Mappa della Langa Per nutrire le viti di Piero Cerati
Mappa della Langa Per nutrire le viti Mappa della Langa Per nutrire le viti Sono indicati quali e quanti concimi occorrono in 160 vigneti per ottenere vini di qualità (Dal nostro inviato speciale) Alba, 3 giugno. L'assessorato all'agricoltura della Provincia di Cuneo ha pubblicato la " Carta nutritiva dei vigneti del barolo, barbaresco e nebbiolo d'Alba », redatta dai professori Fregoni, Scienza e Visai. E' uno studio che consente ai viticoltori di sapere quali e quanti concimi devono usare nei propri vigneti per ottenere un vino di alta qualità. L'uso indiscriminato di diserbanti e concimi forza i filari, consente forti rese quantitative, ma priva il vino di profumo, sapore, retrogusto: resta inalterata l'alcolicità ottenuta con la lavorazione in cantina. La « Carta nutritiva » offre a ogni viticoltore indicazioni precise per ottenere giusta quantità d'uva e ottima produzione di vino. Il trattato di Fregoni (« Un volume di dietologia applicata al vigneto ». ha detto l'assessore Giacomo Oddero) è integrato da uno studio del dottor Gian Franco Brovida, che si è assunto il compito di rendere facile la materia, di tradurre in cifre e parole semplici le formule elaborate da Fregoni e dai suoi collaboratori. Il metodo con cui hanno lavorato gli scienziati consiste nell'analizzare terreno, foglie, uva, tralci, quantità del prodotto, tipo di lavorazione in piccole aree di terreno (alcuni corrispondono a « crus » già in commercio, o almeno segnati sulle etichette delle bottiglie; sono: Connubi, Brilliate. Annunziata, Bussia, Asili. Marcarini, per citare i più noti). Sono stati controllati 160 vigneti. I risultati ottenuti mostrano quali elementi devono integrare le sostanze già presenti nel terreno. Le valutazioni sono globali, tali da poter essere estese alla zona circostante (più il suolo è ricco di micro-elementi, come ferro, rame, zinco ecc., più il vino è di qualità) per avere una mappa totale della Langa: da barolo, barbaresco e nebbiolo si passerà ora a barbera e dolcetto. « /( libro è destinato agli agri- ! coltori — dice Gian Franco Brovida —; insegna loro a coltivare meglio l'uva e a risparmiare denaro. Si evitano gli sprechi, le concimazioni forzate e inutili: la vitivinicoltura diventa razionalizzata, quindi più redditizia ». Non tutto è facile per chi non ha dimestichezza con le formule e la chimica, per questo i tecnici dell'assessorato all'Agricoltura provinciale hanno indetto e indiranno conferenze nelle varie località viticole per dare suggerimenti, correggere, spiegare (lo stesso Brovida e altri agronomi si sono messi a disposizione dei vignaiuoli). Tutte le valutazioni della « carta nutritiva » hanno un fine pratico, ma dalla prefazione, che sintetizza i risultati, dalle mappe, che corredano il volume, emerge la storia geologica della bassa Langa, composta di tre tipi di terreno: marne plioceniche sabbiose-calcaree e fossilifere giallastre (sinistra Tanaro); marne mioceniche calcaree e leggermente sabbiose, grigiastre o ambrate (destra Tanaro); fascia gessifera del messiniano (da La Morra e Verduno, passa il Tanaro e lo costeggia sino a Govone). « Da questi esami — spiega Brovida — emerge chiaro che il vino riflette le caratteristiche del terreno ». Ed allora per i Nebbioli avremo due grandi aree (senza voler sofisticare sui crus, sui souris, sui singoli poderi): i Roeri, con nebbiolo fine, leggero: l'Albese. con nebbiolo più corposo. La « carta nutritiva » dei vigneti è opera essenziale per una buona viticoltura, è di alto pregio scientifico: ad essa manca soltanto una « vulgata » storica che la renda alla portata dell'appassionato ricercatore di vini nobili. Nella prefazione compare il nome di Renato Ratti, storico della vite e del vino di Langa; il compito di offrirci la « carta nutritiva » raccontata su aneddoti e fatti storici potrebbe essere suo. Piero Cerati
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