Colpita al cuore la banda dei sequestri? di Clemente Granata

Colpita al cuore la banda dei sequestri? Colpita al cuore la banda dei sequestri? Forse trovata l'arma che uccise Ceretto - Come è avvenuta, dopo 28 giorni, la liberazione dello studente Antonio Cagna Vallino Ci sono nuovi elementi accusatori contro Giovanni Caggegi e i suoi presunti complici (due arrestati, due in stato di fermo) nel sequestro e nell'assassinio dell'industriale di Cuorgnè, Mario Ceretto: ieri pomeriggio, gli inquirenti hanno trovato la probabile arma del delitto e la cella che avrebbe dovuto ospitare il prigioniero. Sul «fronte» dei sequestri c'è da registrare anche la fine di un incubo: Antonio Cagna Vallino, lo studente di architettura ventunenne, abitante a Volpiano, figlio di un imprenditore edile, è stato liberato ieri verso mezzanotte dopo 28 giorni. Delitto Ceretto. Fulcro dell'inchiesta è il cascinale del Caggegi, isolato nella campagna di Orbassano, a un centi¬ naio di metri dal terreno do-1ve è stato trovato il cadavere Isemicarbonizzato dell'indù-1striale di Cuorgnè. Sappiamo '■che nel cortile della cascina Isono stati rinvenuti tre bottoni, brandelli di stoffa e un portachiavi, appartenenti forse alla vittima e le tracce di un falò, quello che avrebbe dovuto bruciare il corpo senza vita del Ceretto. Indizi gravissimi di fronte ai quali, a quanto sembra, gli accusati hanno cercato di difendersi soltanto con il silenzio. Ma non c'era ancora la risposta a due interrogativi fondamentali: quale fine aveva fatto l'arma del delitto e dove si trovava la prigione dei rapitori Un passo forse decisivo è stato compiuto ieri. Durante un sopralluogo, nel cascinale 1 del Caggegi, gl'inquirenti han- I no scoperto un abitacolo, ri- 1 cavato da un sottoscala, due '■ metri per uno e cinquanta: I luogo ideale per nascondereun prigioniero. Sulle pareti c'erano frammenti di un materiale isolante e afonico, formato tra l'altro da un impasto di cemento e paglia. In origine doveva rivestire tutta la cella. E' logico pensare che gli autori del fallito sequestro abbiano cercato di disfarsene per cancellare tracce compromettenti. Per questo, secondo gl'investigatori, avrebbero «sbaraccato» (anche se in modo rudimentale) la prigione nascondendo i pannelli di rivestimento. Dove? Materiale | simile è stato rinvenuto ieri | sera nella discarica pubblica | di Orbassano. Inoltre, ed è un ! particolare a cui si annette j molta importanza, pannelli | forse identici sono serviti a Cosimo Metastasio, uno dei fermati, per una costruzione attigua alla sua villetta. Sul terriccio, accanto alla cella, infine è stato scoperto un tubo rivestito di gomma e materiale isolante. Avrebbe molte caratteristiche in comune con la descrizione che il perito fece dell'arma omicida dopo un esame delle ferite mortali sul corpo del Ceretto. Liberazione Cagna Vallino — E' avvenuta ieri a mezzanotte e un quarto. I rapitori hanno abbandonato lo studente, mani e piedi legati, la bocca incerottata, in un campo di segala al confine tra Collegno e Pianezza. Il giovane è riuscito a sciogliere i le¬ gacci e, stremato, ha suonato alla villetta isolata di Primo Gerussi, un pensionato di 62 anni. «Sono Antonio Cagna Vallino, quello rapito, posso telefonare ai miei?» Per i genitori la chiamata ha rappresentato la fine di un'attesa spasmodica. Dopo trattative lente e laboriose (gli autori del sequestro avevano chiesto all'inizio due miliardi) sabato scorso era stato raggiunto l'accordo: duecento milioni, appuntamento alle 20,30 nei pressi di Milano, al km 7 della tangenziale per Bologna. Se n'erano incaricati lo zio Igino e il parroco don Anfosso. La consegna del denaro era avvenuta in circostanze romanzesche. Un complice dei banditi in moto aveva scorta- to i due che viaggiavano su una «500» sino al punto indi- cato. Poi da un cavalcavia erano sbucati gli altri. Ordì- ne: «Buttateci i soldi, sdraia- tevi». Igino Vallino e don An-fosso avevano ubbidito. I ban- diti avevano sparato alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio, poi erano fuggiti dopo aver strappato le chiavi dell'accensione alla «500». Oggi lo studente è stato interrogato a lungo dal sostitu-to procuratore dottor Pochettino. Ha rievocato il momento del sequestro; la prigionia; le speranze di una pronta li-berazione che si alternavano alle delusioni, la paura. Do-menica pomeriggio infine lanotizia: «Tra poco ti lascia- mo». Clemente Granata

Luoghi citati: Bologna, Collegno, Cuorgnè, Milano, Orbassano, Pianezza