Gare in moto più sicure che iniziative prendere? di Giorgio Viglino
Gare in moto più sicure che iniziative prendere? Gare in moto più sicure che iniziative prendere? I fatti di Imola nel G.P. delle Nazioni hanno suscitato polemiche e interrogativi - Un difetto di fondo: la mancanza di autocritica Il campionato del mondo motociclistico è fermo da due settimane e continua soltanto nella fantasia un po' bacata dei dirigenti internazionali che si ostinano a considerare il Tourist Trophy una gara Iridata, anche se vi prendono parte (e vi muoiono) soltanto un gruppetto di inglesi più 0 meno conosciuti. Gli altri, i campioni veri, vagano alla ricerca dei diversi circuiti dove si corre ad ingaggio e si rischia soltanto se si vuole, aspettando i Grandi Premi di luglio e meditando sul passato. E sul passato ritorno anch'io, un passato recente, quello di Imola, che ha suscitato molte polemiche, sempre inferiori comunque a quante ne avrebbe meritate. 1 fatti li ricorderete, ma li riassumo in breve: troppa gente stivata dentro il recinto dell'autodromo, servizio di vigilanza ai boxes arrogante, servizio d'ordine inesistente, pubblico in pista per la gara delle 500 e, per finire, annullamento della prova riservata ai sidecars. Fu una giornata fortunata, perché con tutte quelle premesse negative, il fatto che non ci sia stata una tragedia sa di miracoloso. Proprio per questo il tema va ripreso, proprio, perché non ci si può limitare ad invocar maagior sicurezza soltanto quando c'è un morto di mezzo, e parlare, in un certo modo, scarica la coscienza. Su quanto è successo ad Imola e su quanto ho scritto, ho ricevuto una decina di lettere tutte centrate non sulle gare, su Agostini o Cecotto, ma sul problema di fondo. Parecchie contenevano la domanda » Che cosa si può fare? »; altre invitano categoricamente « Fate qualcosa! ». Alla domanda è facile rispondere. Si organizzano le gare soltanto su circuiti selezionati e la scelta viene affidata ai piloti che hanno costituito la loro associazione da qualche tempo. Semplice, no? E invece è impossibile. Per primi vi si oppongono gli organizzatori, che nelle corse di moto sono imprenditori privati totalmente sganciati dal controllo di federazioni o enti sportivi. Le centinaia di migliaia di persone che affluiscono a vedere i Grandi Premi in tutta Europa portano quattrini a miliardi, che non entrano che in minima parte nel ■ giro » motociclistico, Case, piloti, meccanici. L'organizzatore è padrone in casa sua. blandisce prima il giornalista perché ha bisogno di un certo lancio pubblicitario, lusinga il corridore per assicurarsene la presenza, poi, quando l'uno e l'altro sono sul posto, riprende il suo ruolo e non vuole più sentir parlare di diritti. Una lettera aggiuntiva, e non certo di ammirazione, è anche giunta al nostro giornale dall'avv. Costa, che sarebbe poi il figlio del direttore di corsa di Imola, il fratello del capo del servizio medico, e lo speaker che fa servizio durante la corsa. Con tono professionale Costa chiede una rettifica che non è tale, poiché avendo scritto: » / dirigenti non vogliono dare i quattrini al sidecaristi e adesso si sta discutendo », non escludevo l'eventualità che poi i soldi, pochi e comunque guadagnati, arrivassero. Glieli hanno dati, bene! Il punto, però, è un altro. Il clan dei Costa, punto sul vivo dalla critica, non l'accetta e cerca di reagire, di riaffermare « I padroni di casa siamo noi ». E' un peccato che non accetti invece un'autocritica comprendendo nel bilancio quello che non è stato e quanto purtroppo era successo pochi giorni prima. Si fosse verificato nel corso del Gran Premio delle Nazioni l'Incidente di cui fu causa Salmi e vittima Piccirilli nella prova di campionato italiano, con il pubblico seduto sulle balle di paglia, le gambe penzoloni verso la pista, Imola avrebbe chiuso per sempre e probabilmente sarebbero finite anche le corse di moto in tutt'ltalia. Pensate, comunque, che gli organizzatori italiani sono i meno protervi, I meno cinici. Gli altri condizionano praticamente i dirigenti federali dei rispettivi Paesi, e di qui viene la seconda opposizione alla gestione diretta da parte dei piloti. La Firn non ha alcuna intenzione di perdere Il proprio predominio, non ha Interesse a cambiare nulla e nulla farà se non sarà costretta. La terza opposizione è meno palese ma non meno grave, provenendo dalle Case e dai piloti, non da tutti, non sempre dagli stessi. La MV che vuole correre a tutti i costi a Spa, Buscherini che si rifiuta di pagare 20 mila lire per l'iscrizione alla nuova Associazione piloti, Read che aderisce con riserva e Agostini che delega Gallina come rappresentante italiano, sono tutte diverse sfaccettature di un'azione condotta da una quinta colonna che persegue di volta in volta interessi personali. « Fate qualcosa! ». Continuiamo a parlarne, speriamo che qualcuno ci ascolti, legga, magari chieda una rettifica inutile e però cambi un poco lui stesso. Giorgio Viglino
Persone citate: Agostini, Buscherini, Gallina, Imola, Piccirilli, Read, Salmi, Semplice
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