I partiti tengono sotto assedio la "roccaforte bianca,, a Cuneo

I partiti tengono sotto assedio la "roccaforte bianca,, a Cuneo Le elezioni amministrative per il Comune del 15 giugno I partiti tengono sotto assedio la "roccaforte bianca,, a Cuneo La de detiene da vent'anni la maggioranza assoluta - I socialisti sono il secondo partito - Il ruolo dì pli e pri - Nelle liste dei candidati presenti molti giovani e abitanti delle frazioni (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 2 giugno. Da oltre vent'anni la democrazia cristiana ha la maggioranza assoluta nel consiglio comunale di Cuneo: 21 seggi su 40 (con il 48,6 per cento dei voti). Sembra una posizione consolidata, ma la sconfitta nel referendum sul divorzio, in cui la de cuneese s'era impegnata a fondo, potrebbe rivelare una certa flessione tra : suoi elettori. Per il segretario politico Bonino, invece, le elezioni del 15 giugno non cambieranno nulla. Il partito di maggioranza punta ancora sulla tradizione: ripresenta come capolista Tancredi Dotta Rosso (sindaco oggi e sindaco, voti permettendo, domani); le novità sono dovute alla presenza in lista di «esperti dell'amministrazione pubblica, non iscritti al partito», spiega Bonino, dai rappresentanti dei quartieri e delle comunità frazionali, dallo spazio lasciato ai giovani (i «notabili» trovano posto in Provincia e alla Regione). Voti verranno anche dalla Coldiretti (onorevole Baldi), dove il gruppo del giovane Sandra deporrà per l'occasione le armi verbali della rivolta all'ordine bonomiano. Problemi di corrente? «I 30 componenti il comitato cittadino — dice Bonino — sono 22 dorotei-coldiretti, 4 fanfaniani, 4 forzanovisti. Agli iscritti delle 14 sezioni abbiamo mandato un questionario per sapere chi volevano in lista: i nomi non sono stati pesati col bilancino delle singole correnti. Tra i candidati, 18 sono amici del partito, non iscritti; inoltre sono rappresentate tutte le categorie sociali. Il referendum? I risultati per noi non sono un test probante. Puntiamo sul programma: per 2-3 anni limiteremo le spese non qualificanti; cureremo gli investimenti sociali, come scuole e servizi per il cittadino, che per noi sono i più produttivi». A contrastare il passo alla de è, subito alle spalle, il partito socialista (5 seggi, 11,5 per cento); presenta la lista in ordine alfabetico, con rappresentanti di tutte le categorie, quattro giovani e quattro donne; ha l'appoggio esterno di alcuni gruppi cattolici del dissenso e dei radicali. Si spartirà col pei i voti del pdup, che non si presenta. «L'obiettivo è battere la de, il monocolore — dice il serietàrio Aldo Viglione, presidente del consiglio regionale — e le forze laiche ne hanno la possibilità; inoltre la de non ha creato una larga partecipazione tra i giovani e il referendum ha rivelato una presa di coscienza che può trasformarsi in voto politico». Le autonomie Quanto al programma «il psi si batte per le autonomie, agirà in ambito comunale e comprensoriale per la politica sociale della comunità: una prospettiva che la de non vuole. Dobbiamo dare un assetto ai quartieri, da dove giungono critiche e stimoli al la città. Abbiamo sollecitato tutti a partecipare al nostro programma, inviando ai capifamiglia un questionario in cui diranno qual è il programma amministrativo, su problemi particolari, che si deve svolgere». La terza forza alle amministrative di Cuneo è il partito liberale (4 seggi, 10 per cento) che per tradizione trentennale presenta la lista in ordine alfabetico: i nomi rispetto al '70 sono quasi tutti cambiati per ringiovanire l'età media dei candidati (34 an- ni). I «veterani» si sono detti disposti al ricambio, d'altronde l'ex capogruppo avvocato Pellegrini, a 74 anni, aveva il diritto di partecipare meno direttamente alla vita amministrativa cittadina. Dagli studenti agli operai della Bongioanni la lista comprende tutte le categorie sociali e i candidati hanno varato il programma in una serie di riunioni. Il problema prioritario è quello del piano regolatore. «iVoj