Il bambino "difficile,, della scuola di Pavia
Il bambino "difficile,, della scuola di Pavia LETTERA AL DIRETTORE Il bambino "difficile,, della scuola di Pavia Egregio direttore, con una strana coincidenza, su un gruppo di giornali, compreso il Suo, è apparso un articolo riguardante Marco Rubino, un alunno «difficile» che frequenta la Scuola elementare «Ada Negri» di Pavia. Gli articoli contengono una somma di inesattezze e di deformazioni, in alcuni casi una strumentalizzazione, per questo, il Collegio dei Docenti della scuola « Ada Negri » La prega di pubblicare la seguente doverosa precisazione, prescindendo dalla diversa impostazione data da ogni giornale con titoli miranti a destare scalpore nell'opinione pubblica e a gettare discredito sulla scuola, sugli insegnanti, sui genitori («Come ti costruisco un disadattato»; «Un bambino rifiutato»; «Un ragazzo sciando ad ogni giornalista la sciando ad ognigiornalista la responsabilità di aver voluto, coscientemente o in buona fede, fare una speculazione sul caso senza aver intervistato le maestre ed i genitori interessati. Resta la realtà dei fatti, che vogliamo far conoscere e che non si presta alla mistificazione di chi ha voluto trasformare un problema pedagogico ed umano in socio-politico. Il ragazzo in questione frequenta il plesso «A. Negri» dal primo ottobre e non è mai stato escluso, rifiutato, allontanato dalla scuola: cambiato di classe sì, su proposta deH'e'r/tij'pe socio-psico-pedagogica, perché, essendo affetto da rilevanti turbe del carattere si è tentato l'inserimento in una nuova comunità scolastica, nell'ambito del plesso, per favorirne il recupero e la socializzazione. Le insegnanti interessate hanno compiuto, coscienziosamente, il loro dovere con spirito di sacrificio, ponendosi al servizio del bambino ed avvalendosi di tutta l'esperienza, la capacità, la sensibilità per riuscire nell'intento di socializzarlo: tutto ciò no¬ nostante sia mancata l'assistenza specializzata promessa fin da gennaio. Non è affatto vero che la scuola «A. Negri» abbia «costruito» un disadattato, ma, come tale, l'ha ricevuto dalla famiglia, dall'asilo, da un'altra scuola che ha frequentato durante lo scorso anno. Si pretendeva forse che le insegnanti, che l'hanno avuto solo quest'anno, potessero risolvere, in pochi mesi, un problema di così vecchia data? Non ci sembrano giuste anche le accuse di disumanità e ingenerosità mosse ai genitori della seconda C, con i quali era stato concordato un inserimento temporaneo del bambino nella nuova classe (un mese o poco più) per verificare un'ulteriore possibilità di socializzazione del ragazzo, che, se non fosse riuscita, avrebbe comportato il rientro alla classe di provenienza. Il che, purtroppo, è avvenuto malgrado il massimo impegno di tutti: i genitori hanno voluto che fossero rispettati gli impegni presi per il ritorno alla classe seconda B. E finalmente è stato concesso l'appoggio di un'insegnante di sostegno. Concludendo, il caso Rubino non è nato nella scuola e per volontà degli insegnanti. E' stato creato e ingigantito da chi non ha certamente a cuore il bene dei bambini Ringraziando, inviamo distinti saluti. p. il Collegio dei Docenti della Scuola «A. Negri» Il Presidente
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