sollecito effetto - Il ruolo dei Consorzi per la difesa Una vasta fascia comprendente comuni delle province viticole più importanti del Piemonte (Asti, Alessandria e Cuneo) è stata recentemente colpita da una violenta grandinata che ha provocato miliardi di danni. Danni di particolare gravità ha subito anche l'Oltrepò pavese dove al fenomeno grandinigeno hanno fatto seguito nubifragi e distruzioni di eccezionale portata. In Piemonte i Comuni più colpiti risultano: Canale, Castellinaldo, Magliano Alfieri, Priocca, Cisterna d'Asti, San Damiano, Viarigi, Montemagno, Castagnole Monferrato, Refrancore, Masio, Bergamasco, Carentino, Borgoratto, Gamalero e Rosignano. Poiché in base alle statistiche il maggior danno da grandinate si riscontra nei mesi di giugno, luglio e agosto, le recenti avversità sono da considerarsi, sia per l'epoca, sia per gravità, veramente eccezionali. Per contenere i danni causati dalle avversità 3 riportare le viti nel minor tempo possibile nell'equilibrio biologico migliore, alcune sono le operazioni colturali che devono essere effettuate nei vigneti colpiti: potatura; difesa dalle malattie parassitarie; concimazioni di sollecito effetto. • LA POTATURA si rende opportuna solo dove la grandinai ; ha spogliato completamente il vigneto e va eseguita immediatamente dopo la precipitazione per evitare nuovi traumi alla vite che si trova nel pieno della sua attività vegetativa. • MALATTIE PARASSITARIE. Per quanto riguarda la difesa dalle malattie crittogamiche bisognerà provvedere con trattamenti acuprici (non con poltiglia bordolese perché il rame tende a deprimere la vegetazione) e zolfo ba- i gnabile aggiungendo anche j prodotti antibotritici quali ! Euparen, Enovit e Benlate. | Questo trattamento va riservato anche alle viti completamente spogliate e va eseguito subito dopo la ripresa vegetativa, perché i nuovi germogli risultano particolarmente sensibili agli attacchi parassitari. • CONCIMAZIONI. Per sollecitare infine la ripresa vegetativa bisognerà intervenire con concimazioni forzate atte a rinvigorire le viti e ridare alle stesse un palco vegetativo rigoglioso. La concimazione, a differenza di quanto potrebbe sembrare logico, non deve essere solo azotata, poiché in queste condizioni la vite abbisogna anche di fosforo e di potassio. Si deve pertanto provvedere con fertilizzanti complessi con rapporto 2-1-1 o poco dissimile tipo 20-10-10 e con dosi d. 2-3 quintali per ettaro ed anche più elevate in caso di terreni sciolti, con viti poco vigorose e, particolarmente, se non sono state effettuate concimazioni in precedenza. A concimazione ultimata si rende necessaria una fresatura, sia pure leggera, per interrare il concime. Anche quest'ultima operazione richiede molta tempestività per favorire lo sviluppo e la lignificazione dei tralci. Da un'indagine sommaria effettuata nelle zone grandinate solo pochi viticoltori risultano associati ai Consorzi provinciali per la difesa delle colture agrarie dalle avversità atmosferiche e quindi scarsi saranno rispetto ai danni i beneficiari degli indennizzi dell'assicurazione agevolata: si tratta, e non è la prima volta che lo scriviamo, di una grave forma di imprevidenza soprattutto se si tiene conto che il costo dell'assicurazione è alla portata di tutte le tasche. In attesa che la cosiddetta « difesa attiva » riesca a prevenire la grandine, un maggior ricorso a tale forma di « difesa passiva » eviterebbe i disastri della grandine. Bruno Pusterla
Persone citate: Bergamasco, Canale, Gamalero, Masio, Montemagno
Luoghi citati: Alessandria, Asti, Carentino, Castellinaldo, Cuneo, Piemonte, Priocca, Refrancore, Viarigi
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