proponiamo una modifica all'attuale variante — spiega l'avv. Gianmaria Dalmasso — in 4-5 anni sono state concesse solo una decina di licenze edilizie e ora gli alloggi costano mezzo milione al metro quadrato; gli affitti in case nuove raggiungono le 100 mila lire il mese per alloggi modesti, mentre in certe frazioni o comuni limitrofi si è costruito senza regole e ora i vani rimangono invenduti. E' stata data un'errata impostazione al problema urbanistico». Il partito repubblicano (4 seggi, 9 per cento) per la prima volta presenta la lista completa (40 persone): a capo è l'avvocato Algranati, seguito dal dottor Martino. Come indipendenti si presentano alcuni commercianti; non mancano gli studenti e gli operai. Una delle figure più conosciute di Cuneo, il professor Del Pozzo, non è tra i candidati: ha 73 anni, ma la sua presenza sarebbe ancora stata utile al partito. «Noi vogliamo far capire alla gente che la città non è un feudo — spiega Algranati — e diciamo che i cittadini votano pri, i sudditi no. Vi sono decine di persone che non entrano in lista per paura della mafia politica. Vogliamo porre fine al clientelismo, alle assunzioni senza concorsi. La gestione del Comune impegna il 55 per cento del bilancio e l'indebitamento è superiore alle previsioni per le spese correnti. Bisogna invece rilanciare l'industria, l'agricoltura e il turismo; sfuggire alla sottocultura in cui vive la città». Solo promesse Il dottor Martino aggiunge: «All'ospedale s'è assunto personale a casaccio, i primari se ne vanno, assistiamo impotenti ad una dequalificazione. Eppure, quante promesse e speranze v'erano state pochi anni or sono quando era stato costruito: doveva essere all'avanguardia». Il partito comunista (3 seggi; 8,9 per cento) presenta come capolista il dottor Ugo Sturlese. Vi sono anche molti indipendenti, rappresentanti dei contadini delle frazioni e dei cattolici del dissenso. I candidati sono stati scelti dopo assemblee nelle sezioni e consultazioni con le categorie sociali: «Abbiamo tenuto conto della realtà delle frazioni, - dice Sturlese — del mondo contadino e dei giovani. Il referendum ha pure messo in evidenza il nuovo ruolo della donna, sottaciuto o dimenticato dopo la Resistenza. Le donne devono poter partecipare alle decisioni locali, perché sono le più interessate alle scuole, agli asili, ai negozi, alla casa». Quanto al referendum, il pei sostiene che il risultato è «un fatto notevole, si sono aperte profonde perplessità nella zona bianca, né vfa dimenticato che al referendum monarchia-repubblica a Cuneo aveva vinto la monarchia. Rimangono però elementi di contraddizione, il potere deve essere gestito diversamente, ma non vi sono sintomi di grandi mutamenti: il processo non è ancora maturo, anche se le sinistre avanzeranno». Per i socialdemocratici (3 seggi; 7,9 per cento) capolista è l'avvocato Nello Streri; altri nomi sono quelli del professore Romeo, vice-proweditore agli studi, e del geometra Asselle, del collegio dei geometri e direttore dei canali d'irrigazione. Il programma punta sullo «sviluppo coerente dell'edilizia urbana con ripresa dell'edilizia popolare — dice Streri —. Bisogna poi ristrutturare i trasporti e i raccordi con le frazioni. Inoltre è indispensabile un'amministrazione più coerente: il disavanzo è di 2.600.000.000 e le spese straordinarie coprono soltanto 600 milioni. Il metodo di amministrare è scorretto, manca la programmazione, c'è un sistema clientelare e chi più grida più ottiene. Se la de perderà la maggioranza assoluta, noi siamo per un'amministrazione di centro sinistra: ftz presenza del partito socialista è indispensabile. Escludo invece la possibilità d'una alleanza tra de e pli». Piero Cerati I risultati nelle amministrative del 1970 T5„.»i». Comunali Provincial! 1 _ . Partiti 0/o Seggi 0/o Seggi Regional! DC 48,6 21 51,7 16 53,6 PSI 11,5 5 13 4 12,3 PSDI 7,9 3 7,2 2 7 PRI 9 4 5,1 1 4,9 PCI 8,9 3 8,5 3 8,5 PSIUP 2,1—2 1 2,3 PLI 10 4 10,5 3 9,1 MSI | 2 —12 — 2,3

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